Grecia, Cipro e Malta: 8mila pensionati bresciani vanno all'estero

C’era una volta il Portogallo. Intendiamoci, c’è ancora. Ma non è più l’Eldorado dei pensionati italiani: il primo ministro António Costa ha infatti annunciato lo stop, dal primo gennaio 2024, del regime fiscale agevolato (con aliquota fissata al 10%) per questa categoria di persone. Stop che, però, non riguarda, i pensionati italiani (e bresciani, perché ce ne sono) che già beneficiano di quei vantaggi.
Chi ha intenzione di trascorrere la terza età lontano dal Belpaese per poter contare su una pensione quasi lorda, un costo della vita inferiore, ritmi più lenti, un clima mite e magari anche il mare deve quindi valutare altre soluzioni. Tra i «paradisi» rimasti, come spiega Federico Migliorini, commercialista ideatore di Fiscomania.com, ci sono la Grecia (che concede un’aliquota unica del 7% per 15 anni), Cipro (dove la pensione sotto una certa soglia non è tassata), Malta (15%), le sempre invitanti Canarie, come pure Slovacchia, Slovenia e Albania.
Ma i pensionati non se ne vanno solo per beneficiare della defiscalizzazione. Lo fa notare il recente report della Fondazione Migrantes dedicato agli «Italiani nel mondo»: «Gli anziani - si legge - vanno negli stessi luoghi dove si sono trasferiti figli e nipoti». Sarebbe insomma in atto un «processo di ricongiungimento familiare moderno» che va ben oltre i dati disponibili: molti pensionati, infatti, sfuggono ai conteggi perché non richiedono il cambio di residenza mossi dalla speranza, ad esempio, che i figli tornino in Italia o dal desiderio di non perdere il medico di base e l’assistenza sanitaria italiana.
Dove sono
I bresciani con più di 65 anni iscritti all’Aire nel 2023 sono quasi 8.500, il 13,1% dei 65.821 cittadini della nostra provincia che risiedono all’estero da almeno un anno. Cinque anni fa, nel 2018, erano poco più di settemila, il 15,7% dei 45.008 bresciani iscritti in quel periodo all’Aire. In un lustro sono insomma aumentati di 1.500 unità. Estendendo lo sguardo a tutto il Belpaese, dal report emerge che a gennaio 2022 sono oltre 317mila le pensioni pagate dall’Inps all’estero, per lo più in Europa (183mila). Il trend negli ultimi cinque anni, è in calo (-6,2%): la variazione è negativa in America settentrionale, America meridionale e Oceania, ma positiva in Europa, Africa, Asia e America centrale. Lì, infatti, si stanno dirigendo i nuovi flussi migratori.
Quanto, poi, ai singoli Paesi, l’indagine fa notare l’incremento dei pagamenti Inps registrato negli ultimi cinque anni in termini assoluti in Ucraina, Romania e Portogallo e in termini percentuali anche in Moldavia, Tunisia e Bulgaria.
La Germania, comunque, continua a essere il Paese con il maggior numero di pensionati Inps. Mantiene, tra l’altro, un andamento positivo nel quinquennio insieme a Svizzera e Spagna. Quest’ultima è una «meta di antica migrazione», ma anche dei pensionati che hanno deciso di trasferirvisi per raggiungere i figli o per le agevolazioni fiscali garantite. Infine una curiosità. Le donne sono risultate meno motivate dalla ricerca di vantaggi economico: in Portogallo sono solo il 29,4%, in Tunisia il 20,1%.
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