Crisi di governo, alcune grandi opere bresciane sono a rischio

Ecco le partite in bilico nel Bresciano se si va al voto: carcere, Tav, scuole e fondi Pnrr
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INCERTEZZE SULLE GRANDI OPERE
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La crisi di governo congela le riforme su fisco, pensioni, enti locali, mette a rischio il Pnrr, rende incerto il nuovo decreto Aiuti di fine mese, ipoteca le politiche industriali ed energetiche. Uno scenario che nel Bresciano rischia di bloccare o almeno rallentare partite che valgono un miliardo di euro. Ma non c’è solo l’aspetto economico.

Basti pensare alle norme sulla semplificazione o al potenziamento delle Province, misure attese da tempo e che si tradurrebbero in migliori servizi per i cittadini. Il cortocircuito politico di questi giorni preoccupa sindaci e imprese. E l’appello è solo uno: Draghi vada avanti.

L'alta velocità e il tram

Un'immagine di come sarà il tram in via Mazzini - © www.giornaledibrescia.it
Un'immagine di come sarà il tram in via Mazzini - © www.giornaledibrescia.it

Partiamo dai grandi cantieri. La fetta maggiore sembra essere al riparo da turbolenze o scossoni. L’alta velocità Brescia-Verona è stata avviata nel 2019, nonostante le difficoltà per affidare alcuni bandi. I tempi restano però stretti: l’appalto vale 2,5 miliardi e il governo ha deciso di finanziare il maxi-cantiere con le risorse del Pnrr. I lavori andranno quindi completati entro la metà del 2026.

Bisogna correre e l’incertezza non aiuta. Per l’uscita dalla città fino a Mazzano (555 milioni) siamo ancora alla progettazione definitiva. L’opera è nelle mani del commissario straordinario che dovrebbe blindare l’iter al di là di governi e maggioranze. Commissariate sono anche la variante di Edolo e il raccordo autostradale di Valtrompia: in quest’ultimo caso si aspetta l’ok della Corte dei Conti.

Il Governo ha già stanziato i 359,5 milioni di finanziamento e Brescia Mobilità ha affidato il progetto definitivo del tram, pronto in autunno. «Non vedo problematiche legate alle crisi di governo» tranquillizza l’assessore del Comune di Brescia Federico Manzoni.

Il carcere

Rischia invece di incagliarsi di nuovo la partita carcere. Per chiudere Canton Mombello e realizzare il nuovo istituto di pena a Verziano servono oltre 50 milioni. A disposizione ce ne sono 15. La recente missione a Roma del sindaco Emilio Del Bono accompagnato dai parlamentari di tutte le forze politiche aveva ipotizzato il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti per finanziare l’operazione: un’intesa trovata con la ministra Marta Cartabia, pronta a fare pressione insieme al sindaco su Cdp.

I fondi da assegnare

Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio
Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio
Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio
Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio

E ora? I problemi si moltiplicano pensando al Pnrr. Più che i fondi già assegnati, i timori sono su quelli ancora da distribuire. Ma in entrambi i casi gli impegni e le scadenze con l’Europa dicono che non c’è tempo da perdere. Nel primo semestre 2022 il governo Draghi ha centrato i 45 obiettivi (riforme e investimenti) sbloccando la seconda rata da 21 miliardi. Entro l’anno ci sono però altri 55 impegni concordati con Bruxelles che valgono altri 19 miliardi.

«Siamo preoccupati - ammette il presidente della Provincia Samuele Alghisi -. Dal Pnrr abbiamo ottenuto 60 milioni per l’edilizia scolastica, 25 sono già esecutivi, ma gli altri potrebbero essere a rischio». Non solo. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedica 4,1 miliardi alla messa in sicurezza delle scuole; 1,5 sono ancora da assegnare. «Da lì ci aspettiamo altri 25-30 milioni» spiega il consigliere delegato Filippo Ferrari. Se a Roma resta il caos quei soldi potrebbero restare nel limbo.

C’è poi la partita Its, gli Istituiti di alta formazione post diploma che tanto piacciono alle imprese. Venerdì è in programma la firma del protocollo d’intesa tra Provincia, Regione, Università, Confindustria, Camera di Commercio, alla presenza del ministro Maria Stella Gelmini. «Nel Bresciano sono previsti 4 nuovi Its - spiega Alghisi - ma a questo punto l’appuntamento di venerdì potrebbe saltare».

Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio
Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio
Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio
Palazzo Bargnani, la futura sede del Conservatorio

Alghisi ha poi un lungo elenco di finanziamenti a rischio, ai 6 milioni (su un costo totale di 8) per trasformare una fetta di palazzo Bargnani nella nuova sede del Conservatorio ai fondi per lo svincolo a Rovizza.

Le riforme

Non solo soldi, si diceva. «Stiamo aspettando la norma sul personale nella pubblica amministrazione - spiega Alghisi -. Nel 2022 in Provincia andranno in pensione 34 dipendenti, potremmo assumerne 60, rischiamo di averne solo 10». E ancora: il terzo mandato dei sindaci, il potenziamento delle Province con la riforma del Testo unico enti locali. Insomma, «è irresponsabile una crisi di governo in questa fase. L’Italia stava riacquistando la fiducia sugli scenari internazionali, ora rischiamo di tornare ad essere l’anello debole dello scacchiere europeo».

I nodi del Superbonus e il caro materiali

La crisi di governo è scoppiata con il voto di fiducia al dl Aiuti, che è comunque stato approvato, risolvendo alcuni nodi del Superbonus. Brescia rischiava di perdere 940 milioni di euro. Ma questo non vuol dire che i problemi siano stati risolti. «Non tutti gli emendamenti sono stati accolti - spiega Massimo Deldossi, presidente Ance Brescia -. Penso ad esempio alla solidarietà del credito. Vi dovrebbe essere un nuovo decreto, ma ora vedremo quel che accadrà...».

Non solo. Ci sono almeno altre due partite, oltre al Superbonus, da affrontare «con urgenza»: la revisione dei prezzi per il caro-materiali e il Pnrr. «Ci stiamo lavorando da due anni - spiega Deldossi - è un’occasione straordinaria per il Paese, ma senza una guida forte e in un clima d’incertezza rischiamo un’impasse che non ci possiamo permettere. Il termine fissato con l’Europa resta sempre quello, il 2026». Insomma, «siamo molto preoccupati. Il nostro auspicio è che si vada avanti con questo Governo e questo premier, magari cambiando pochi ministri. Questa squadra ha lavorato in modo serio. Dobbiamo andare avanti, non possiamo permetterci settimane d’incertezza. O lo pagheremo tutti».

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