Fatture false, blitz della Guardia di Finanza: 20 arresti

Coinvolte un centinaio di persone: l'accusa associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionaltà, finalizzata alla frode fiscale
La conferenza stampa in Procura -  © www.giornaledibrescia.it
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Sono 15 le persone finite in carcere e 5 ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia condotta dalla Guardia di Finanza che ha portato alla luce un’evasione fiscale da 80 milioni di euro con fatture false per 500 milioni di euro. Sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e riciclaggio. Un centinaio complessivamente gli indagati tra Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Perugia, Lodi.

Coinvolti anche professionisti che operavano per gli imprenditori. Il gruppo avrebbe portato all’estero i soldi depositati su conti correnti in Croazia e Ungheria.  Sequestrati oltre due milioni di euro. Avrebbero tentato anche di aprire conti allo Ior, ma sono stati individuati i tentativi grazie alla collaborazione con la Polizia vaticana.

«Da questa inchiesta emerge un connubio tra imprenditori e commercialisti con i professionisti che si sono messi a disposizione di progetti criminosi». Lo ha detto il procuratore di Brescia Francesco Prete nel corso della conferenza stampa sull’inchiesta che ha portato all’arresto di 20 persone. «Il connubio tra imprenditori e professionisti conferma quanto sia necessario penetrate negli organi professionali per scovare professionisti infedeli» ha aggiunto Prete.

«Siamo davanti ad un vero e proprio laboratorio a Brescia dell’evasione fiscale. Attorno a questo sodalizio giravano società locali e estere» ha aggiunto il procuratore aggiunto Carlo Nocerino che con la collega Claudia Passalacqua ha coordinato l’inchiesta.

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