Gioco d’azzardo, è escalation dell’online: nel Bresciano vale 920 milioni di euro

Il gioco d’azzardo non conosce crisi. Soprattutto se telematico. In tempo di Covid, rincari e precarietà, molti bresciani si sono affidati alla dea bendata giocando online, nel 2021, oltre 920 milioni di euro. Una cifra astronomica, in gergo tecnico definita «raccolta» (ossia l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività), che rende bene l’idea di quanto la ricerca della fortuna possa trasformarsi in una vera e propria ossessione. Tanto che nella nostra provincia le stime più recenti parlano di 26mila giocatori patologici dei quali solo una piccolissima parte chiede aiuto.
Non è tutto. Perché a questi 920 milioni calcolati nel Bresciano dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) sulla rete telematica (Betting exchange, bingo, giochi di carte, a base ippica, sportivi, scommesse virtuali, lotterie, Poker cash...) vanno aggiunti gli oltre 472 milioni di euro che rappresentano la «raccolta» del gioco in sede fisica. Una cifra, quest’ultima, che denota un calo notevole, ma è molto sottostimata, in quanto l’Adm, appellandosi alla legge n°160 del 27.12.2019, dal 2022 non riferisce più il giro d’affari delle apparecchiature Vlt e Awp, tra l’altro parecchio diffuse. Aspetto che rende il dato non paragonabile a quelli del passato, a differenza dei 920 milioni di euro dell’on line che, confrontati con i 538 milioni del 2020 e i 485 milioni del 2019, denotano un’escalation.
In quali Comuni
Riducendo il focus ai singoli comuni, nella «Top 5» delle realtà bresciane in cui la «raccolta» è maggiore figura Brescia (87 milioni da rete fisica e 138 da rete telematica). Nella classifica della rete fisica che ci ha fornito sempre l’Agenzia delle dogane e dei monopoli seguono Desenzano (13 milioni), Roncadelle (12), Rovato (11) e Darfo Boario Terme (10); in quella della rete telematica Desenzano (23 milioni), Concesio (21), Cazzago (20) e Ghedi (18).
Ampliando, poi, l’orizzonte a tutta l’Italia, nel 2021 la «raccolta» complessiva ha superato i livelli pre-Covid: ammontava a 110 miliardi nel 2019, è scesa a 88 miliardi nel 2020 ed è a quota 111 miliardi e 179 milioni nel 2021. Cosa è successo, nel tempo, ce lo spiega Daniela Capitanucci, presidente di And (Azzardo e nuove dipendenze): «A livello nazionale il gioco fisico prima della pandemia registrava incrementi lievi di anno in anno, si era, diciamo pure, stabilizzato. Quello on line, invece, dal 2015 in poi, ha registrato un’espansione. Poi c’è stata la pandemia che, complici alcune chiusure, ha portato a una flessione della raccolta fisica e a un incremento di quella telematica. Incremento, quest’ultimo, che però è stato inferiore alle aspettative e non tale da compensare il calo della raccolta su rete fisica. Anche perché molti giocatori hanno riferito di essersi sentiti sollevati dal venir meno delle occasioni di gioco. Sollievo che non è stato provato dai familiari, traumatizzati dalle esperienze precedenti e consapevoli del rischio che, prima o poi, tutto sarebbe potuto ricominciare».
Riaperte le attività, infatti, i dati dell’Adm (in questo caso comprensivi anche di macchinette Vlt e Awp) raccontano di «una ripresa del gioco fisico - spiega Capitanucci - non tale da raggiungere i livelli pre-pandemia (44 miliardi nel 2021 contro i 74 miliardi del 2019, ndr) e di un’escalation dell’online (passato dai 36 miliardi del 2019 ai 67 del 2021, ndr)».
Richieste d’aiuto
Quanto poi ai risvolti patologici del fenomeno la presidente fa notare che «l’ultima indagine epidemiologica risale al 2018-2019: associa al 3% della popolazione un disturbo da gioco d’azzardo. Purtroppo di tutte queste persone solo una piccolissima parte, la punta di un iceberg, cerca aiuto: la letteratura scientifica dimostra che, nelle dipendenze, il 5% dei soggetti lancia un Sos». Da noi, per esempio, l’utenza dei servizi Gap (Gioco d’azzardo patologico) di Ats Brescia ha registrato un picco nel 2019 con 451 persone, scese a 429 nel 2020, a 328 nel 2021 e a 289 nel giugno 2022. Poche considerata l’entità del fenomeno.
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