Provincia, via libera alle larghe intese: il nuovo presidente sarà Moraschini

Dopo sette ore di riunioni c’è l’ok sul candidato unico, ora focus sui programmi. Restano perplessità in FI
LA PROVINCIA SCEGLIE MORASCHINI
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Ci sono volute sette ore di riunioni, incontri, telefonate. A metà pomeriggio sembrava che la fumata nera fosse dietro l’angolo. Invece alla fine la quadra è stata trovata. Emanuele Moraschini sarà il nuovo presidente della Provincia di Brescia. Sarà lui l’unico candidato che il 29 gennaio sindaci e consiglieri comunali si troveranno sulla scheda per eleggere il numero uno di Palazzo Broletto.

Un «accordo istituzionale» per garantire «stabilità e solidità» alla Provincia in vista di un mandato che si annuncia breve e di transizione, visto che tra un anno o poco più si potrebbe tornare all’elezione diretta di presidente e consiglio provinciale. 

Moraschini, sindaco di Esine, è un civico. Il suo nome è stato messo sul tavolo da Fratelli d’Italia. Un nome che ha saputo raccogliere il consenso non solo del centrodestra, ma anche del centrosinistra, dando così corpo alle «larghe intese» evocate da mesi dopo la proposta del vicepresidente Guido Galperti.

I dubbi di Forza Italia 

Restano le perplessità di Forza Italia: gli azzurri temono che un accordo che coinvolge tutte le forze politiche si possa trasformare in un’ammucchiata dove non si decide nulla, proprio per la diversità di vedute, bloccando di fatto l’operatività del Broletto. D’altro canto Forza Italia non vuole rompere il fronte del centrodestra, alla vigilia delle Regionali e a quattro mesi dal voto in Loggia, relegandosi, da sola, all’opposizione. Di certo non presenterà un proprio candidato alternativo a Moraschini.

Nelle prossime ore si lavorerà per smussare i contrasti e trovare i punti programmatici che possano unire e non dividere la «grande coalizione» che guiderà la Provincia. Andranno anche messe a posto le caselle delle deleghe, a partire dal ruolo del vicepresidente. Ma intanto si è messo il punto fermo più importante: chi sarà il candidato presidente.

Gli altri compatti

«L’unico nome sul tavolo è quello di Emanuele Moraschini, proposto da Fratelli d’Italia» ha rivendicato a fine serata il segretario provinciale di FdI Diego Zarneri, che esce rafforzato da questa trattativa estenuante. «Su Moraschini c’è compattezza da parte di tutte le forze politiche. Sarà lui l’unico candidato. Resta da definire il perimetro delle larghe intese trovando temi programmatici che possano unire».

In sostanza oltre a FdI e Lega si è trovata la convergenza con il Pd e la delegazione di centrosinistra. Andrà convinta Forza Italia.

La riunione

Il primo appuntamento, ieri, era in programma alle 15. Nella sede del Carroccio, a Brescia Due, si sono riuniti i segretari provinciali del centrodestra: Roberta Sisti (Lega), Diego Zarneri (Fratelli d’Italia), Adriano Paroli (Forza Italia). Già la scorsa settimana Moraschini era stato scelto come candidato del centrodestra per succedere a Samuele Alghisi alla guida della Provincia. I numeri dicono che il centrodestra parte favorito. Ma Moraschini è un civico capace di garantire le larghe intese. Quanto larghe?

Il centrosinistra si è detto disposto a votarlo, concordando temi e deleghe. FdI ha rivendicato la «qualità» della propria proposta. Ma per Forza Italia un tale ampliamento può mettere a rischio la qualità della proposta programmatica. Questione di «coerenza politica». Una querelle che si è riproposta anche ieri pomeriggio.

Alle 18 Paroli ha lasciato la sede della Lega e ha riunito l’esecutivo di Forza Italia per condividere la linea. Nella sede del Carroccio, poco dopo, è invece arrivata la delegazione del centrosinistra, il segretario del Pd Michele Zanardi e il capogruppo di Territorio bene comune in Broletto Antonio Bazzani. Un confronto «positivo» ma con il rebus Forza Italia: la volontà era infatti chiudere le larghe intese senza lasciar fuori gli azzurri.

Alle 20.30 Paroli è tornato a Brescia Due: le perplessità sono rimaste, ma al tempo stesso è stata data la disponibilità a valutare «progetto e programmi». Un’altra ora e mezza di summit che alla fine ha consentito di trovare la quadratura del cerchio.

I nodi

Il lavoro non è però finito. Resta il nodo temi: su quali partite c’è la possibilità di trovare una posizione comune? Che si farà sull’acqua pubblica (su cui è stato forte lo scontro in consiglio)? O sull’aeroporto di Montichiari? O sul depuratore del Garda? C’è anche il tema deleghe. Ieri si è ragionato su due vice, uno per la Lega e uno per il Pd. A Forza Italia (se ci starà) sarebbero invece garantite deleghe di peso. Tutti tasselli che dovranno trovare la giusta collocazione nelle prossime ore.

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