Il centrosinistra e il rebus Castelletti

Il conto alla rovescia è già partito. Dopo mesi di ipotesi, richieste, «fughe in avanti», domani alle 18.30 nella sede del Pd di via Risorgimento si riunirà il tavolo del centrosinistra per «condividere» il nome del candidato sindaco per la Loggia. Il faticoso percorso avviato dal Pd ha portato alla «non scelta» tra i due assessori dem in campo, Federico Manzoni (Mobilità) e Valter Muchetti (Lavori Pubblici). Si partirà da lì. Ma nessuno dei due sembra trovare un pieno consenso tra gli alleati.
Muchetti, che è accreditato di maggior seguito tra i suoi, sembra quello su cui partiti come Sinistra Italia o Articolo Uno (ma non solo) avrebbero più perplessità. E anche il nome di Manzoni non sembra convincere tutti. Ecco perché c’è chi scommette che rispunterà fuori Giovanni Comboni, figura dem, già vicesindaco con Martinazzoli e attuale vicepresidente di A2A. Ma è un nome che paradossalmente potrebbe creare problemi proprio in casa Pd, visto che non è stato discusso nell’assemblea cittadina dove invece si sono «sfidati» Manzoni e Muchetti.
C’è anche il terzo nome fatto da Emilio Del Bono a inizio estate, quello della vicesindaca Laura Castelletti. Lei continua con il suo mantra: «Parlo solo di Capitale della cultura». Ma ora che il momento delle scelte si avvicina, è arrivato il tempo di decidere se giocare o no la partita. Uno dei nodi è capire in che modo il suo nome possa emergere nella riunione di domani. Riunione nella quale ci sarà di fatto l’intero perimetro dell’attuale coalizione che guida la Loggia, da Sinistra Italiana a Italia Viva. I vertici locali del partito di Renzi puntano alla corsa solitaria al primo turno. Ma disertare il tavolo potrebbe voler dire «rompere» il Terzo polo con Azione a Brescia. Unici assenti dovrebbero dunque essere i Verdi che hanno detto a più riprese che andranno per conto proprio.
Fatto sta che il nome di Castelletti non può essere fatto dal Pd, che ha già i suoi due candidati ufficiali e da Azione fanno sapere che si limiteranno ad «ascoltare». Potrebbero essere il Psi o Si a rompere questi «tatticismi», proponendo l’attuale vicesindaca. Non a caso ieri, all’ora di pranzo, Castelletti ha avuto un lungo incontro con Marco Fenaroli. È però quasi certo che la riunione di domani non sarà decisiva: potrà essere utile a definire il perimetro dell’alleanza e ad abbozzare tavoli di lavoro programmatici. Ma sul nome ci si dovrà riaggiornare (l’obiettivo è decidere per fine mese) e a quel punto, nel prossimo incontro, se non sarà già sul tavolo, potrebbe essere Azione a calare il nome della Castelletti. Nome che oggi come oggi sembra quello con più chances di compattare il centrosinistra.
Capitolo centrodestra
Fabio Rolfi continua ad essere l’unico vero nome in campo. L’assessore regionale ed ex vicesindaco pare voler accelerare perché il calendario inizia a farsi sottile. Ma l’ufficialità dovrebbe arrivare solo nella prima settimana di dicembre, quando si incastrerà il risiko politico nazionale tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che coinvolge tutte le città al voto. Certo è che Fratelli d’Italia vuole far pesare l’attuale vento in poppa e l’ampio consenso registrato alle recenti politiche. Ecco perché iniziano a circolare i nomi dei possibili «vice», pescati nel partito di Giorgia Meloni. Uno dei più accreditati è quello di Maria Chiara Fornasari, avvocato, ex Forza Italia, presidente della Fondazione Villa Paradiso. Il ticket Rolfi-Fornasari potrebbe per altro dare subito una mano a rispettare le quote rosa in una ipotetica giunta di centrodestra.
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