La siccità a Brescia rischia di avere conseguenze molto serie

Le ripercussioni della «crisi climatica» sono anche sulla salute dei cittadini. Come avvenne nel 2018 con i 500 casi di legionella nella Bassa
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ALLARME SICCITA', ZERO RISORSE
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Non piove in pianura e non nevica in montagna. E a preoccupare di più tecnici e agronomi e in particolare quest’ultimo aspetto. Se i fiumi e i laghi sono a secco, a rendere drammatica in prospettiva la siccità di questi mesi, sono le cime, tutt’altro che imbiancate. «La mancanza di accumulo nevoso è ai livelli più bassi degli ultimi quindici anni - spiega Diego Balduzzi, agronomo Consorzio bonifica Oglio-Mella -. E la cosa ancora più grave è che questi ultimi tre lustri sono quelli che hanno avuto più crisi in termini di precipitazioni e siccità prolungata». La «crisi climatica» la definisce Balduzzi, che guarda ai possibili risvolti negativi di questi periodi prolungati di assenza di precipitazioni: «Le cosiddette bombe d’acqua, che mettono a repentaglio la nostra incolumità e sicurezza».

Dello stesso avvisto Lugi Lecchi, presidente del Consorzio di bonifica del Chiese che giudica «molto preoccupante la situazione. Va considerato - aggiunge - che si avvicina la stagione irrigua con un enorme sfruttamento della risorsa da parte degli agricoltori, esigenza che va compensata con la necessità di garantire l’acqua a tutto il territorio per gli usi civici». L’assenza d’acqua dolce ha, infatti, importanti ripercussioni non solo sul sistema agricolo, ma anche su quello ambientale e sanitario con rischi per la salute dei cittadini.

Schiuma bianca

All’altezza del ponte che separa Brescia e Collebeato, al salto della traversa fluviale sul fiume Mella, si vede una schiuma bianca che prosegue per diversi metri. «Purtroppo - spiega Balduzzi - la scarsità d’acqua impedisce di diluire tutti gli scarichi che finiscono nel fiume. Fino a quando non sarà pronto il depuratore di Concesio avremo questo problema, visto che case e aziende scaricano nel Mella. Per questo - conclude - dovremo insieme a tutte le istituzioni che sono impegnate nella gestione dell’acqua essere sempre più oculati per garantire l’equilibrio ambientale e la sicurezza sanitaria».

Salute pubblica

Nel 2018 furono attribuiti alla siccità i casi di legionella che colpirono 500 persone nella Bassa Bresciana e fu isolato in un campione d’acqua prelevato dal fiume Chiese il ceppo del legionario che uccise tre persone. «Quell’evento non ebbe una spiegazione chiara - afferma Lecchi -. Certo la scarsità di acqua rende sempre più difficile garantire gli usi civici all’interno dei nostri paesi. Bisogna garantire il deflusso minimo vitale e tenere sotto controllo anche gli scarichi dei depuratori per garantire una salubrità delle nostre comunità».

«Come consorzio - conclude Balduzzi - stiamo monitorando attentamente la situazione e adottando tutte le azioni per consentire un uso sempre più razionale della risorsa del bene acqua». Un uso più equilibrato, senza sprechi che ci deve vedere tutti direttamente coinvolti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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