Pnrr, i ritardi di Roma preoccupano i sindaci bresciani: «Rischiamo di perdere i fondi»

In questi mesi sindaci, tecnici e dipendenti comunali hanno fatto i salti mortali per progettare le opere e bandire le gare di appalto
Loading video...
FONDI PNRR, TIMORI DEI COMUNI
AA

«Speriamo che arrivino i fondi del Pnrr promessi, sennò avremo lavorato per nulla, ma soprattutto resteranno deluse le nostre comunità che si aspettano di vedere realizzate le opere». Cristina Tedaldi, sindaca di Leno e presidente dell’Acb (l’Associazione dei Comuni bresciani), palesa la preoccupazione sua e dei colleghi.

Rischio beffa

L’allarme sui ritardi dell’Italia nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con il rischio di perdere (o avere in ritardo) le risorse previste dall’Europa, non lascia dormire sonni tranquilli agli amministratori locali. Nel Bresciano il Pnrr vale oltre un miliardo, buona parte destinato ai Comuni per numerosi rivoli di investimento. «In questi mesi - spiega Tedaldi - tanti sindaci, tecnici, dipendenti comunali hanno fatto i salti mortali per progettare le opere e bandire le gare di appalto, in modo da rispettare le scadenze: sarebbe una beffa che tutto si bloccasse».

Impossibile, nella maggior parte dei casi, anticipare i costi degli interventi di tasca propria in attesa del Pnrr: i Comuni non navigano certo nell’oro, senza contare il rischio di restare a bocca asciutta. Così, si guarda con preoccupazione a quanto potrà accadere sull’asse Roma-Bruxelles, al negoziato fra la premier Giorgia Meloni e la UE sui tempi e gli obiettivi del Pnrr.

Difficoltà

È stata una strada in salita per i sindaci. L’inverno scorso si erano levate da loro (legittime) grida di dolore per le difficoltà nel rispettare tempi e procedure previste dal Pnrr. Tanto per cominciare, troppa burocrazia a fronte di personale tecnico mancante. Gli enti locali hanno dovuto ingegnarsi da soli. Come dice Cristina Tedaldi, «abbiamo lavorato molto. Ciò che dovevamo fare per la progettazione e i bandi è stato fatto. I Comuni sono in linea. Adesso siamo alla fase degli appalti, ma i fondi non sono arrivati». Questa situazione di «stallo ci preoccupa, ovviamente».

Oltre all’incertezza sulle risorse c’è la possibilità che, per condizioni oggettive, i cantieri slittino, mentre il Pnrr prevede la chiusura dei lavori entro il 2026. Tuttavia, finora, dice Cristina Tedaldi, «non mi risultano Comuni che abbiano rinunciato». Una grossa mano, riconosce, «ci viene data dalla Provincia con la sua stazione appaltante, il Cuc (Centrale unica committenza), che ha gestito il 90% dei bandi». La presidente dell’Acb, come i suoi colleghi, assiste preoccupata, attende novità positive e chiude con uno «speriamo bene di non avere lavorato per nulla».

Montagna

Vale per tutti, ma ancora di più per le piccole realtà di montagna dove le difficoltà poste dalla burocrazia e dalla carenza di personale (vedi Livemmo) sono ancora maggiori. Con il paradosso che sono proprio loro ad avere particolare bisogno di sostegno contro lo spopolamento. Tre settimane fa il presidente nazionale di Uncem (Unione nazionale Comuni Comunità enti montani), Marco Bussone, in audizione al Senato, ha detto che «è impossibile per i Comuni montani e per quelli più piccoli anticipare le somme per gli investimenti e le opere del Pnrr». Sono stati previsti fondi statali per la progettazione delle opere e un altro fondo per contrastare il caro energia e materie prime, «ma non è previsto un fondo per consentire ai Comuni di pagare le ditte e aspettare poi gli accrediti del Ministero».

Suggeriva la creazione di un fondo apposito di 500 milioni. «Sarebbe utile soprattutto per il Sud, nel Bresciano, grazie alle Comunità montane e alle Unioni dei Comuni, che hanno anticipato alcuni fondi e fornito i tecnici, non ci sono stati finora problemi», fa sapere Massimo Ottelli, presidente della Comunità montana della Valtrompia e componente della giunta nazionale di Uncem. «Facendo rete, in sinergia, con le nostre risorse economiche e professionali siamo riusciti a dare una mano a chi non ce la poteva fare», spiega Ottelli. «Non ho notizie di piccole realtà che si siano tirate indietro dal Pnrr». Si va avanti, dunque, con lo sguardo rivolto a Roma e a Bruxelles. Sindaci e comunità locali attendono assicurazioni.

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato