Neonata morta in casa: chiesta l'archiviazione per mamma e nonno

Era deceduta a dicembre e aveva il Covid. La perizia ha escluso la responsabilità degli adulti presenti
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il tribunale di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Non emergono responsabilità penali. Per questo il pubblico ministero Alessio Bernardi ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo a carico della madre e del nonno di una neonata, che non aveva ancora tre mesi lo scorso 29 dicembre, morta in casa e risultata positiva al Covid.

L’avevano messa nel lettino poco dopo la poppata di metà mattina. Quando qualche ora dopo erano tornati in cameretta, la bambina non respirava più. «È morta tra le mie braccia. Ho seguito passo dopo passo quello che gli operatori del 118 mi dicevano al telefono. Ho ripetuto il massaggio cardiaco dieci volte. Trenta compressioni per volta. Sembrava si fosse ripresa e invece non ce l’ha fatta» aveva spiegato il nonno della neonata.

Dalla relazione medico legale firmata dal primario di medicina legale di Verona, Dario Raniero, che aveva eseguito l’autopsia sulla piccola, non emergono criticità nei comportamenti della mamma e del nonno della neonata. La bimba, nata prematura, è risultata molto fragile ed era affetta, oltre che da Covid, anche da bronchiolite.

In attesa di capire i tempi della risposta del gip alla richiesta della Procura, la famiglia della bambina sta affrontando il capitolo strettamente collegato al dramma vissuto.

Dopo 24 ore dalla morte della neonata, il tribunale dei minori aveva infatti tolto alla madre e al padre gli altri tre figli: la gemellina della neonata deceduta e poi altri due bimbi più grandi. Una scelta che era stata anticipata da una serie di segnalazioni degli assistenti sociali che seguivano, su espressa richiesta della madre, la famiglia. «Il tragico evento della morte della bambina è legato alle condizioni di grave pregiudizio del nucleo familiare in cui viveva. Pregiudizio che ora permane in modo forte e drammatico per i suoi fratelli e la sorellina» scrisse il tribunale nel provvedimento di allontanamento dei tre figli della coppia che vive nell’Ovest bresciano.

Il maggiore dei fratellini si trova in una comunità protetta e vede la madre in incontri protetti, mentre gli altri figli sono in due famiglie distinte e non hanno più incontrato i genitori naturali dal giorno del loro allontanamento da casa. Il tribunale dei Minori ha aperto la pratica di adottabilità dei bambini, ma alla luce degli sviluppi sul fronte penale e l’esclusione di responsabilità dei genitori nella morte della figlia più piccola, gli avvocati Francesca Scagliola, Bianca Scaglia e Marino Colosio, che rappresentano i genitori, vogliono impugnare l’atto per bloccare l’iter. «Stiamo vivendo - aveva raccontato la madre subito dopo la tragedia - un dramma nel dramma».

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