Nel Bresciano 3.600 ucraini in fuga dalla guerra

Cominciano in parte a delinearsi i volti dei profughi ucraini fuggiti dalla guerra ed arrivati a Brescia e provincia. Per molti di loro, tuttavia, il dato rimane incerto e difficilmente definibile, proprio per la specificità di una migrazione forzata che, in questa fase emergenziale, si affida alle reti familiare ed amicale già presenti sul nostro territorio.
I numeri
Dunque, fino a ieri i profughi censiti in Questura erano 1.800, di cui poco meno di un migliaio minori. A questi, se ne devono aggiungere almeno altrettanti, secondo una prima stima delle persone che si sono registrate nei comuni della provincia e delle quali la Questura in queste oree sta raccogliendo i dati per avere un quadro più chiaro della situazione.
La quasi totalità di coloro che sono stati censiti è già registrata anche nei canali dell’Asst Spedali Civili, nei giorni scorsi presente davanti all’oratorio della parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa vicino alla questura e da ora, e fino al prossimo 15 aprile, in via Morelli (dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 16 e il sabato dalle 8 alle 12.30) dove c’è un percorso per tamponi, vaccinazioni Covid-19 ed altre pediatriche, per il certificato vaccinale, la tessera sanitaria (rilasciata ai minori e alle donne in stato di gravidanza) o il codice Stp (straniero temporaneamente presente) che consentono di ottenere prestazioni e prescrizioni di farmaci a carico del Servizio sanitario regionale.In via Morelli ci sono i medici delle Usca (le unità sanitarie continuità assistenziale) per l’assistenza medica ai profughi. Ieri, ad esempio, un bambino di appena tre mesi e la madre sono stati inviati all’Ospedale Civile per accertamenti legati alla positività al virus SarsCov2.
Con l’Unicef
Il punto della situazione è stato fatto in occasione della visita di Carmela Pace, presidente Unicef Italia, accompagnata da Gianfranco Missiaia, presidente del Comitato provinciale di Brescia. Due i passaggi dei rappresentanti di Unicef: uno all’oratorio delle Sante Capitanio e Gerosa dove il parroco padre Domenico Fidanza e molti volontari garantiscono l’accoglienza a chi si deve recare in questura per la registrazione. L’altro nell’hotspot sanitario aperto in via Morelli dall’Asst Spedali Civili per accogliere i profughi ucraini ed assisterli nei loro primi passaggi «sanitari» di iscrizione al sistema. In via Morelli erano presenti la direttrice sociosanitaria dell’Asst Spedali Civili, Annamaria Indelicato e il direttore generale dell’Agenzia di tutela della Salute di Brescia, Claudio Sileo, accompagnato dai suoi stretti collaboratori.
Tutele sanitarie
I profughi che si sono registrati (tampone, servizio sanitario e vaccini) sono 1.729 (dato aggiornato a giovedì sera), di cui il 49% di sesso femminile. Solo due su dieci decidono di farsi vaccinare contro il Covid. Ci sono 292 minori con meno di sei anni e 589 tra i sei e i diciotto anni. Tra questi, i non accompagnati dai genitori ed affidati a parenti sono 44. Dei profughi registrati, dodici (di cui quattro minori) sono ospiti nei Covid hotel (Manerba, Sirmione e Brescia) perché positivi al SarsCov2.
«Non avevamo mai affrontato una crisi di rifugiati di questa velocità e di questa portata - ha detto la presidente Unicef Carmela Pace -. Il nostro livello di attenzione è altissimo, sia ai confini dove garantiamo assistenza, sia nei Paesi che li accolgono. Stiamo seguendo i tracciabili a garanzia della loro e della salute di tutti, considerando che ancora alta è la percentuale di bimbi ucraini non vaccinati contro morbillo e polio. Siamo altresì preoccupati per i minori non accompagnati, doppie vittime di una guerra di cui non vediamo a breve una vera pace».
Animali da compagnia
Infine, una informazione che potrebbe sembrare fuori luogo in un contesto in cui si parla di guerra e di persone costrette a fuggire dalle loro case. Ma che non lo è. Chi è scappato portando con sè cani, gatti, alcuni anche un furetto e delle cavie, deve compilare il modulo ricevuto in Questura. Sarà poi contattato da un veterinario di Ats per la vaccinazione antirabbica e per un controllo sanitario dell’animale.
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