Depuratori, al via nuovi cantieri per evitare le multe dell’Europa

La visita di Legambiente a Gavardo occasione per fare il punto sulle criticità. Impegno da 400 milioni
I dirigenti di Legambiente con i tecnici di A2A Ciclo idrico al depuratore di Gavardo - Foto Christian Penocchio
I dirigenti di Legambiente con i tecnici di A2A Ciclo idrico al depuratore di Gavardo - Foto Christian Penocchio
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«L’Italia deve varare al più presto un piano nazionale per la depurazione, mettendo in campo interventi concreti e innovativi, come quello di Gavardo». Parole di Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, riferite al depuratore realizzato da A2A Ciclo idrico, in funzione dalla fine del 2021.

L’impianto, che con la sua rete di collettamento serve Gavardo, Villanuova e Vallio Terme, è stato ieri protagonista della XV tappa della campagna nazionale di Legambiente, un viaggio nei cantieri della transizione ecologica da indicare a modello. Dall’economia circolare alla riqualificazione urbana, dalla gestione dei rifiuti all’efficienza energetica. Gavardo rappresenta una buona pratica nel campo del ciclo idrico. «Le acque reflue da problema possono diventare una risorsa importante per la transizione ecologica», ha ricordato Legambiente. Acqua pulita per uso agricolo e industriale, materie prime seconde, energia rinnovabile. L’impianto in località Vallone e il relativo collettore hanno permesso ai tre Comuni coinvolti di uscire dalle procedure di infrazione europea, che comportano pesanti sanzioni per il nostro Paese nel caso in cui le situazioni critiche non vengano sanate. L’Italia ha già pagato multe per 142 milioni.

Le due infrazioni in atto

Nel Bresciano, ha sottolineato Marco Zemello, direttore dell’Ufficio d’Ambito (coordina, pianifica, approva i progetti sul territorio riguardanti il ciclo idrico), sono due le procedure di infrazione in atto. La prima, avviata dall’Unione nel 2014 e conclusa nel 2021, coinvolge 45 agglomerati (ciascuno con più Comuni); la seconda, iniziata nel 2017, è ancora in fase istruttoria, segnalando 21 agglomerati in condizione critica.

«La provincia di Brescia - ha ricordato ieri Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - è il territorio regionale con più problemi». In questi anni l’Ufficio d’Ambito e i gestori (A2A Ciclo idrico e Acque Bresciane) hanno sanato molte situazioni. Per quanto riguarda la procedura più vecchia, restano da curare 13 agglomerati. «Entro il 2025-2026 - ha detto Zemello - contiamo che vangano sanati». Per la seconda sono ancora 12 le situazioni non conformi alle norme europee. Anche in questo caso si pensa di risolvere entro il 2025. L’investimento complessivo per eliminare tutte le criticità gira intorno ai quattrocento milioni.

I prossimi depuratori nel Bresciano

Per superare il rischio multe di Bruxelles, «negli ultimi anni - ha spiegato Tullio Montagnoli, amministratore delegato di A2A Ciclo idrico - abbiamo realizzato otto depuratori e due saranno pronti nei prossimi mesi, oltre a tanti interventi di collettamento delle reti fognarie agli impianti stessi. L’investimento è stato di 110 milioni». Con i nuovi impianti in costruzione «contiamo di superare tutte le procedure di infrazione entro il 2026». Nel dettaglio: a dicembre sarà finito il depuratore di Vobarno, l’anno venturo verrà eliminato quello inadeguato di Ponte Caffaro con la costruzione del collettore verso Sabbio Chiese; sempre nel 2024 è previsto il depuratore di Calvisano (paese senza neppure la fognatura); è in fase di appalto il depuratore di Pralboino; il prossimo gennaio si procederà con il collettamento di Capriano al depuratore di Bagnolo Mella. C’è poi il caso Bagolino: proprio oggi i tecnici di A2A presenteranno agli Amministratori comunali il nuovo progetto per il depuratore, modificato varie volte.

Il Pnrr

C’è molto da fare, dunque. Non a caso nel luglio scorso all’Ufficio d’Ambito di Brescia sono stati assegnati quasi 40 milioni di euro del Pnrr (su 65 dell’intera Lombardia) per finanziare alcune opere. Come gli accennati depuratori di Calvisano (avrà oltre 6 milioni) e Pralboino (9,7 milioni); si aggiungono il nuovo mega impianto di Visano (11,65 milioni), l’ampliamento dei depuratori di Leno (3,8 milioni) e di Calcinato (5,9 milioni), il collettamento di Brandico, Lograto e Maclodio all’impianto di Mairano (1,68 milioni).

Gavardo, dunque, viene additato come esempio. Sarebbe già in grado di fornire acqua per l’agricoltura. Un merito in più in tempi di siccità, come ha sottolineato Barbara Meggetto. Tuttavia, ha spiegato Tullio Montagnoli, la cosa non è ancora possibile: «Le procedure per poterlo fare sono complicate, le norme poco chiare. Stiamo facendo delle verifiche, mentre ci sono agricoltori che ci hanno chiesto di usare la nostra acqua». 

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