Loggia 2023, il fronte pro Laura Castelletti si rafforza (anche nel Pd)

L’ultimatum di Azione, Sinistra e Psi: «La vice è la candidata ideale, altrimenti salta l’alleanza»
Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Sono le ore delle decisioni e degli annunci. Alcuni - come quello che vedrà oggi l’assessore regionale Fabio Rolfi rompere gli indugi sulla sua corsa come frontman del centrodestra - già nell’aria, altri preceduti da mesi di suspense e anche da una dialettica audace. Nel centrosinistra, in particolare, dove soprattutto negli ultimi giorni sono letteralmente volati gli stracci, si inizia a vedere con chiarezza «la luce in fondo al tunnel».

L’esito dei colloqui a tu per tu condotti dagli sherpa vestiti da pontieri, gli scossoni a suon di ultimatum arrivati dai militanti dei partiti esausti di un’attesa cristallizzata e il tocco di decisionismo dei vertici dem sembrano avvicinare la scelta del candidato sindaco per il dopo Del Bono. E se per l’ufficialità è vero che bisognerà attendere la convocazione (e la condivisione) del tavolo del centrosinistra, atteso a giorni, è altrettanto vero che il nome di Laura Castelletti si rafforza col trascorrere dei giorni. Il fronte pro vicesindaco (si sa) ha dalla sua Azione, Sinistra italiana, Brescia per passione, Sinistra a Brescia, +Europa, Possibile, Psi, Radicali italiani. Ma anche buona parte del Pd, dove si è allargata la platea di big che vede nel braccio destro del sindaco «la candidatura migliore per vincere e che sia espressione dell’intera coalizione».

Gli alleati

Castelletti è l’unico nome che ha spostato l’asticella del consenso dopo che, a inizio estate, il sindaco l’aveva schierata al nastro di partenza, per il passaggio del testimone, insieme agli altri due assessori: Federico Manzoni (Mobilità) e Valter Muchetti (Lavori pubblici). E se questo, come pare, avesse davvero portato anche la dirigenza dem a fare quadrato sul suo nome, adesso ci sarebbero tutte le condizioni per arrivare a un verdetto.

Anche perché a togliere ogni indugio sono stati gli alleati del Pd. «Da ormai troppo tempo si sta trascinando un confronto sui nomi della o del futuro candidato sindaco. Assistiamo ad un sostanziale immobilismo da cui è necessario uscire. Abbiamo preferito fin qui attendere in fiducioso silenzio mentre altri passavano le giornate a dialogare più a destra che a sinistra. È tempo di abbandonare personalismi: abbiamo individuato in Laura Castelletti la candidata ideale per dare alla città continuità e innovazione e per offrire una solida proposta politica. Crediamo sia l’unica soluzione in grado di garantire l’attuale perimetro della coalizione. Desideriamo essere unitari. Se tuttavia prevarranno scelte escludenti e incapacità di sintesi, che non auspichiamo, sarà inevitabile per noi organizzarci per affrontare in autonomia la sfida delle Amministrative». Tradotto: se Castelletti non sarà la candidata sindaco per Azione, Sinistra e Psi salta l’alleanza.

Scenario

Un ultimatum che restituisce lo schiaffo a chi invece invoca le primarie. Dal gruppo di veterani dem che preferirebbero un candidato dem, a Massimo Balliana che ieri - a margine della conferenza per il comitato Schlein - ha commentato così lo scenario in Loggia: «Auguro a Castelletti di vincere, ma non ha avuto l’incarico in maniera trasparente. Non è mai capitato che un sindaco uscente abbia scelto il suo successore creando problemi al partito, senza coinvolgere e facendo tutto in modo approssimativo. Sono molto preoccupato e mi vergogno di questo percorso. Non abbiamo fatto una bella figura».

Ma il messaggio è diretto anche ad Italia Viva, che si è sfilata dalle riunioni (dopo aver espresso la sua preferenza per Manzoni) rinviando il dibattito a dopo le Regionali. È proprio al partito di Renzi che gli altri alleati si riferiscono parlando di chi «passava le giornate a dialogare più a destra che a sinistra», tanto più che ieri Iv non ha partecipato neppure al tavolo del centrosinistra provinciale, in conclave per confrontarsi sulla presidenza della Provincia.

«Sulla Loggia vedo una soluzione unitaria a breve» confessa l’on. Fabrizio Benzoni (Azione). Ottimismo condiviso dal segretario provinciale del Pd Michele Zanardi: «Nell’ultima settimana sono stati compiuti passi avanti. Il Pd lavora per chiudere la partita in tempi brevi: il candidato dev’essere il migliore per la coalizione». Certo per i dem il grattacapo resta: se Castelletti sarà la frontwoman, chi tra Muchetti e Manzoni sarà il vice: il primo che accetta di compiere il passo di lato? C’è chi assicura di sì...

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