Premio Bulloni, quante facce ha la bontà bresciana

Le storie di impegno e di generosità umana che accompagnano la tradizione del riconoscimento
BRESCIA PREMIA LA BONTA'
AA

Le storie di impegno e di generosità umana che anche quest’anno accompagnano la tradizione del Premio Bulloni - una tradizione che dal 1975 è capace di scoprire e premiare nel nostro territorio i mille volti nascosti che la bontà sa assumere - costituiscono certo il migliore dei vaccini contro il pericolo di un inaridimento della nostra comunità.

Proprio a partire dal Premio Bulloni, la cui cerimonia di consegna è stata trasmessa in diretta su Teletutto, dal teatro Sociale. Il premio alla bontà istituito Comune di Brescia è dedicato all'avvocato Petro Bulloni, che fu il primo prefetto della città dopo la Liberazione. Oltre al Bulloni e a altri premi a esso collegati, nel corso della cerimonia al Teatro Sociale sono stati consegnati tre Grossi d'oro (l'antica moneta comunale) e tre medaglie d'oro.

  • La consegna del premio Bulloni 2021
    La consegna del premio Bulloni 2021
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    La consegna del premio Bulloni 2021

Dario Corini - Premio Bulloni

Dario Corini, vincitore del Premio Bulloni 2021 - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Dario Corini, vincitore del Premio Bulloni 2021 - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Quest’anno il Premio Bulloni è assegnato a Dario Corini, inarrestabile «motore» di iniziative solidali, tra le quali anche le strutture per la campagna «Emergenza freddo» che nel rigore dell’inverno offre ai senzatetto un rifugio per la notte. All’inizio della pandemia - ormai più di un anno fa - Dario Corini ha contratto il virus, e la malattia lo ha colpito duro costringendolo ad un lungo ricovero e portandolo in terapia intensiva. Una pesante prova personale, dalla quale Dario - e come lui molti altri bresciani, gente tenace e generosa - è uscito se possibile rafforzato nella sua umanità e nella sua disponibilità ad andare incontro ai meno fortunati.

Associazione Abe - Premio Beretta

Nell'anno in cui celebra i 40 anni di attività l’Associazione Bambino Emopatico, Abe, riceve il Premio Beretta. A presentarne la candidatura è stato il dottor Fulvio Porta, direttore dell’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Civile. Durante l'emergenza coronavirus, quando alcuni bambini sono rimasti isolati in ospedale o chiusi con le loro famiglie nelle case alloggio messe a disposizione gratuitamente dall’associazione, «Abe - fa notare il dottor Porta - non ha mai fatto mancare la sua presenza. I suoi psicologi sono infatti riusciti a rimanere in contatto con i piccoli pazienti e i familiari mentre le collaboratrici hanno cercato di sopperire all’assenza dei volontari in reparto dando assistenza alle mamme». Di fatto Abe - nata nel 1981 per volontà della sua presidente Luciana Corapi - è sempre stata al fianco del reparto di Onco-Ematologia pediatrica e del Centro trapianti midollo osseo del Civile. «Il suo operato è indispensabile quasi quanto le cure mediche».

Antonio Bergamini - Premio Cuore Amico

A destra, Antonio Bergamini
A destra, Antonio Bergamini

Solidarietà, spirito di servizio, attenzione ai più deboli e ai più fragili. Sono queste alcune delle caratteristiche di Antonio Bergamini che gli vengono riconosciute con il Premio Cuore Amico. Il pensionato 67enne, nato e cresciuto a Ospitaletto, cofondatore del gruppo Scout del paese, è stato uno dei fondatori della cooperativa Fraternità, oggi ampiamente organizzata e negli anni Settanta tra le prime, racconta, a «coinvolgere nel mondo del lavoro ragazzi con "potenzialità diverse"». Nel tempo è poi venuto a contatto con il mondo dei missionari salesiani («Ho conosciuto don Isidoro Apostoli e lui mi ha dato la spinta») e ne è rimasto pienamente coinvolto. Oggi pensa e sviluppa progetti per l’Etiopia con gli «Amici del Sidamo», con i quali condivide i valori di accoglienza, essenzialità, servizio e fiducia, non solo raccogliendo fondi per sostenere i progetti, ma anche realizzando concretamente le opere.

Suor Veritas Caset - Premio Confindustria Brescia

Suor Veritas Caset - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Suor Veritas Caset - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Suor Veritas Caset, 81 anni, da oltre sessanta lavora con gli adolescenti. Come educatrice, come insegnante, come direttrice delle scuole elementari delle suore Dorotee e oggi come colei che si occupa del doposcuola per una quarantina di ragazzi ogni settimana, nella casa di via Capriolo 38. A lei, per l’aiuto ai ragazzi volto alla loro inclusione sociale, è stato attribuito il Premio Confindustria Brescia. Un impegno, quello di suor Veritas, che non si è fermato mai, nemmeno quando si è rotta una spalla prima e il polso poi, dopo una caduta in casa e in bicicletta. «Uso i compiti come un mezzo per accostarmi ai ragazzi, per conoscere così la loro umanità, la loro persona, per farli crescere. E voglio cercare di prevenire il loro disagio», afferma con piglio deciso, da «trentina, tosta, con il cuore grande e le mani sempre in movimento».

Angelo Maiolo - Premio Collegio Notarile

Angelo Maiolo - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Angelo Maiolo - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Il premio del Collegio notarile quest’anno andrà ad Angelo Maiolo, presidente della cooperativa Arborea che si occupa dell’inserimento di persone svantaggiate, soprattutto detenuti ed ex detenuti, nel mondo del lavoro. Nello specifico nel settore della ristorazione. «I miei ragazzi - racconta lo stesso Maiolo, che ne parla con senso di fratellanza più che da datore di lavoro - sono impegnati alla Cascina del Parco Gallo e da cinque anni si occupano del ristorante aziendale di una grande ditta bresciana. E li chiamo i miei ragazzi perché siamo tutti una grande famiglia». La cooperativa è nata nel 2016 e in questi anni sono 17 le persone «tirate fuori dal carcere ex articolo 21 (ovvero arrivate agli ultimi anni di detenzione a lungo termine che hanno ottenuto il permesso dal Tribunale di sorveglianza di lavorare fuori dal penitenziario, ndr).

Piera Stretti - Premio Ranzanici

Piera Stretti - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Piera Stretti - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

«Attribuire questo premio solo a me è improprio. Questo riconoscimento va innanzi tutto alle donne che hanno avuto il coraggio di rivolgersi ai centri antiviolenza, e poi a tutte le operatrici e alle professioniste di Casa delle donne che hanno lavorato con l’associazione in questi anni. Solo dopo arriva a me. So che la segnalazione è arrivata dal sindaco di Bedizzole, Cottini, e la cosa mi rende davvero contenta perché io sono orgogliosamente una ragazza di Bedizzole, migrata poi a Brescia negli anni Settanta». A Piera Stretti, al suo impegno contro ogni forma di violenza sulle donne, va il riconoscimento Nica e Candida Ranzanici. Un premio che «devolverò a Casa delle donne - spiega - per creare un fondo a favore di una ragazza afgana». A dimostrazione di quell’attenzione e sensibilità che da sempre caratterizzano il suo operato.

Mariangela Bertoli - Premio Rotary Brescia Nord

«Il senso del dono l’ho imparato dalle tante persone che ho incontrato nel reparto di Medicina trasfusionale dell’ospedale Mellino Mellini, a Chiari: donare il sangue è infatti un gesto volontario, anonimo e gratuito». A parlare è la dottoressa Mariangela Bertoli, cui verrà consegnato il Premio Rotary Brescia Nord per la disponibilità e la professionalità che dimostra nelle attività che ha svolto e svolge tuttora in aiuto delle persone. Non solo in ospedale, dove ha lavorato dal 1984 al 2011, ma anche come medico al centro Vomere di Travagliato e di Camper Emergenza, e anche come coordinatrice del Centro di aiuto alla vita «Il dono» di Sanpolino. A questo Centro, spiega la dottoressa, «si possono rivolgere tutte le donne che non potrebbero portare avanti la gravidanza, alle quali offriamo un aiuto non solo materiale ma anche e soprattutto psicologico di accompagnamento alla maternità».

Associazione Perlar - Premio Umberto Gnutti

Una giovane associazione composta soprattutto da giovani, che avvicinano le persone senza fissa dimora per cercare di stabilire con loro una relazione. È Perlar, cui quest'anno viene assegnato il Premio Umberto Gnutti. L’associazione è nata nel 2016 e da quell’anno ha aperto il «Riparo» in uno spazio del Comune, in via Corsica 249, dove «non si fa distribuzione ma cerchiamo di offrire quel qualcosa di immateriale che secondo noi mancava», afferma il presidente Michele Tomasoni. Si tratta di un luogo d’incontro aperto nei pomeriggi del sabato e della domenica e nei festivi, in cui i senzatetto possono stare insieme ai volontari, giocare a carte, guardarsi un film alla tv, leggere un libro o ricaricare il telefono cellulare, «passando del tempo in serenità».

Giovanni Coccoli - Premio Ordine Avvocati

Giovanni Coccoli - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Giovanni Coccoli - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

Basterebbe scrivere che Giovanni Coccoli è un alpino per spiegare perché il Premio dell’Ordine degli Avvocati di Brescia, tra i riconoscimenti attribuiti attribuiti nell’ambito del Premio Bulloni, quest’anno sia stato assegnato al capogruppo delle Penne nere di Borgosatollo. La solidarietà e lo spirito di fratellanza nei confronti dei più bisognosi, che caratterizza chi appartiene a questo Corpo, trova infatti in Coccoli una delle sue espressioni più alte. Un impegno, il suo, che si è manifestato nelle varie iniziative portate avanti negli anni: dall’aiuto concreto alle persone alla costruzione della nuova «casa alpina» nel paese alle porte della città e del parco da 8mila metri che con le altre penne nere tiene in ordine, fino alla realizzazione della scuola Nikolajewka a Mompiano, di cui peraltro è diventato consigliere dal 2014. «Gli ospiti lì sono eccezionali - confida -. Stare con loro fa bene al cuore e alla mente». A Borgosatollo Coccoli assicura il suo sostegno all’istituto comprensivo e si dedica incondizionatamente agli altri, soprattutto agli anziani e ai disabili.

Angelo Onger - Grosso d'oro

Angelo Onger - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Angelo Onger - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Grosso d’oro alla memoria ad Angelo Onger, che viene ricordato e riconosciuto non solo come giornalista libero e appassionato, capace di scavare in profondità, ma anche come fondatore, nel 1973, dell’Aido provinciale e che ha contribuito alla diffusione della cultura della donazione degli organi in terra bresciana. È anche per merito suo se la sezione provinciale bresciana dell’Aido oggi può contare su 55mila potenziali donatori, su 50 gruppi comunali e 400 volontari che di questa cultura si fanno promotori. E difatti le segnalazioni alla candidatura di Angelo Onger ad uno dei riconoscimenti - in questo caso il massimo che la città può conferire - al giornalista scomparso lo scorso agosto, spaziano dalla presidente provinciale dell'Aido, Vittora Mensi, a quello delle Acli, Pierangelo Milesi, da Cuore Amico di don Nolli alle suore missionarie Francescane guidate da suor Fatima Godiño.

Marcella Gori - Grosso d'oro

Marcella Gori
Marcella Gori

Un Grosso d’oro, massimo riconoscimento civico che Brescia può assegnare, va alla memoria di Marcella Gori, la donna che ha voluto fortemente che anche nella nostra città arrivasse un’associazione specializzata nell’assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore e nella prevenzione gratuita: l’Ant. Marcella Gori si è spenta quattro anni fa, a 75 anni. Fu lei che nel 1998 - su modello di quanto accadeva a Bologna da tempo - riuscì a realizzare «l’ospedale a domicilio» grazie alla preziosa assistenza medica e infermieristica ai malati che così potevano ricevere le cure, anche le ultime, nella loro casa, vicini ai loro affetti più cari, seguendo quel sogno chiamato «eubiosia», la buona vita per chi soffre di tumore, e realizzando così una sanità a misura d’uomo.

Piero Zanelli - Grosso d'oro

Piero Zanelli - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Piero Zanelli - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Il Grosso d’oro a Piero Zanelli è un riconoscimento al suo impegno nel sociale da quarant’anni. Che cominciò quando, ventenne, si ritrovò a svolgere il lungo servizio civile alla comunità per tossicodipendenti «Ai ruc» di Vobarno e poi con padre Renzo al Carmine, con un’attenzione rivolta soprattutto ai bambini e ai minori lasciati a se stessi. Nel 1991, trent’anni fa, è arrivato alla cooperativa Il Calabrone, al fianco di don Piero Verzeletti («È stato il mio maestro», racconta), diventandone anche presidente per 18 anni. Si è sempre occupato degli ultimi - dai tossicodipendenti alle prostitute, dai detenuti ai senzatetto - riconoscendo loro dignità, unendo la sua grande umanità a passione e professionalità. «I premi non fanno per me - afferma con piglio risoluto -, ma lo accetto in rappresentanza di tutti coloro che ci provano ogni giorno. È un riconoscimento al significato del nostro impegno».

Anna Iannuzzelli - Medaglia d'oro

Anna Iannuzzelli - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Anna Iannuzzelli - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

La Medaglia d’oro ad Anna Iannuzzelli è un riconoscimento all’amicizia. A un sentimento forte, incondizionato, che non conosce barriere. Anna viene premiata per l’affetto, la cura, se vogliamo anche la fatica, che mette ogni giorno per condividere ogni cosa che la vita le offre con l’amica del cuore, Veronica, affetta da una malattia rara. Anna e Veronica hanno solo 12 anni e frequentano la seconda media all’istituto Bertolotti di Gavardo. Sono amiche fin dall’asilo e fin da allora Anna ha sempre cercato di proteggere Veronica, anche di difenderla da piccoli gesti di bullismo. La loro amicizia è stata descritta da Anna in un tema che la zia ha voluto segnalare alla commissione del Premio Bulloni. E a lei, una tra le più giovani a ricevere un riconoscimento da parte della città di Brescia, sarà consegnata una medaglia con la Vittoria alata. «Il tema aveva come titolo "La mia migliore amica" - racconta la mamma della dodicenne, Barbara Romano - e Anna ha raccontato di Veronica, di cosa fanno, dei piccoli dispetti degli altri ragazzini e del loro sogno: aprire insieme un salone di bellezza».

Volontari Cisom - Medaglia d'oro

Il gruppo dei volontari Cisom - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il gruppo dei volontari Cisom - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Sono cinquanta, molti dei quali giovani, attivi a Brescia dal 2007, impegnati soprattutto in attività di Protezione civile, ma con un’attenzione anche al sociale, perché si preoccupano di 35 famiglie indigenti che sostengono con pacchi alimentari, preparando anche - per esempio - il pranzo di Natale che distribuiranno proprio il 25 dicembre, allietando all’incirca 150 persone che riceveranno direttamente a casa il pasto (cucinato nell’oratorio di San Giacinto a Lamarmora, in città). Sono i volontari del Cisom, il Corpo italiano soccorso Ordine di Malta, coordinati nella nostra città dal capo gruppo Leonardo Spataro, che riceveranno il riconoscimento della Medaglia d’oro. Una medaglia che va a premiare chi dedica tempo ed energie agli altri, in mille forme.

Giancarlo Turati - Medaglia d'oro

Giancarlo Turati
Giancarlo Turati

Medaglia d’oro a Giancarlo Turati. Un riconoscimento che va a un uomo da sempre profondamente convinto del ruolo dell’impresa nello sviluppo sociale di un territorio. E che forte di questa convinzione ha operato per tutta la sua vita. Nell’azienda Fasternet ha assunto collaboratrici provenienti da paesi extraeuropei con difficoltà di inserimento linguistico e lavorativo; ha realizzato progetti con Cuore Amico negli ospedali del Mali, e anche il primo laboratorio «Sala parto robotizzata». È stato presidente della Piccola di Aib, e il suo nome è legato all’Albero della vita realizzato per Expo 2015. Non solo. Giancarlo Turati, anche grazie all’esperienza maturata da ragazzo negli Scout, nel 2016 è stato membro fondatore del progetto Pge (Programma gestione emergenze) nato in seguito ai terremoti in Emilia Romagna e Lombardia. Notevole è stato l’impegno di Turati sul fronte Covid, nel gruppo di lavoro a cinque di «Aiutiamo Brescia» (raccolta fondi promossa da Fondazione Comunità bresciana ed Editoriale bresciana) e con la firma della convenzione con Fondazione Poliambulanza per fornire tamponi gratuiti ai collaboratori della sua azienda e ai loro famigliari.

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