Movida al Carmine, come è andata la prima notte con lo stop anticipato all'alcol

Michele Maestroni
Venerdì sera in giro per i locali del quartiere di Brescia dove è vietato vendere alcolici dopo l'una
CARMINE, MOVIDA "CONTROLLATA"
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Ha esordito con la pioggia l'ordinanza che vieta ai locali del Carmine di vendere alcolici e cibo dall'una di notte alle sei del mattino nei giorni del fine settimana. Il leggero maltempo ha smorzato la movida estiva, ma nel quartiere della città le persone si sono date comunque appuntamento, concentrandosi soprattutto nei dehors dei bar in via delle Battaglie. Qui, un po' prima dell'«ora X», ovvero intorno alla mezzanotte e mezza, i camerieri e i baristi hanno cominciato a fare il giro dei tavoli informando i clienti: «Dall'una in poi non possiamo più servirvi birra o superalcolici».

Il momento dello stop

Nella serata in cui l'ordinanza entra in vigore si trova, tra i tavolini dei locali, chi era a conoscenza delle nuove regole e ha affrontato l'uscita sapendo a che cosa andava incontro, e chi, al contrario, è stato colto di sorpresa, vedendosi negare l'ultimo bicchiere della serata. «Volevo un bicchierino di Braulio, ma ho dovuto ripiegare su una Coca-Cola» dice Luca, un ragazzo incontrato fuori dall'ingresso del bar «Enotema». Come lui, anche altri si avvicinano al bancone e provano ad ordinare, ignorando il vistoso cartello appeso proprio accanto alla cassa, inequivocabile avviso che renderà vano ogni tentativo di ottenere alcolici. Puntualmente, infatti, il barista scuote la testa e dichiara che «No, il gin tonic non si può servire, si è fuori tempo massimo». 

  • Venerdì sera al Carmine
    Venerdì sera al Carmine
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    Venerdì sera al Carmine
  • Movida notturna al Carmine
    Venerdì sera al Carmine
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    Venerdì sera al Carmine
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    Venerdì sera al Carmine

«Molte persone non erano ancora informate della novità, così spieghiamo le nuove regole e anche la nostra posizione, ovvero che non vogliamo prendere multe - dice il titolare del bar Alberto Pasini -. Nel complesso da noi è stata una serata molto tranquilla, direi addirittura scarica. Spero sia solo per la pioggia e non perché l'ordinanza scoraggia i ragazzi a uscire».

Malumori e controlli 

La nuova ordinanza è stata emanata dal Comune di Brescia al fine di trovare un equilibrio tra la vita notturna del quartiere e il diritto dei residenti al riposo e alla tranquillità. La nuova regolamentazione va ad aggiungersi all'ordinanza già vigente che prevede la chiusura dei locali entro le due di notte.

Superata l'una di notte i clienti hanno la possibilità di finire di bere ciò che avevano ordinato prima dello stop, poi i gestori dei locali li invitano ad alzarsi. Nel mentre i baristi puliscono i tavoli e iniziano ad accatastare le sedie dei dehors. C'è un po' di malumore tra i clienti, ma soprattutto tra gli esercenti, che affrontano la prima serata di provvedimenti tra la rassegnazione e il nervosismo: «Non servirà a nulla, perché dopo l'una le persone non se ne andranno», sbotta Monica Ropli, titolare della piadineria «Il Ghiottone», che alle 00:59 spegne le piastre e chiude la cassa. 

«Finché rimaniamo aperti possiamo occuparci degli schiamazzi richiamando i clienti. Quando chiudiamo il negozio non è più compito nostro». Anche Alessandro Macrellino, gestore del bar «D'altri», scuote la testa: «Ci crea disagio perché danneggia l'incasso di una serata. Mentre chi vuole continuare a bere si porterà gli alcolici da casa, vedrai». A presidiare tutta la zona ci sono gli steward e gli agenti della Polizia Locale per accertarsi il rispetto delle nuove regole. Durante il loro intervento gli agenti hanno riscontrato irregolarità in tre locali, che ora rischiano di venire sanzionati. La loro posizione è attualmente al vaglio del comando di Brescia.

Serata tranquilla

Per Dario la serata è trascorsa quasi normalmente: si è visto con gli amici, hanno bevuto qualcosa e poi fanno ritorno a casa. Ma, in merito, ha le idee molto chiare. «Frequento la zona da anni e con il tempo la situazione è migliorata molto grazie anche alla presenza dei locali - dice. - Non è la movida selvaggia come la descrive qualcuno. Penso che il provvedimento vada a snaturare un po' la natura del quartiere». Giulia aggiunge: «Brescia è una città viva che accoglie tanti giovani. Se le serate in centro sono un problema allora il Comune dovrebbe creare altre zone di aggregazione che diano la possibilità a chi vuole vivere la notte di non urtare le necessità legittime dei residenti». L'allusione, forse, è all'idea di un villaggio dedicato alla vita notturna.

Dopo l'una e mezza sono pochi i capannelli di persone rimaste ferme sotto le insegne dei locali spente o di fianco i dehors chiusi, complice anche la pioggia che non ha concesso tregue.

La prima notte della nuova ordinanza si è svolta senza intoppi. Ma la sensazione è che il divieto non piaccia ai frequentatori dei locali e agli esercenti. Chissà invece com'è stata la notte degli abitanti del quartiere.

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