Lombardia 2023, Fontana: «I territori avranno uguali opportunità»

Il presidente regionale uscente lancia da Brescia la sua corsa per la conferma in Regione: «Temo l’assenteismo al voto»
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FONTANA: "NON TEMO GLI AVVERSARI"
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Una forte consapevolezza e grande sicurezza. Con questo spirito il presidente della Regione, Attilio Fontana, si presenta alla sfida per le regionali del prossimo 12 e 13 febbraio. La visita al nostro giornale è stata l’occasione per un’intervista con il governatore leghista.

In questi 5 anni ha dubitato sulla ricandidatura?

Guardi in certi momenti la situazione è stata talmente pesante che mi sono chiesto se sarei stato in grado di reggere. Ma non mi sono mai posto il problema della ricandidatura.

Cosa può dirci del dualismo con la Moratti?

C’è stato un periodo in cui la Moratti sosteneva di essere la candidata del centrodestra, poi il centrodesta ha scelto me e lei non lo ha accettato. Moratti ha sostenuto che le fosse stato promesso. Non certo da me. O la Moratti ritiene questa carica ereditaria e quindi io avrei dovuto indicarla come mio successore, oppure avrebbe dovuto concordalo con Berlusconi, Salvini, Meloni e Lupi.

Nell’arco di cinque anni sono cambiati gli equilibri politici nel centrodestra. Pensa che avrà effetti sul suo operato?

Sono confidente che questa maggioranza continui a ben esprimersi come ha fatto in questi cinque anni. Abbiamo sempre deciso all’unanimità e le nostre scelte sono state condivise anche con chi aveva un solo consigliere.

Cosa pensa di quanto succede nella Lega e dei fuorisciti in Consiglio regionale?

I consiglieri hanno ribadito la volontà di sostenermi. Ma soprattutto, ricordo che Umberto Bossi ha sempre sostenuto che la Lega deve rimanere unita e non ci devono essere scissioni.

Nella corsa a tre per la Regione, Terzo polo e centrosinistra si rinfacciano di favorire la sua vittoria. Lei si sente favorito?

No. La campagna elettorale si deve fare con la massima determinazione e il massimo impegno. L’unica cosa che veramente temo è che la gente non vada a votare.

I suoi 5 anni da governatore si possono dividere in un periodo Covid e in un periodo extra Covid. Cosa si sente di dire sull’esperienza umana oltre che politica?

L’esperienza del Covid è stata durissima perché oltre a dover affrontare da soli e senza aiuti da Roma la pandemia, abbiamo avuto una serie di attacchi mediatici che hanno rischiato di farci perdere lucidità. Ma credo che ne siamo usciti bene, purtroppo la Lombardia è stata attaccata dal virus con grandissima violenza e a Roma non si sono resi conto di quello che stava accadendo.

E dopo il Covid?

La reazione della Regione è stata eccellente e se guardiamo ai numeri sono tutti superiori alla media. Per reagire alla pandemia il 4 maggio 2020 abbiamo approvato una legge che stanziava 3 miliardi di euro per opere pubbliche e di questi ben 400 milioni sono stati utilizzati per aprire 3080 cantieri entro il 30 gennaio 2021 nei comuni lombardi. Certo non c’è solo il piano Lombardia, abbiamo investito in innovazione, sulla rigenerazione urbana e su moltissimi altri ambiti.

Cosa dice della campagna elettorale?

Cercano in tutti i modi di tirarmi dentro le polemiche, ma volo alto. Majorino dice che non faccio niente per il sociale. Siamo stati la prima regione che ha approvato la legge sul caregiver familiare, la prima che ha firmato la legge sulla vita autonoma dei disabili.

Come vede la Lombardia?

La Lombardia deve essere una smart land, una regione nella quale ci sia la possibilità in tutti i territori di avere le stesse opportunità di servizi, connettività e collegamenti. Servono innanzitutto ricerca, innovazione e formazione.

Ma come pensa di «cucire» l’intero territorio lombardo tra grandi centri e aree interne?

Il governo aveva individuato sei aree interne, noi ne abbiamo realizzate quattordici. Abbiamo messo soldi nostri, 194 milioni complessivi per cercare di costruire insieme a sindaci, comunità montane, Gal, ovvero on agli stakeholder territoriali, progetti che servano a rilanciare tutte le aree interne.

Quale saranno il suoi primi interventi se sarà rieletto?

Uno in modo particolare, la riduzione delle liste d’attesa a cui già sta lavorando Bertolaso. Abbiamo già stanziato 100 milioni quest’anno ma la carenza di medici e di personale influisce, perché si possono stanziare soldi e tenere aperti gli ambulatori 24 ore su 24 ma se il personale è ridotto il problema resta.

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