Il bilancio della pandemia: nel 2020 i morti sono 4.800 in più

Mai così tanti morti dal secondo dopoguerra. I dati dell’Istat e dell’Istituto superiore di sanità certificano tragicamente l’impatto della pandemia da coronavirus sulle nostre esistenze: nel Bresciano, lo scorso anno, i morti sono stati 16.608, ben 4.800 (il 40,7%) in più rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Le vittime «ufficiali» per Covid nel nostro territorio, sempre nel corso del 2020, risultano però essere 3.113, c’è quindi una differenza di circa 1.700 decessi, chiaramente anche questi sono in qualche modo imputabili agli effetti dell’infezione da SarsCov2.
La crescita. In questi giorni stiamo vivendo la terza ondata dell’epidemia, lo confermano tristemente ogni giorno i dati sui nuovi casi positivi che si attestano ormai quotidianamente sopra quota mille. E anche i decessi sono tornati a crescere, perché se erano 34 nella settimana dall’8 al 14 febbraio, erano passati a 51 la settimana successiva, per arrivare ai 64 dell’ultima settimana di febbraio; marzo è subito partito nel modo peggiore: nei primi cinque giorni le croci sono state 69. Ma attenzione, perché i numeri sono appunto certamente in crescita, e quindi spia d’allarme di una situazione che rischia di finire fuori controllo, ma siamo comunque lontanissimi dalla prima ondata della pandemia.
Nel mese di marzo dello scorso anno i decessi nel Bresciano furono 4.197, la media dei cinque anni precedenti era stata 1.067, una crescita gigantesca di oltre il 293%. Al Nord. Il rapporto sull’impatto dell’epidemia da Covid-19 sulla mortalità realizzato appunto da Istat e Istituto superiore di sanità fotografa nei dettagli l’anno più nero della nostra storia recente.
Durante la prima ondata (che viene indicata dal 1° marzo alla fine di maggio 2020) l’80% dei casi è stato segnalato nelle regioni del Nord, nei due periodi successivi questa maggiore diffusione è stata mantenuta seppur con percentuali minori: 54% nel periodo estivo (giugno-settembre), 58% nel periodo ottobre-dicembre 2020. Considerando il complesso dei casi diagnosticati in tutto il 2020, più del 50% è concentrato in 4 regioni del Nord: Lombardia, Piemonte, Veneto e Emilia-Romagna; due regioni (Valle d’Aosta e Molise) hanno riportato meno di 10 mila casi ciascuna. Il bilancio della prima fase dell’epidemia, in termini di eccesso di decessi per il complesso delle cause, è particolarmente pesante per la Lombardia (+111,8%); per tutte le altre regioni del Nord l’incremento dei morti del periodo marzo-maggio 2020 è compreso tra il 42% e il 53%; solamente il Veneto e il Friuli Venezia Giulia hanno un eccesso di decessi più contenuto (rispettivamente +19,4% e +9,0%). Al Centro si si evidenzia il caso delle Marche (+27,7%), regione che si distingue rispetto all’incremento medio della ripartizione (+8,1%).
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