Rolfi: «Brescia farà il salto di qualità con il mio centrodestra urbano»

L'intervista al candidato sindaco del centrodestra, che gode dell'appoggio di due liste civiche già in campo e una terza in costruzione
Fabio Rolfi - © www.giornaledibrescia.it
Fabio Rolfi - © www.giornaledibrescia.it
AA

Sono passati solo cinque giorni da quando Fratelli d’Italia ha ufficializzato l’appoggio formale alla sua candidatura a sindaco. Un’attesa su cui il leghista Fabio Rolfi ha sempre minimizzato. Da un lato sicuro della tenuta del centrodestra e dall’altro per l’approccio civico con cui mesi fa ha avviato la sua corsa alla Loggia.

La sua campagna elettorale è iniziata con un’impronta molto civica e con i partiti sullo sfondo. Può spiegare questa scelta?

Il motivo è quello di coinvolgere la città laboriosa, dell’associazionismo, dei quartieri, dello sport, che per le elezioni amministrative è un po’ estranea alla politica dei partiti. Ho voluto dare grande spazio a questa città ed ascoltarla negli ultimi mesi e ho chiesto a tanti cittadini di essere protagonisti di questo nuovo ciclo che si apre per Brescia. Il risultato concreto sono due liste civiche già in campo, una terza in costruzione e quindi 90 persone che si sono messe in gioco. E questo è il nuovo tratto del centrodestra che io voglio costruire, un centrodestra urbano che si sincronizza meglio sulla città in termini di coinvolgimento e di temi che dovremo affrontare. È un centrodestra più inclusivo, più aperto, pronto a traghettare la città nei prossimi dieci anni.

I partiti poi arriveranno?

I partiti ci sono tutti e hanno ufficializzato il loro appoggio alla mia candidatura. Ora entriamo nella fase di presentazione delle liste e di progettazione dei programmi. Ma grazie all’azione avviata mesi fa oggi possiamo dire che non siamo solo il centrodestra, ma possiamo contare sull’apporto di tanti bresciani che hanno scelto di stare con noi.

Cosa è cambiato da quando lei è stato vicesindaco tra il 2008 e il 2013?

Sono cambiato io. Dieci anni sono tanti e ti consentono di maturare e di elaborare certe convinzioni, a me piace coltivare la ragione del dubbio, non do niente per scontato. Aggiungerei che dieci anni in Regione, dove ho avuto la fortuna di ricoprire tutti i ruoli dal consigliere all’assessore, mi hanno consentito di costruire una rete di relazioni che portano alla città un’esperienza molto più vasta e articolata di chi magari ha svolto tutta la sua attività politica in Comune.

Fabio Rolfi, leghista, è il candidato sindaco del centrodestra per Loggia 2023
Fabio Rolfi, leghista, è il candidato sindaco del centrodestra per Loggia 2023

Come proverà a vincere le elezioni nei 53 giorni che restano?

Continuando ad essere me stesso e puntando sul salto di qualità per la città. Ho aperto la campagna elettorale non parlando male di Brescia: questa è una bella città in cui l’ordinaria amministrazione funziona, ha bisogno però di fare un salto di qualità, di affrontare quelle grandi sfide ancora irrisolte. Dalla bonifica della Caffaro ancora al palo, al progetto del nuovo carcere dopo dieci anni trascorsi inutilmente, ma penso anche alla metropolitana del cui prolungamento sento parlare solo ora; forse avremmo dovuto concentrare lì le risorse invece che su una linea del tram.

Veniamo al tema della sicurezza, un aspetto che il centrodestra per una sua indole più securitaria presenta ad ogni campagna elettorale. Ma lei è davvero convinto che la sicurezza sia una delle priorità di questa città?

In questa città c’è una grandissima richiesta di sicurezza, basta ascoltare la gente. Che questa domanda in taluni contesti sia in gran parte influenzata da una semplice percezione è vero. Ma questa è una differenza puramente filosofica. Se una persona si sente insicura nel suo quartiere ed esprime un bisogno di sicurezza il dovere della pubblica amministrazione e del sindaco è rispondere a quel bisogno. Non parliamo male di Brescia ma vogliamo che sia sentita più sicura da parte dei bresciani.

L’inizio di questa campagna elettorale è stata caratterizzato dall’ambiente. Si è parlato di alberi, da piantare a migliaia.

Noi vogliamo affrontare il tema dell’ambiente in maniera pragmatica. Non facciamo parte del club dei catastrofisti, il mondo non sta per finire. Credo che la sostenibilità ambientale vada perseguita ma coniugata con la sostenibilità economica e sociale. Al centro ci deve essere l’impresa che grazie all’innovazione genera sostenbilità. A differenza della sinistra io voglio che Brescia continui ad essere la città delle imprese, che non dimentichi la sua cultura imprenditoriale e che si caratterizzi anche per l’innovazione puntando sulla creatività giovanile.

Nel suo programma ha annunciato un bonus di mille euro per ogni figlio nato a Brescia. Quindici anni fa la giunta Paroli di cui lei era vicesindaco promosse un bonus bebè che premiava solo le famiglie italiane che fu bocciato a tutti i livelli di giustizia amministrativa e criticato anche dall’allora vescovo Monari. Ha cambiato idea?

Tutte le proposte sono figlie della propria epoca. La vera crisi che dovremo contribuire ad affrontare è quella della natalità. L’indice di natalità non è crollato solo tra le famiglie italiane ma è in forte calo anche tra quelle straniere. Il modello di centrodestra urbano che nasce a Brescia e che può essere di ispirazione a livello nazionale non vede più l’immigrazione come un problema, ma vede nell’immigrazione regolare che contribuisce alla ricchezza della città una vera risorsa. Nelle nostre liste avremo rappresentanti di varie comunità straniere e nel nostro programma proponiamo un consigliere comunale delegato al rapporto con queste, immaginando anche una consulta che affianchi il sindaco nelle politiche che riguardano questi cittadini. Dunque tornando alla domanda, se questa è la logica vanno aiutate tutte le famiglie a mettere al mondo figli. Ma il tema del premio alla nascita è solo una delle azioni del più ampio piano comunale per la maternità che vogliamo realizzare. Oltre al premio natalità, prevediamo anche l’albo comunale delle babysitter, un potenziamento dei posti negli asili nido, ma pensiamo anche ad iniziative a sostegno della disabilità infantile nelle scuole.

Nel caso di una sua vittoria che Brescia immagina fra cinque anni?

Mi piacerebbe che alcuni dei nodi irrisolti di questa città fossero in via di risoluzione. Vorrei la città rigenerata nel comparto Milano, in stazione e in tante altre realtà. Immagino una città più ospitale e attrattiva, in cui sia bello venire a vivere e mettere su famiglia. Una città in cui i giovani possano decidere di mettere a terra una propria idea e avere le condizioni per la propria realizzazione avviando una propria attività.

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato