Il plastico ferroviario Cidneo riapre in Castello

Da oggi disponibile ogni domenica dalle 15 alle 18 grazie al Club Fermodellistico Bresciano
  • Il Plastico ferroviario Cidneo
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Tona a disposizione dei bresciani il plastico ferroviario Cidneo: un’opera monumentale, che mantiene intatto il suo fascino per il misto di sapienza artigiana, tecnologia, estro. Da oggi e per ogni domenica a seguire, torna ad essere visitabile dalle 15 alle 18. Il lieto ritorno al pubblico avviene dopo un'assenza di quattro mesi, interrotta solo dall'apertura straordinaria durante la Festa delle luci, dovuta ai lavori di ristrutturazione del fabbricato che ospita oltre al plastico anche il neo inaugurato Museo del Risorgimento.

Il Club Fotomodellistico Bresciano torna così a mettere in bella mostra gli oltre 18 treni in movimento contemporaneamente su 8 linee, un grande scalo merci dove vengono formati i treni, ed un paesaggio molto curato. Un impianto che fu inaugurato dal sindaco Bruno Boni il 21 dicembre 1969, per la gioia di due generazioni di grandi e piccini. Perché la passione per i trenini e il modellismo non hanno età.

Costruito in scala HO (una scala di rappresentazione utilizzata nel modellismo ferroviario che ha un rapporto di riduzione 1:87) ha, nel corso del tempo, inevitabilmente conosciuto cambiamenti. La scena che si distende su sessanta metri quadrati (mezzo secolo fa era il plastico ferroviario più grande d’Europa) è così diversa da quella ammirata il giorno della inaugurazione. Il paesaggio è stato aggiornato, così come il sistema di movimento dei treni.

Come funzionava e come funziona oggi 

I volontari del Club hanno cercato, nel corso degli anni, di dare al plastico un aspetto museale, anche dal punto di vista del fermodellismo. Ad esempio, una parte si muove ancora grazie ai vecchi relè degli anni Sessanta, un’altra con il computer. Per manutenere e ammodernare il plastico Cidneo servono esperti informatici, elettricisti, artigiani. Abilità che i soci stanno esercitando anche sull’altro grande plastico, il Villa D’Almé. È anch’esso molto caratteristico. Fu iniziato nel 1950 dall’ing. Mario Boccalari e donato poi ai fermodellisti bresciani, che ne hanno curato l’allestimento nel 1964.

Nei decenni l’elettronica ha preso il posto dell’elettricità. Poco tempo dopo l’apertura, alle pareti della sala vennero anche posizionate delle finte carrozze, con i finestrini usati come vetrine per ospitare modellini che raccontano la storia di treni e locomotive. Per altro, meritano un cenno anche queste finte carrozze. Provenivano dal set del film girato nei dintorni di Brescia su Paolina Bonaparte: una scena riprendeva i protagonisti su un treno in partenza. Le vetrine ospitano centinaia di modellini di tutte le epoche, molti costruiti alla perfezione dai soci del Club.

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