La variante Delta è stata sequenziata in 9 Comuni bresciani

La diffusione di casi nel Bresciano è molto contenuta. In tutta la Lombardia i Comuni interessati sono 32
La variante Delta, seppur con pochissimi casi, si sta diffondendo anche nel Bresciano - Foto Ansa/Alessandro Di Marco © www.giornaledibrescia.it
La variante Delta, seppur con pochissimi casi, si sta diffondendo anche nel Bresciano - Foto Ansa/Alessandro Di Marco © www.giornaledibrescia.it
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Si sta diffondendo. Con lentezza, senza riservare significativi balzi in avanti, ma si diffonde. Stiamo parlando della variante Delta (già indiana) del Sars-CoV-2 che rischia di offuscare il cielo azzurro della nostra estate. Nel Bresciano sono nove i comuni nei quali è stata sequenziata la variante dal materiale biologico dei tamponi molecolari positivi virus. Anche se i casi totali - lo conferma Ats Brescia - non superano la ventina. E, perlopiù, si tratta di focolai familiari. Un dato, questo, che permette di tracciare e isolare meglio i contagiati per evitare una ulteriore diffusione.

Casi di variante Delta sono stati sequenziati in nove Comuni della nostra provincia. Oltre a Brescia città, è presente in Valvestino, Capovalle, Bedizzole, Bagnolo Mella, Torbole Casaglia, Lograto, Rezzato ed Orzinuovi. A livello regionale, è di 32 il totale dei Comuni in cui è stata sequenziata la variante molto più contagiosa della inglese ad oggi prevalente. La prevalenza della Delta in Lombardia (dati di Regione Lombardia aggiornati al 28 giugno) è pari al 6% del totale dei tamponi molecolari sequenziati. Praticamente tutti quelli positivi, forti del fatto che in questo periodo il numero dei nuovi casi è molto contenuto. Ieri a Brescia erano 12 e in tutta la Regione 129. Seguendo l’andamento, meno di otto nuovi casi di Delta in tutta la Lombardia.

Secondo gli esperti, il numero è destinato a salire e a diventare predominante, come è accaduto ad inizio anno con la variante Alfa, la inglese. «È una previsione non difficile dire che diventerà dominante. Ciò che si vede nel mondo, dalla Russia all’Australia, dimostra come le caratteristiche di maggiore contagiosità della variante Delta fa sì che prevalga sulle altre. Quello che sta avvenendo in Inghilterra lo vedremo fra 2-3 mesi anche da noi. Loro hanno aperto prima e hanno lasciato al virus occasioni di infezioni. Hanno avuto 65mila casi in settimana, però con solo 78 decessi, a dimostrazione dell’efficacia della vaccinazione con due dosi. Questo ci deve rendere più tranquilli. La malattia è rara nei soggetti completamente vaccinati». Così il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano.

«Con il tracciamento - afferma - dovremo schiacciare tutti i focolai che si creeranno, ma è verosimile ci sarà un rialzo dei contagi». In questo scenario si colloca anche il dibattito sulla terza dose per le varianti. Pregliasco: «Per un vaccino aggiornato ci vogliono dei tempi di realizzazione, almeno 3 mesi. Immagino che un’eventuale terza dose di richiamo possa attuarsi nel 2022. Bisogna capire anche qual è l’effettiva durata della vaccinazione, ancora non certa». Infine, la mascherina e la trasmissione della variante Delta: «Sappiamo che le mascherine chirurgiche - conclude il virologo - hanno un’efficacia nel ridurre nel soggetto sintomatico la diffusione e una protezione limitata al 20-30 per cento. In un discorso teorico più la malattia è contagiosa e meno la barriera ha effetto, ma questo non significa che è inutile, perché comunque una barriera la crea».

 

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