Revenge porn: dieci indagati per i video hot della dottoressa

C’è un ex giocatore del Brescia, ma anche la figlia di un allenatore di calcio. E poi un personal trainer, un buttafuori e anche un vigile urbano.
Sono complessivamente dieci gli indagati ai quali il sostituto procuratore Benedetta Callea ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini in merito all’inchiesta sui video a luci rosse con protagonista una dottoressa bresciana di 40 anni. Immagini che da private, realizzate dalla stessa donna per un amico, sono diventate pubbliche e addirittura virali. Passate da telefono a telefono di migliaia di persone, a Brescia, in Italia e poi all'estero, fino in Sudamerica. E anche sui siti pornografici più famosi della rete.
Talvolta oltre alle immagini girava anche nome, cognome, professione, indirizzo di casa e numero di cellulare della dottoressa. Che era stata pure licenziata «per danno di immagine» da uno studio privato per il quale lavorava quando il caso è diventato pubblico attraverso le colonne del nostro giornale.
Della catena infinita la Procura di Brescia ha individuato dieci persone, di cui otto uomini e due donne accusate di revenge porn per aver diffuso sopratutto su Whatsapp e Telegram «materiale destinato a rimanere privato», come scrive la Procura.
I coinvolti, che ora avranno venti giorni di tempo per farsi ascoltare o per presentare memoria difensiva, vivono in città, a Concesio, Ghedi, Lonato, Gussago e Cortefranca. Un indagato, rappresentante delle forze dell'ordine «che ha diffuso un video sulla chat di colleghi» si legge agli atti, è invece di Pinerolo nel Torinese, un altro coinvolto è di Bologna e poi un altro ancora di Roma. Il calciatore finito nei guai infine si è trasferito al sud dopo aver terminato l'esperienza con la maglia delle rondinelle. Le due donne risultano invece essere amiche e una in particolare sapeva bene che la protagonista dei video era la dottoressa bresciana, conoscendo il marito della stessa vittima di revenge porn.
La posizione più complicata è quella dell’uomo al quale la professionista aveva mandato video e scatti hot. E che è ritenuto colui che ha dato il via all'infinita trasmissione di materiale pornografico. «Fatto aggravato - scrive il pm che ha chiuso le indagini - per essere stato commesso da persona già legata alla parte offesa da relazione affettiva».
La dottoressa bresciana si dice soddisfatta, «ma aspetto giustizia fino in fondo» commenta. «La mia vita è stata totalmente stravolta» racconta. «Prima per la paura dei maniaci visto che mi sono trovata gente sotto casa, poi mio marito che elimina il cellulare e cavalca l'onda chiedendo la separazione addebitandomi le colpe. Non sono più uscita di casa perché mi sentivo giudicata e anche i pazienti se mi dicevano qualcosa in più pensavo fosse sempre perché avessero visto il video».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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