Loggia 2023, il sogno di una funivia per la Maddalena: «Costa 20 milioni usiamo il Pnrr»

La lista che candida a sindaco Alessandro Maccabelli presenta il proggetto: partenza dall’area della metro San Polo Cimabue
Il progetto della Maddalena prende spunto da Merano
Il progetto della Maddalena prende spunto da Merano
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Arrivare sulla cima della Maddalena in dieci minuti. Partendo da San Polo. Potrebbe essere possibile se si dovesse realizzare il sogno della lista «La Maddalena per Brescia», in corsa alle prossime elezioni comunali del 14 e 15 maggio con il proprio candidato sindaco, Alessandro Maccabelli.

Ieri è stato infatti presentato il progetto al centro di tutto il programma elettorale: la realizzazione di una funivia moderna, veloce e sicura che consentirà ai bresciani e ai turisti «di godere del monte di casa senza stress. Monte che - come sostenuto da Gianluigi Lussana, il presidente dell’associazione - deve considerarsi un presidio medico per disintossicarsi, per disincrostare i polmoni dagli inquinanti che respiriamo in città». Il progetto del nuovo impianto è stato studiato dall’architetto Nicola Avigo che lo ha presentato nel corso di un incontro a Mondo Liquido.

Partenza e arrivo

Il professionista è partito dall’individuare il punto di partenza: un nodo intermodale tra mezzi esistenti, come la metropolitana e i bus, e per questo è stata individuata l’area della stazione metro San Polo Cimabue. Punto d’arrivo è quello già esistente. La lunghezza complessiva dell’impianto - bifune - è di 4.500 metri, e sono già stati individuati anche i punti in cui collocare i dodici piloni, «tralicci alti dai 60 metri in su, che consentiranno di superare viale Bornata e di riprendere il percorso originale», dismesso ormai da svariati anni, passando soprattutto su aree verdi e non edificate. «L’utilizzo del cavallotto mobile - ha proseguito - limiterebbe l’abbassamento della fune in presenza di lunghe campate e consentirebbe una manutenzione in magazzino e non sulla linea».

Dettagli e costi

 La velocità delle cabine stimata dall’architetto è di 7 metri al secondo, cosa che consentirebbe di raggiungere la sommità in dieci minuti e una manciata di secondi. «Come modello di riferimento delle stazioni di partenza e di arrivo abbiamo preso quelle di Merano - ha continuato Avigo -, in cemento armato e lamiera forata, a basso impatto ambientale. Abbiamo fatto anche un’analisi dei costi che ammonterebbero a 20 milioni di euro: 9 per le opere elettromeccaniche, 4,5 per le opere edili, 5 per le due stazioni, 1,5 per la progettazione e il collaudo. Mentre i costi di esercizio ammonterebbero a 300mila euro l’anno». Le cabine potrebbero portare dalle 20 alle 40 persone, per una stima che arriva «a tre, quattro milioni di trasportati». E stando ai piani si potrebbe accedere a diversi bandi per ottenere i fondi necessari, compresi quelli del Pnrr.

Temi connessi

Certo la funivia da sola non basta, perché nell’ottica della lista «La Maddalena per Brescia» e del candidato sindaco Maccabelli l’obiettivo di fondo «è tutelare e valorizzare la montagna di casa, il nostro polmone verde che stiamo trascurando. Ci sono aree e strutture che vanno riqualificate come il villaggio Monte Maddalena o il rifugio del Cai, che potrebbero diventare punto di riferimento per le attività sportive e le relative associazioni, si potrebbero anche creare fattorie didattiche per i più piccoli». Alessandro Maccabelli peraltro punta all’istituzione di un «vero» assessorato allo Sport, perché lo sport «deve essere inteso - secondo il candidato Christian Florioli - come uno strumento di prevenzione per un sano stile di vita».

E la Maddalena diventerebbe in questo modo «una palestra della salute per stare bene». Arrivando ad educare i bresciani, fin da bambini, a poter vivere la loro montagna rispettandola. Venendo all’aspetto elettorale, la lista, che punta a superare la soglia deciderà eventuali apparentamenti per il ballottaggio solo dopo il primo turno e terrà ovviamente in considerazione chi dovesse assecondare obiettivi e condividere sogni. 

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