Loggia 2023: strette di mano, accordi ombra e piani B con le alleanze al giro di boa

I partiti tengono gli occhi puntati sulle civiche: il loro (ri)posizionamento diventa determinante
Uno scorcio di Palazzo Loggia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio di Palazzo Loggia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Quando si interrompe la conversazione ufficiale e si preme il tasto «stop» sul registratore, il dialogo procede a briglie sciolte. «La verità è che si prefigura un testa a testa e che le schegge impazzite diventano l’ago della bilancia».

Schegge impazzite? «Le civiche: non si capisce ancora da che parte stiano veramente, da chi saranno composte e quindi che peso avranno». Tradotto: quali saranno le liste che sottrarranno un pacchetto di voti ai partiti e dove quel tesoretto di consensi verrà direzionato. Pausa.

Per gli interlocutori il trucco c’è, e si vede. «Sceglieranno all’ultimo, in base ai ruoli sul tavolo. Ma in questa condizione, sul tavolo cosa rimane?». Il cruccio (al netto di qualche variazione semantica) attraversa le voci di un crocchio di persone: c’è il centrosinistra come il centrodestra, ma soprattutto ci sono esponenti di partito. In un contesto ancora abborracciato, le alleanze sono diventate al tempo stesso la chiave di volta e il grattacapo degli schieramenti. Indaffarati a muoversi dietro le quinte per rinsaldare il più possibile questa partenza sghemba della campagna elettorale per Loggia 2023.

Centrodestra

Fabio Rolfi, sabato, ha presentato la sua candidatura alla città davanti a una platea di oltre 250 sostenitori. Sapeva che, tra loro, non ci sarebbero stati i rappresentanti di Fratelli d’Italia: in parte perché erano a Roma alla convention per il decennale del partito, dove si è riunita anche la segreteria lombarda (non si è chiusa però la lista per le Regionali).

In parte, perché FdI non era pronta a concedere il suo nullaosta: non perché Rolfi non sia gradito («se si voleva rompere con Lega e FI, i toni sarebbero stati ben altri» assicurano dal partito di Meloni), ma perché le trattative interne alla coalizione non sono chiuse. Quali? Quelle sulla Lombardia, appunto. Per questo stasera a Milano c’è l’incontro che vede seduti al tavolo i coordinatori regionali insieme al presidente Attilio Fontana, in corsa per il bis. È questo l’accordo ombra che condiziona il timing sulla Loggia e la posta in gioco sono gli assessorati regionali e la loro spartizione.

L’esito? «Una roulette russa» dice prudentemente uno dei protagonisti: potrebbe sbloccarsi tutto (e «in quel caso la conferenza del centrodestra unito per Rolfi potrebbe arrivare in settimana»), oppure lo stallo potrebbe cristallizzarsi fino all’Epifania. Quel che è certo è che a FdI andrà (tra le altre cariche) quella del vicesindaco. E qui si torna alla domanda iniziale: cosa resta sul tavolo per altri apparentamenti? Nel frattempo, Italia Viva ha rotto gli indugi giocando a carte scoperte con il centrosinistra: intende tenersi le mani libere.

E Rolfi non chiuderebbe la porta al partito di Renzi, anzi. Tanto più che - nel caso di una corsa in solitaria - il sostegno di Iv con Guido Galperti e Gianbattista Groli è sempre più orientato su Nini Ferrari, volto di X Bs Civica e non certo lontana dal centrodestra. Lei si sta muovendo ancora dietro le quinte: osserva, dialoga, stringe mani. Ma la situazione è ancora «liquida».

Centrosinistra

Dall’altra parte, nel centrosinistra, non va certo meglio. Oggi è in programma la riunione della segreteria, a cui farà seguito l’Assemblea cittadina: all’ordine del giorno ci sono le Regionali, ma di certo un resoconto sullo storytelling per la designazione del candidato sindaco sarà chiesto al segretario Tommaso Gaglia. Allo stato dell’arte, le quotazioni più alte sono quelle della vicesindaco Laura Castelletti, in pole rispetto ai due esponenti dem Valter Muchetti e Federico Manzoni. E dopo l’ultimatum arrivato dalla cordata degli alleati (Azione, Sinistra italiana, Sinistra a Bs, Psi, +Europa e Possibile) la sua investitura sembra a un passo. Gli altri partiti sono stati chiari: se non sarà lei, la coalizione non esisterà più e il Pd rimarrà isolato.

Le tappe per conclamare questo scenario, però, sono ancora almeno due: il tavolo di coalizione (non ancora convocato) e la ratifica dell’Assemblea dem (per ora non scontata: gli sherpa sono al lavoro). Gli alleati attendono, ma non lo faranno all’infinito. Lo spartiacque è l’Epifania, poi «scatterà il piano B: sceglieremo un nostro candidato». Anche questa seconda opzione, però, non si prefigura lineare.

Azione, ad esempio, che farà: ricomporrà il Terzo polo? Farà da stampella ai dem? Sinistra italiana guidata da Luca Trentini per ora sta pensando a una lista unitaria con civici e Brescia Attiva (il movimento ecologista di cui sono portavoce l’ex europarlamentare Monica Frassoni e Giovanni Mori, uno dei leader di Fridays For Future), ma se non ci sarà più l’alleanza con il Pd, questa civica al fianco di chi si schiererà? E il Polo civico di Alessandro Cantoni, seguirà Iv o i dem? Le incognite si affastellano e l’Epifania si avvicina. Per tutti.

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