Lombardia, è corsa alla Giunta: Brescia ipoteca 3 assessorati, ma punta a quattro

In pole ci sono Mazzali, Tironi e Rolfi: il quarto posto potrebbe andare alla Lega o alla civica Lombardia Ideale
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REGIONE, VERSO LA GIUNTA
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A scalpitare sono in tanti. E ognuno sta scomodando padrini, madrine e sponsor da ogni dove: dai partiti, dal goveno, dalle categorie. Nomi pesanti, in qualche caso «anche ingombranti». Telefonate e whatsapp si susseguono a un ritmo talmente serrato che, a confronto, quello dell’ultimo miglio di campagna elettorale risulta quasi blando.

Mentre il nuovamente eletto presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana si è concesso qualche giorno di pausa in montagna, a 48 ore dalla chiusura dei seggi e a 24 dai dati consolidati, è già iniziato l’assalto alla Giunta. Anche perché il governatore è stato cristallino: non c’è tempo da perdere. Non a caso, agenda istituzionale alla mano, a Palazzo Lombardia la data del primo Consiglio regionale è già calendarizzata per il primo martedì di marzo, ovvero il 7.

Nuovi equilibri nel centrodestra

Tutti sono in fibrillazione, anche in casa Fratelli d’Italia e la ragione è presto spiegata: tirata la riga, a conti fatti, l’epilogo elettorale ha ri-scombinato nuovamente le carte. Quella che era ritenuta la «quota di sopravvivenza» del partito di Matteo Salvini (ovvero non scendere sotto il risultato del voto di settembre nella regione culla del leghismo) non solo è stata raggiunta, ma è stata anche superata. Tradotto in cifre: il Carroccio era al 13,9% e lunedì si è risvegliato al 16,5%. Se a questa percentuale si somma quella di Lombardia Ideale, la civica del presidente su cui è convogliata buona parte dei consensi dei nordisti, si arriva a 22,6%. Il distacco da Fratelli d’Italia non è insomma così ampio come inizialmente il partito di Meloni immaginava. Tanto che di fronte alla richiesta - decantata quasi come un diktat - di otto assessorati in quota FdI, Fontana, forte del suo risultato, ha subito tagliato corto: «Valuteremo le richieste di FdI a bocce ferme». Come a dire: le proporzioni vanno ricalibrate.

È vero: ci sono sedici caselle in ballo, ma tutti sanno che le deleghe hanno pesi differenti e che c’è anche la partita dei ruoli di compensazione: dalla presidenza del Consiglio regionale (anche questa reclamata da FdI, così come pure la vicepresidenza che dovrebbe andare a Romano La Russa), fino ai sottosegretariati, posti che potrebbero ricompensare chi - pur avendo fatto razzia di preferenze - rischia ora di rimanere tagliato fuori.

Come si muove Brescia

Un risiko complesso, in cui a contare sono più fattori: la performance dei partiti, quella dei singoli, il peso delle deleghe, le quote rosa e la territorialità. E in questa partita Brescia ipoteca tre assessorati, non escludendo di portarne a casa un quarto. In casa FdI non ci sono guerriglie in corso: tutti sono concordi sul fatto che a sedere sullo scranno da assessore debba essere Barbara Mazzali e la delega acclamata per lei è tra le più ambite: Agricoltura e caccia, un filone che unirebbe così l’azione del ministero a quella regionale.

La Lega dovrebbe indicare Fabio Rolfi come nomina esterna, ruolo che l’assessore uscente potrebbe lasciare qualora vincesse la sfida per la Loggia, per la quale è candidato sindaco. A quel punto potrebbe subentrare al suo posto Davide Caparini che per questi cinque anni ha guidato il Bilancio al fianco di Fontana, mentre per Floriano Massardi, il più preferenziato, potrebbero aprirsi altri tipi di riconoscimenti.

Forza Italia ha già indicato Simona Tironi, perché - spiega il commissario Adriano Paroli - «è indubbio che il risultato a due cifre ottenuto a Brescia meriti un riconoscimento e la proposta e l’indicazione del partito è Simona, perché è stata la più preferenziata». Paroli fa una riflessione più ampia per sottolineare il peso della nostra provincia in chiave regionale: «In generale le preferenze registrate a Brescia nel centrodestra sono rappresentative del radicamento dei nostri candidati sul territorio e questo è un dato molto importante e che non va sottovalutato anche nell’assegnazione dei ruoli».

Ecco perché i tre assessorati sembrano essere certi, ma «il quarto non si esclude affatto, anzi». A potersela giocare potrebbe essere a questo punto proprio Lombardia Ideale che, a Brescia, ha visto in testa l’ex assessore comunale Giorgio Maione con 1.213 voti personali. In tutto questo, però, i partiti sanno anche di dover fare i conti con la «quota presidenziale»: Fontana qualche voce in capitolo vuole averla. Non è ad esempio un segreto che il governatore punti a mantenere in squadra Guido Bertolaso, se non confermandolo alla Sanità, almeno come consulente della presidenza stessa, come non è da escludere lo scenario che le deleghe a Sanità e Welfare siano scisse.

Nel frattempo, però, le trattative si consumano a suon di sms e si iniziano a fissare i primi incontri politici. Domani tocca a FdI, ma anche FI ha in agenda un vertice, mentre la prossima settimana sarà la volta dei caminetti di coalizione. Gli unici decisivi.

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