Lombardia, è corsa alla Giunta: Brescia ipoteca 3 assessorati, ma punta a quattro
A scalpitare sono in tanti. E ognuno sta scomodando padrini, madrine e sponsor da ogni dove: dai partiti, dal goveno, dalle categorie. Nomi pesanti, in qualche caso «anche ingombranti». Telefonate e whatsapp si susseguono a un ritmo talmente serrato che, a confronto, quello dell’ultimo miglio di campagna elettorale risulta quasi blando.
Mentre il nuovamente eletto presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana si è concesso qualche giorno di pausa in montagna, a 48 ore dalla chiusura dei seggi e a 24 dai dati consolidati, è già iniziato l’assalto alla Giunta. Anche perché il governatore è stato cristallino: non c’è tempo da perdere. Non a caso, agenda istituzionale alla mano, a Palazzo Lombardia la data del primo Consiglio regionale è già calendarizzata per il primo martedì di marzo, ovvero il 7.
Nuovi equilibri nel centrodestra
È vero: ci sono sedici caselle in ballo, ma tutti sanno che le deleghe hanno pesi differenti e che c’è anche la partita dei ruoli di compensazione: dalla presidenza del Consiglio regionale (anche questa reclamata da FdI, così come pure la vicepresidenza che dovrebbe andare a Romano La Russa), fino ai sottosegretariati, posti che potrebbero ricompensare chi - pur avendo fatto razzia di preferenze - rischia ora di rimanere tagliato fuori.
Come si muove Brescia
Un risiko complesso, in cui a contare sono più fattori: la performance dei partiti, quella dei singoli, il peso delle deleghe, le quote rosa e la territorialità. E in questa partita Brescia ipoteca tre assessorati, non escludendo di portarne a casa un quarto. In casa FdI non ci sono guerriglie in corso: tutti sono concordi sul fatto che a sedere sullo scranno da assessore debba essere Barbara Mazzali e la delega acclamata per lei è tra le più ambite: Agricoltura e caccia, un filone che unirebbe così l’azione del ministero a quella regionale.
La Lega dovrebbe indicare Fabio Rolfi come nomina esterna, ruolo che l’assessore uscente potrebbe lasciare qualora vincesse la sfida per la Loggia, per la quale è candidato sindaco. A quel punto potrebbe subentrare al suo posto Davide Caparini che per questi cinque anni ha guidato il Bilancio al fianco di Fontana, mentre per Floriano Massardi, il più preferenziato, potrebbero aprirsi altri tipi di riconoscimenti.
Forza Italia ha già indicato Simona Tironi, perché - spiega il commissario Adriano Paroli - «è indubbio che il risultato a due cifre ottenuto a Brescia meriti un riconoscimento e la proposta e l’indicazione del partito è Simona, perché è stata la più preferenziata». Paroli fa una riflessione più ampia per sottolineare il peso della nostra provincia in chiave regionale: «In generale le preferenze registrate a Brescia nel centrodestra sono rappresentative del radicamento dei nostri candidati sul territorio e questo è un dato molto importante e che non va sottovalutato anche nell’assegnazione dei ruoli».
Ecco perché i tre assessorati sembrano essere certi, ma «il quarto non si esclude affatto, anzi». A potersela giocare potrebbe essere a questo punto proprio Lombardia Ideale che, a Brescia, ha visto in testa l’ex assessore comunale Giorgio Maione con 1.213 voti personali. In tutto questo, però, i partiti sanno anche di dover fare i conti con la «quota presidenziale»: Fontana qualche voce in capitolo vuole averla. Non è ad esempio un segreto che il governatore punti a mantenere in squadra Guido Bertolaso, se non confermandolo alla Sanità, almeno come consulente della presidenza stessa, come non è da escludere lo scenario che le deleghe a Sanità e Welfare siano scisse.
Nel frattempo, però, le trattative si consumano a suon di sms e si iniziano a fissare i primi incontri politici. Domani tocca a FdI, ma anche FI ha in agenda un vertice, mentre la prossima settimana sarà la volta dei caminetti di coalizione. Gli unici decisivi.
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