Operazione Macumba, maxi sequestro di vestiti contraffatti

A Brescia uno dei laboratori che confezionava capi falsi di grandi marchi, che poi venivano rivenduti online
Parte della merce sequestrata dalla Guardia di Finanza - © www.giornaledibrescia.it
Parte della merce sequestrata dalla Guardia di Finanza - © www.giornaledibrescia.it
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Il sequestro di mezzo milione di prodotti, tra capi di abbigliamento, accessori, etichette, plotter tipografici e macchine da cucire professionali e l'individuazione di tre luoghi di produzione e una tipografia: sono i risultati dell'operazione Macumba della Guardia di Finanza, che ha eseguito perquisizioni tra Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Marche e Sardegna nei confronti di 26 indagati, italiani, senegalesi e marocchini, accusati di far parte di un'organizzazione criminale dedita a importazione, produzione e commercializzazione di oggetti contraffatti. A Brescia si trovava uno dei laboratori clandestini in cui i pezzi d'abbigliamento venivano confezionati.

L'indagine, coordinata dalla Procura di Bologna, è partita dal controllo di alcune persone tra il capoluogo emiliano, Ferrara, Macerata, Brescia e Nuoro, che proponevano la vendita via web di capi di abbigliamento di brand di moda come Chanel, Louis Vuitton, Balenciaga, Lacoste, Ralph Lauren, Gucci, Fred Perry, Moncler. Si è scoperto che sui social network venivano creati gruppi nei quali veniva pubblicizzata la merce esplicitamente indicata come non originale.

Gli acquirenti contattavano quindi gli amministratori e, dopo aver ricevuto indicazioni da questi, facevano gli ordini dei prodotti, poi spediti dopo il pagamento su paypal. È poi emerso che i venditori online si rifornivano degli oggetti, importandoli da Turchia o Cina oppure rivolgendosi a una rete di produzione di italiani e senegalesi che acquistava capi privi di marchio, e poi li assemblava e rifiniva coi loghi in laboratori clandestini, tra Bologna e Brescia.

 

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