Lombardia, il toto-Giunta s’inceppa sull’Ambiente: Maione in pole (a sorpresa)

Con lui in squadra, Brescia avrebbe tre assessorati: Simona Tironi a Lavoro e istruzione e Barbara Mazzali a Turismo e fiere
I lombardi sono chiamati a scegliere presidente e consiglio regionale il 12 e 13 febbraio - Foto © www.giornaledibrescia.it
I lombardi sono chiamati a scegliere presidente e consiglio regionale il 12 e 13 febbraio - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ore 12: l’accordo è fatto. Ore 12.45: discussione riaperta. La pausa pranzo salva da altre comunicazioni confuse, ma per poco. Alle 15 si riparte: fuori questi, dentro questi altri, a cascata (quasi) tutte le deleghe scivolano di un posto. Ore 15.22: si torna allo schema delle 12. Ore 17.20, il messaggio di una fonte interna al tavolo è impietoso: «Qua si stanno accapigliando anche all’interno di Fratelli d’Italia. Mezza Giunta da rifare».

Lo storytelling che cristallizza il caos si è ripetuto fino a sera quando, ancora, solo qualcuno dei (forse) futuri assessori inseriti nell’elenco battezzato come «certo» è stato contattato per firmare l’incarico di Giunta questa mattina alle 9.30. Qualcuno, ma non tutti. Segno che, fino all’ultimo (ovvero alla conferenza stampa in programma questa mattina alle 11.30 a Palazzo per presentare appunto la nuova squadra), qualche casella può ancora variare.

E così, il conclave infinito del centrodestra consumato un po’ a Roma e un po’ via chat, ma sempre sul filo del panico, è assomigliato più a un incrocio tra «indovina chi» e «il gioco della sedia».

Lo schema

L’epilogo racconta di alcuni punti fermi e più di qualche casella in uno stato di equilibrio precario, come i nervi dei segretari regionali e provinciali della coalizione. Innanzitutto la questione spacchettamento delle deleghe: la Sanità resta saldamente legata al Welfare nelle mani di Guido Bertolaso (che, probabilmente, oggi non ci sarà per impegni pregressi).

C’è invece lo scorporo tra Infrastrutture (insieme alla delega Banda larga nelle mani di Claudia Terzi) e Trasporti (settore che sembrerebbe assegnato a Franco Lucente). L’ultimo schema circolato prevedeva: per quanto riguarda la Lega Elena Lucchini a Disabilità e famiglia, Alessandro Fermi a Ricerca e innovazione, Massimo Sertori a Montagna ed enti locali, Guido Guidesi allo Sviluppo economico (e Terzi alle Infrastrutture).

Per quanto riguarda Fratelli d’Italia sarebbero confermati Marco Alparone vicepresidente con delega al Bilancio, Romano La Russa a Sicurezza, Polizia locale e Protezione civile, Francesca Caruso (o Lara Magoni) a Sport e giovani, Franco Lucente ai Trasporti, Alessandro Beduschi all’Agricoltura, Paolo Franco alla Casa e Barbara Mazzali al Turismo, moda e fiere.

La formazione di Forza Italia sarebbe invece rappresentata con certezza da Simona Tironi (Istruzione, formazione e lavoro) e da Gianluca Comazzi (Territorio e parchi).

I grattacapi

A inceppare ulteriormente tutto fino a tarda sera sono state due deleghe in particolare: la Cultura, per la quale sembrava ci fosse un accordo tra Vittorio Sgarbi e Daniela Santanchè, sfumato poi in fase di risoluzione tra le polemiche. Al punto che la delega potrebbe essere accorpata: le ipotesi in campo puntavano o ad affidarla a Tironi o, più probabilmente, a Caruso.

Giorgio Maione
Giorgio Maione

Il secondo capitolo gestito in modo assai abborracciato riguarda la delega all’Ambiente, per la quale nessun partito ha avanzato particolari battaglie (nonostante a Brescia sia un tema particolarmente centrale). L’assessorato che fu di Raffaele Cattaneo (che pare fuori dalla Giunta) andrebbe dunque in quota Lombardia Ideale, ossia la lista civica del presidente Fontana: Giacomo Cosentino si sarebbe chiamato fuori dalla partita in favore di un rappresentante dei territori che non sono riusciti ad ottenere un seggio: a giocarsela fino all’ultimo sono stati il bresciano Giorgio Maione (1.213 preferenze) e il bergamasco Basilio Mangano (923 voti personali). E a spuntarla - a riunione ancora in corsa - sembra essere stato proprio Maione.

Se questo schema oggi sarà confermato come pare, Brescia uscirà da questo toto-Giunta fantascientifico con (quasi) tre assessori in squadra: Tironi (Fi), Maione (Lombardia Ideale) e la mantovana Mazzali (Fdi), bresciana solo d’adozione.

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