Italia e Estero

Regione Lombardia, la Giunta nasce a Roma tra litigi e veti interni

A Mazzali Turismo e fiere e Simona Tironi è in pole per il Lavoro. Ipotesi Caparini consigliere e Maione sottosegretario
I NOMI DELLA NUOVA GIUNTA
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C’è un tempo per governare e c’è un tempo per litigare. E ieri, al vertice romano proseguito in notturna, sono arrivati tutti preparati: lo sapevano fin dal principio, quello era il tempo per litigare (che, tradotto nel dizionario politico non significa altro che trattare fino all’ultimo, anche sbattendo i pugni sul tavolo). La lunga serata di coltelli e (sporadiche) risate si è chiusa a casa del ministro del Turismo Daniela Santanchè, dopo un primo conclave che ha restituito una fumata che più nera non si può, tanto da richiedere i tempi supplementari.

Ma la squadra di Giunta, parola del presidente Attilio Fontana, oggi sarà ufficializzata con tanto di nomi e deleghe definitivi. Qualche exit poll, però, a tarda ora e a riunione ancora in corso, alla fine è arrivato. Ma sempre di exit poll si tratta, il che significa che la giornata di oggi potrebbe riservare qualche ribaltone e qualche sorpresa.

I due punti dolenti

Tutto si è arenato a suon di liti su due punti in particolare che, a cascata, hanno inceppato le altre assegnazioni e catalizzato attenzione e improperi. Il primo è la battaglia avviata da Noi Moderati per garantire un posto all’ex assessore all’Ambiente, Raffaele Cattaneo che, fino alle 19, non era contemplato in nessuna delle caselle a disposizione. Il secondo pomo della discordia è quasi «una questione privata»: il pressing a favore del presidente del Consiglio uscente, Alessandro Fermi (Lega), per garantire a lui la guida dell’Aula, un ruolo che Fratelli d’Italia aveva però prenotato da tempo. Senza contare che la Lega avrebbe così sia la presidenza della Regione sia quella del Consiglio, un unicum nel «manuale del bon ton di coalizione» non scritto.

Al cuore del problema

Del resto, Fontana lo aveva già sciorinato nel pomeriggio il cuore del problema: «Ci sono ancora da chiarire alcuni punti sulla delimitazione nelle competenze dei singoli assessorati, cose su cui abbiamo fatto degli approfondimenti perché su alcuni ambiti ci sono delle questioni tecniche che volevamo approfondire per essere sicuri che alcune si potessero fare o meno. Dobbiamo risolvere e chiarire questi punti». Che, però, tanto secondari non sono.

Trattativa

A un certo punto della serata, Licia Ronzulli se ne è andata infuriata. Segno tangibile che le facilissime profezie dei giorni scorsi si sono avverate per Forza Italia: puntava ai tre assessorati, ne ha incassati infine due, compensati da un sottosegretariato. Sono Simona Tironi, che - a pochi minuti dalla stampa del giornale - è quotata in pole per la delega al Lavoro, e Gianluca Comazzi, mentre Fabrizio Figini dovrebbe accaparrarsi il sottosegretariato. Questo libererebbe il posto per Raffaele Cattaneo, che potrebbe essere così confermato all’Ambiente, mentre il frontman della Civica di Fontana, Giacomo Cosentino, dovrebbe occupare un posto nell’Ufficio di presidenza.

Restando nel perimetro di Lombardia Ideale, a un certo punto della serata è spuntato anche il nome di Giorgio Maione per un sottosegretariato. Guido Bertolaso resta il punto fermo per la Sanità (che non pare verrà scorporata). In casa Lega Claudia Terzi viaggia verso la conferma ai Trasporti, Guido Guidesi allo Sviluppo economico, Massimo Sertori alla Montagna, Elena Lucchini alla Disabilità, mentre sul ruolo di Alessandro Fermi a tarda notte il braccio di ferro non era ancora finito: i bookmaker lo quotano più vicino all’assessorato che alla presidenza del Consiglio. Il vero derby nel Carroccio sarebbe invece tra Davide Caparini e Stefano Bolognini, in lizza da sottosegretari. Fratelli d’Italia conferma a Turismo, moda e fiere Barbara Mazzali. Il partito di Giorgia Meloni dovrebbe quindi essersi anche accaparrato le deleghe a Bilancio (Marco Alparone), Agricoltura (Alessandro Beduschi), Casa (Franco Lucente), Sicurezza (Romano La Russa), Famiglia (Paola Bulbarelli o Lara Magoni) e, infine, la Cultura (StefanoZecchi). Il condizionale resta d’obbligo, perché la Giunta nasce sì a Roma. Ma a notte fonda.

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