La nuova sfida di Cristian Fracassi: Nft per aiutare malati e anziani

Pinze per rimuovere il tumore ai reni, una maschera contro le apnee notturne dei bambini che soffrono di una malattia rara e carrozzine per la riabilitazione degli anziani. Cristian Fracassi - ceo di Isinnova che in piena pandemia ha trasformato le maschere da snorkeling in respiratori salvavita - ha le idee chiare su come costruirli. Il suo team è già al lavoro, ma non dispone delle risorse economiche indispensabili affinché i progetti diventino realtà in tempi brevi. Così, su suggerimento dell’amico avvocato Federico Vincenzi, autore del libro «Tutto d’un fiato», venerdì 17 metterà all’asta gli «Nft» (acronimo di non fungible token, ossia gettone non riproducibile) di sette immagini create dal crypto artista Michele «Miro» Ronchetti per raccontare sette momenti della sua storia. E raccogliere fondi utili a finanziare i progetti.
Il progetto
L’obiettivo è ambizioso: «Mettiamo a disposizione 3.500 Nft da 200 euro l’uno per raccogliere 700mila euro utili per creare innanzitutto le pinze, quindi la maschera e poi la carrozzina. La collezione intitolata «In one breath», su progetto tecnico della Apeiron Technologies Ltd, verrà lanciata su MakersPlace, piattaforma che, vista la finalità dell’asta, non chiederà provvigioni. Così come Apeiron Technologies Ltd e tutti i soggetti coinvolti stanno lavorando gratuitamente». L’operazione ha preso forma in risposta alle esigenze sollevate a Fracassi da alcuni ospedali: «Il Mellini di Chiari ci ha chiesto di rendere ordinario lo straordinario che abbiamo fatto durante la pandemia - spiega l’ingegnere -. Da cinque anni, infatti, i medici si sentono attori passivi nel rapporto con le aziende farmaceutiche che un tempo giravano nelle corsie per captare le esigenze e ora arrivano direttamente con i cataloghi delle novità. La stessa cosa mi è stata evidenziata anche dal Civile e dalla Domus Salutis».
Un esempio: «Un primario dell’ospedale di Chiari mi ha riferito di non disporre di uno strumento adatto per asportare un tumore dal rene evitando, durante l’operazione chirurgica, di non alimentare l’organo. L’esigenza deriva dal fatto che, se non viene alimentato, il rene può sopravvivere solo pochi minuti e l’asportazione è una corsa contro il tempo».

Domande e risposte
In risposta a questa richiesta Isinnova sta studiando speciali pinze. Al Civile, invece, i medici hanno chiesto all’ingegnere di avanzare una proposta per risolvere un problema che riguarda i bambini che soffrono di Osas (Sindrome delle apnee ostruttive del sonno): «Le maschere che usano di notte vengono agganciate con degli elastici e premono sul viso esponendoli al rischio di avere, da adulti, una mandibola deformata. Prendendo spunto sempre dalle maschere della Decathlon che, quando è scoppiata la pandemia, abbiamo trasformato in respiratori d’emergenza, possiamo costruire dei dispositivi che superino questo problema». La terza richiesta è arrivata a Fracassi dalla Domus Salutis dove servirebbe una carrozzina capace di adattarsi alle varie esigenze dei pazienti. Fracassi intende rispondere a queste tre necessità ricorrendo all’arte digitale. Le sue maschere - ricordiamo - sono esposte al Moma e allo Smithsonian di New York, al museo delle scienze di Vienna, al Victoria and Albert Museum di Londra, sono in finale al Compasso d’Oro. E ora diventano «file» che tendono la mano a malati e ospedali.
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