Maddalena trascurata? Botta e risposta tra Rolfi e Del Bono

L'incendio dei giorni scorsi ha innescato la polemica a distanza
Squadre all'opera per spegnere il rogo - © www.giornaledibrescia.it
Squadre all'opera per spegnere il rogo - © www.giornaledibrescia.it
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«La Maddalena è in stato di abbandono, il Comune faccia di più», dice Fabio Rolfi. «Cominci la Regione aiutando i privati con le necessarie risorse», ribatte Emilio Del Bono. Botta e risposta ieri fra l’assessore regionale all’Agricoltura e ai sistemi verdi e il sindaco della città.

È l’incendio in Maddalena ad innescare la polemica a distanza. Comincia Rolfi sulla sua pagina Facebook. «Gli incendi in periodi di siccità capitano, anche a causa del comportamento doloso degli uomini. Ma si possono anche prevenire migliorando la gestione dei boschi, pulendo la montagna, promuovendo una politica forestale, realizzando linee tagliafuoco e anche valorizzando un angolo di città oggi abbandonato e lasciato spesso a frequentazioni improprie».

L’assessore invoca «un impegno collettivo volto a una maggiore cura dei boschi e del patrimonio naturalistico, promosso e coordinato dal Comune di Brescia». Rolfi auspica che nei prossimi mesi venga fatto «uno studio approfondito per un percorso di riqualificazione del più importante polmone verde della città, che deve tornare a essere un elemento di attrattività in chiave turistica, sportiva e naturalistica».

«Ogni volta che leggo le dichiarazioni di Rolfi provo tristezza - attacca Del Bono -. La maggior parte della Maddalena è di proprietà privata, come la zona andata in fiamme. L’assessorato di Rolfi, che ha competenza sui parchi e sulle zone verdi, dovrebbe essere il motore di risorse per la montagna, compresa la nostra Maddalena. Tocca a lui aiutare i privati a mantenerla curata». In ogni caso, prosegue, «al posto suo prima di parlare avrei aspettato: può essere che l’incendio sia doloso, e che l’incuria non c’entri». Su una cosa sono d’accordo entrambi: nel ringraziare coloro che si sono prodigati nell’opera di spegnimento.

Tocca adesso alle forze dell’ordine capire l’origine dell’incendio. La nostra provincia, che ha la superficie boscata più estesa della Lombardia (oltre 171mila ettari), è anche fra le più colpite. 

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MADDALENA, BONIFICA CONCLUSA

Nel 2020 i due roghi più estesi della regione si sono registrati nel Bresciano: a Casto (su una superficie di 524 ettari, di cui 459 boscati) e a Bione (576 ettari di bosco). Insieme rappresentano l’82% del territorio lombardo percorso dalle fiamme. In Lombardia l’anno scorso gli incendi boschivi sono stati 143 per un totale di 1.332 ettari. Nella lotta al fuoco sono stati impegnati 3.224 operatori. La Regione ha stanziato un milione e mezzo per le opere di prevenzione e ripristino, mentre il servizio aereo, la gestione della rete radio, la formazione del personale ha richiesto quattro milioni. 

Un ultimo dato significativo: il 60% degli inneschi è dovuto all’uomo (il 38% è doloso). Il 37% è ascritto a cause dubbie o non classificabili, a dimostrazione di quanto siano complicate le indagini. Ancora più difficile, nel caso di azione dolosa, trovare i responsabili.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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