Nuovi depuratori: dal Pnrr arrivano 40 milioni per sette progetti nella Bassa
Quaranta milioni di euro a fondo perduto per nuovi depuratori e fognature. Dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) arrivano nelle casse dell’Ufficio d’Ambito (Ato), l’azienda speciale della Provincia di Brescia che regola le attività del ciclo idrico. Saranno poi girati ai due gestori, Acque Bresciane e A2A Ciclo idrico, per finanziare sette mega progetti che interessano una quindicina di paesi della Bassa (a parte Calcinato).
L’intervento maggiore per spesa e dimensioni riguarda il depuratore di Visano, che servirà anche Isorella, Remedello e Acquafredda: sono stati finanziati tutti gli 11,6 milioni necessari. Restano esclusi i costi del collettamento dei singoli paesi a carico del gestore (oggi A2A, ma entro fine anno subentrerà Acque Bresciane). Brescia ha ottenuto dal Pnrr ben 40 dei 65 milioni totali destinati alla Lombardia, segno della bontà delle proposte dell’Ato. Sulla misura del Pnrr per fognatura e depurazione erano disponibili 600 milioni: 240 per le regioni del Sud, 360 per quelle del Centro-Nord. In Lombardia sono stati finanziati 14 progetti, la metà sono bresciani.
Le risorse
Si tratta di interventi già progettati oppure addirittura già cantierati (come Calvisano); gli appalti vanno fatti entro il 31 dicembre 2023. L’obiettivo è superare le procedure di infrazione comunitaria, entro due date fisse: il 30 giugno 2024 e il 31 marzo 2026. I 40 milioni a fondo perduto in arrivo si aggiungono agli altri 66 milioni che l’Ato aveva ottenuto negli anni scorsi per sostenere gli investimenti. Questa nuova, sostanziosa fetta, spiega il direttore dell’Ato, Marco Zemello, «ha il pregio di accelerare le opere necessarie per migliorare la qualità del servizio. Non solo. Si tratta di risorse - aggiunge - che non peseranno sulle tariffe dell’acqua e dunque sulle tasche dei cittadini». Ricordiamo che nel periodo 2020-2023 l’Ato ha già investito 487 milioni (a cui si aggiungono i 40 spalmati sui prossimi anni).
I progetti
Il nuovo depuratore a Visano
L’investimento maggiore, 11,6 milioni, riguarda il nuovo depuratore di Visano. Storia vecchia. In paese esiste un mega impianto collaudato vent’anni fa, ma mai entrato in funzione. Un ecomostro costruito per i reflui zootecnici, «impossibile da riutilizzare», spiega il direttore dell’Ufficio d’Ambito, Marco Zemello. Per più motivi. Innanzitutto è ancora in ballo un contenzioso economico fra la Provincia e la società che doveva gestirlo. In secondo luogo andrebbe totalmente rivisto per uso civile, adeguandolo anche dal punto di vista energetico. Insomma, ci sono ostacoli tecnici e amministrativi.
«Non potevamo aspettare oltre, è stata scelta un’altra area», spiega Zemello. Il nuovo impianto di Visano, pensato per 20mila abitanti equivalenti, servirà anche Remedello, Acquafredda e Isorella. È interamente finanziato dal Pnrr e dovrà essere terminato entro il marzo 2026.
A Pralboino e a Calvisano
Stessa tempistica per il nuovo depuratore di Pralboino (la competenza è di A2A), che servirà anche Pavone Mella. È un’opera rilevante, 9,7 milioni finanziati interamente dal Pnrr. Avrà una potenzialità di 12mila abitanti equivalenti. Il progetto definitivo è di prossima approvazione da parte dell’Ufficio d’Ambito. Il terzo intervento per costo riguarda il nuovo depuratore di Calvisano, competenza di A2A: oltre 6 milioni coperti dal Pnrr. I lavori sono già in corso e finiranno entro l’anno. Oggi il paese è sprovvisto del servizio. Il depuratore avrà una potenzialità per 12mila abitanti; riceverà i reflui del capoluogo e delle frazioni. Il collettore di Malpaga è già completato; si sta lavorando sugli altri così da essere pronti con l’entrata in funzione dell’impianto.
Calcinato, Calcinatello e Mairano
Notevole impegno anche per Calcinato e Calcinatello: 5,9 milioni, spesati dal Pnrr, per ampliare il depuratore. L’intervento sarà fatto da Acque Bresciane. Si prevede di collettare anche gli scarichi di Ponte San Marco, eliminando poi la struttura della frazione. Il cantiere va chiuso entro marzo 2026. Tempi più stretti, invece, per il collettamento al depuratore di Mairano (in corso di costruzione) degli scarichi di Brandico, Lograto e Maclodio, che manderanno in pensione l’impianto di Lograto. È il primo stralcio dell’opera, pari a 1,6 milioni (il costo totale è 3,1 milioni: la differenza è coperta da un contributo della Regione). In questo caso si deve finire entro giugno dell’anno prossimo.
A Poncarale e a Leno
Il cantiere è già aperto anche a Poncarale, dove Acque Bresciane sta costruendo il depuratore per una spesa di oltre un milione (spesato dal Pnrr). Avrà un a potenzialità di seimila abitanti equivalenti. La fine dei lavori è prevista entro giugno 2024.
Infine, c’è l’intervento di Acque Bresciane a Leno. Si tratta di potenziare il depuratore, portandolo dagli attuali cinquemila abitanti equivalenti a 15mila. Alla struttura saranno convogliati tutti i reflui del capoluogo e della frazione di Milzanello. L’impegno economico complessivo è di 5,6 milioni: 3,8 sono spesati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, il resto dalla Regione. Chiusura dei lavori: marzo 2026.
Impianti a basso consumo
I sette progetti finanziati hanno un doppio pregio ambientale. La depurazione, ovviamente, ma anche il risparmio energetico. «Rispettando le richieste dell’Europa - dice Zemello - gli impianti dovranno assicurare un basso consumo attraverso l’autoproduzione oppure i pannelli fotovoltaici». Una novità, che l’Ato ha bene accolto: «Stiamo studiando le soluzioni insieme ai gestori». È la prima volta, sottolinea il presidente dell’Ufficio d’Ambito, Aldo Boifava, «che si chiede di associare la compatibilità ambientale e quella energetica. La ricaduta sarà ovviamente positiva». Boifava commenta con soddisfazione l’arrivo di questi 40 milioni supplementari: «Dimostrano l’efficienza dei nostri uffici, capaci di redigere progetti con i requisiti previsti dal Pnrr. Potremo fare più investimenti senza farli pagare agli utenti».
Presto potrebbero giungere anche altre risorse sulla misura che sostiene gli investimenti idrici. L’Ato di Brescia ha presentato progetti di entrambi i gestori che riguardano la riduzione delle perdite nelle reti idriche: sono stati promossi dal punto di vista tecnico, ma non finanziati per mancanza di risorse. Per due volte. Adesso, però, nell’ambito della corsa per non perdere i fondi dell’Europa, il ministero dell’Ambiente vuole privilegiare i progetti già pronti e cantierabili: è il caso di Brescia. «Ci è arrivato l’invito a ripresentare le domande per la terza volta, ci riproviamo», conclude Zemello.
Intanto i nuovi 40 milioni sono una bella boccata d’ossigeno, in grado di garantire finalmente la soluzione di annosi problemi di depurazione su ampi territori.
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