Omicidio Ziliani: «La torta preparata per simulare la festa della mamma»

I verbali degli interrogatori e le foto agli atti svelano la preparazione dell’omicidio della ex vigilessa di Temù
Silvia e Paola Zani con la madre Laura Ziliani - © www.giornaledibrescia.it
Silvia e Paola Zani con la madre Laura Ziliani - © www.giornaledibrescia.it
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Un cupcake a forma di vaso di fiori. Un dolce solo apparentemente preparato per la festa della mamma. Ma servito in verità per portare a termine un omicidio. Quello di Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù, uccisa dalle due figlie Silvia e Paola e da Mirto Milani, fidanzato della maggiore. Dagli atti dell’inchiesta che giovedì approderà in aula per l’inizio del processo davanti alla Corte d’Assise, spunta la fotografia della torta a base di muffin che «il trio criminale» - come è stato chiamato degli inquirenti - aveva preparato il 7 maggio 2021.

 

 

La torta con le benzodiazepine che le sorelle Zani e Mirto Milani avevano preparato per Laura Ziliani - © www.giornaledibrescia.it
La torta con le benzodiazepine che le sorelle Zani e Mirto Milani avevano preparato per Laura Ziliani - © www.giornaledibrescia.it

Torta avvelenata

Era la vigilia della festa della mamma e si è trasformato nell’ultimo giorno in vita di Laura Ziliani, uccisa nella tarda serata e poi seppellita nella notte tra la vegetazione vicino al fiume Oglio. La torta, colorata e decorata in modo artistico, si è rivelata una trappola carica di benzodiazepine per la vittima. Lo ammette anche Paola Zani, una delle due figlie accusate. «La torta era un po’ un alibi per dimostrare che volevamo davvero festeggiare la festa della mamma con lei» e lo conferma Mirto Milani: «Io ho dato loro una mano, ma hanno cucinato loro. Sono sempre state delle brave pasticcere e sapevamo che Laura era golosa». È invece Silvia a raccontare meglio come è andata. «Tornata a casa quel giorno dal lavoro insieme a Paola e Mirto, abbiamo completato la torta che avete poi trovato nel frigorifero» racconta Silvia Zani nella sua confessione dello scorso 25 maggio davanti al pubblico ministero Caty Bressanelli.

Laura Ziliani, aveva 55 anni © www.giornaledibrescia.it
Laura Ziliani, aveva 55 anni © www.giornaledibrescia.it

«Io - prosegue - volevo agire senza dare a mia madre le benzoadiazepine. Dalla decorazione sono avanzati alcuni muffin e Mirto ha deciso di mettere le benzodiazepine proprio all’interno di questi muffin, utilizzando una siringa». Dai verbali dell’interrogatorio della figlia maggiore di Laura Ziliani - nel quale la ragazza spiega di aver commesso l’omicidio in concorso con la sorella e il fidanzato «perché eravamo convinte che mamma volesse ucciderci per liberarsi di noi» - emerge la lucida programmazione del delitto studiato per due anni anche guardando alcune serie Tv.

La sera dell’omicidio

«Ricordo che dovevamo agire proprio tra venerdì e sabato, perché la domenica c’era in progetto una gita a Cevo cui mia mamma teneva molto. Quindi non sarebbe stato credibile che lei fosse uscita domenica mattina da sola per una passeggiata mentre sarebbe stato molto credibile il sabato mattina». I tre avevano infatti deciso di simulare una gita in montagna finita male per la vittima. Come infatti raccontato quando Silvia, sabato 8 maggio prima di mezzogiorno - «le ore dieci era troppo presto, le 12 ci sembrava un orario accettabile» -, denuncia ai carabinieri la scomparsa della madre.

Tornando alla torta, Silvia racconta: «Mirto ha suddiviso le benzodiazepine tra due muffin e quando mia mamma è arrivata a casa a Temù verso le 22, dopo aver parlato della gita del giorno dopo, ha mangiato i muffin. Mirto era in camera mia e mia madre non l’ha visto e non sapeva che ci fosse. Lei non gradiva che Mirto stesse con noi nelle occasioni familiari, come appunto la festa della mamma. Quella sera - spiega Silvia Zani - se le cose non fossero andate per il nostro verso giusto, Mirto se ne sarebbe andato via. É stato con me nell’attesa che le gocce facessero effetto su mia mamma e sapevamo che ci sarebbe voluta almeno un’oretta». La sorella Paola aggiunge a verbale: «Nel frattempo ci prepariamo, ci vestiamo con maglie a maniche lunghe per non farci graffiare, un doppio paio di guanti in lattice, una cuffia aderente. Tutto per non lasciare tracce e non far sì che arrivassero al nostro dna».

Mirto Milani la sera del 7 maggio 2021 resta così nella casa di via Ballardini a Temù, nascondendosi prima e aiutando poi la fidanzata Silvia a uccidere la madre stringendo le mani al collo di Laura Ziliani mentre l’altra figlia, Paola, sdraiandosi di peso sull'ex vigilessa già stordita dai tranquillanti, la immobilizzava. «Dopo l’abbiamo spogliata perché non volevamo fosse trovata in pigiama, perché avrebbero capito che era morta di notte» confessa Paola Zani. «Avevamo già l'idea sin dall’inizio di dire - ammette - che mamma era uscita per fare una passeggiata e non era più tornata».

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