Rinascono i boschi urbani nel Bresciano: il progetto in quattro paesi

Trecento alberi e arbusti a Castel Mella, 1.100 a Calcinato e 600 a Lonato. Con queste tre attività forestali Rete Clima, ente no profit, ha messo radici nella nostra provincia.
Il progetto si chiama «Foresta bresciana», ha comportato un’azione simbolica a Montichiari (la piantumazione di 100 alberi insieme alle scuole) ed è destinato a crescere «per regalare naturalità al territorio urbano e periurbano dei comuni in provincia di Brescia».
Il progetto

Il primo seme è stato lanciato a Castel Mella nella primavera del 2021. Poi è toccato a Calcinato: il nuovo bosco sta crescendo nell’area di fronte al ristorante Baratello grazie a E.On, Rete Clima e Amministrazione comunale. Lì il progetto è partito a fine 2021 con la posa di 1.100 alberi ed è proseguito in aprile con un evento a cui hanno partecipato gli studenti dell’Istituto comprensivo Dante Alighieri: con vanghe e arboscelli alla mano le classi prime della scuola media hanno completato il lavoro.
Il terzo bosco della «Foresta bresciana» è spuntato a Lonato, dove sono state piantati 600 tra alberi e arbusti per formare un nuovo querco-carpineto. L’attività ha visto coinvolti 45 alunni delle classi 3A e 3B dell’Istituto comprensivo Ugo da Como, che hanno aiutato i tecnici di Rete Clima a mettere a dimora le piante. Il quarto seme, si diceva, è stato lanciato infine a Montichiari, quest’anno, nell’ambito del progetto «Fuoriclasse con Coldiretti».
Perché è importante piantare nuovi alberi
Ma perché è importante piantare nuovi alberi? Lo spiega Rete Clima: «Assorbono CO2 attraverso la superficie fogliare a contrasto del riscaldamento climatico, riducono l’isola di calore estiva in città, migliorano la qualità dell’aria grazie all’assorbimento degli inquinanti atmosferici, mitigano i venti freddi, prevengono l’erosione del suolo, favoriscono la regimazione delle acque di pioggia e, tra le altre cose, aumentano il benessere dei cittadini che frequentano le foreste».
Come sottolinea Carlo Blasi, docente della Sapienza, «è importante piantare alberi, ma anche arbusti. La foresta non vive senza questi ultimi». Bisogna piantare l’albero giusto al posto giusto «per favorire la biodiversità ed evitare l’inquinamento genetico. La scelta delle specie deve essere fatta in base alle ecoregioni, ambiti geografici omogenei dal punto di vista ecologico, cioè in termini di fauna, flora, clima, idrologia e geologia».
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La campagna
A proposito di questo tema, ieri a Roma si è svolto un convegno nella sede di Coldiretti. L’occasione era il lancio della campagna «Foresta Italia» promossa da Rete Clima, ente no profit. Una campagna, rivolta principalmente alle aziende, che, come hanno spiegato la bresciana Nada Forbici (presidente di Assofloro) e Paolo Viganò (fondatore di Rete Clima), mira a sostenere progetti di nuova forestazione urbana ed extraurbana, riforestazione post calamità, tutela delle foreste esistenti e certificazione Pefc delle stesse. Il tutto «per un’Italia più verde, un’Italia che respira - è il commento di Viganò -, un’Italia che risponde agli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti dalle Nazioni Unite».
Sul Garda
Alcune aziende, in quest’ottica, collaborano già con Rete Clima. Sono, tra le altre, Tim, Conad ed E.On. Quest’ultima, in particolare, con il coinvolgimento dei propri clienti, ha già piantato 107mila alberi in Italia. E, in collaborazione ad esempio col Comune di Lonato, in un’area pubblica del paese ha messo a dimora seicento alberi che andranno a formare un nuovo bosco urbano.
Pubblico e privato insieme
Fondamentale, in tutto questo, è la disponibilità di pubblico e privato: «Facciamo appello ai Comuni affinché mettano a disposizione le aree sulle quali le aziende pianteranno alberi e arbusti - dice Nada Forbici -. Trovare i terreni adatti, però, non è facile: affinché il bosco possa avere un’incidenza discreta sull’ecosistema deve occupare almeno 3.500-4.000 mq e molte aree sono vincolate o edificabili. Le Amministrazioni sappiano che i progetti sono trentennali e la manutenzione, per i primi tre anni, è a cura delle aziende». Le realtà intenzionate a farsi avanti possono scrivere una mail a info@reteclima.it.
Il problema dei roghi

È importante pensare al nuovo, si diceva, ma anche all’esistente. Come hanno fatto un anno fa Rete Clima, Pefc Italia e Sorgenia in Valcamonica al Pizzo Badile rimuovendo rami secchi e piante morte per ridurre il rischio di roghi e favorire l’accrescimento di alberi in salute. Quello degli incendi è un problema sentito in Lombardia: quelli registrati nel 2022 dalla Sala operativa regionale sono 333, dei quali 80 sono divampati nel Bresciano (74 a Bergamo, 57 a Como, 50 a Varese).
Ettari di bosco
Brescia, tra le province della nostra regione, vanta la maggior superficie boschiva: l’ultimo rapporto dell’Ersaf parla di oltre 171mila ettari, il 36% del territorio provinciale e il 27,7% delle foreste regionali. Foreste regionali da 619mila ettari che, come è stato evidenziato nel corso del convegno, è importante che vengano certificate e gestite in modo sostenibile. Il report 2022 di Pefc Italia riferisce che sono saliti a 892.609 gli ettari (+3.600) di boschi certificati sul territorio nazionale.
Coldiretti

Coldiretti è partner del progetto «Foresta Italia». Progetto al quale applaude il presidente Ettore Prandini: «Per mantenere l’impegno a contrastare i cambiamenti climatici bisogna intervenire in modo strutturale sugli ambienti metropolitani ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato. I 6,6 milioni di alberi previsti in Italia grazie ai 330 milioni di euro del Pnrr sono uno strumento fondamentale per gestire lo smog e le bolle di calore nelle aree urbane».
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