«Covid, il mio calvario e i postumi che mi tengono in ansia»

Simone Bodini, 53 anni: «A marzo due settimane in coma e tracheotomizzato. Ora problemi neurologici»
  • Bodini, 53 anni, di nuovo in ospedale: da Natale Bodini è alle prese con il Long Covid  © www.giornaledibrescia.it
    Simone Bodini: dopo il coma, i postumi del Long Covid
  • Il giorno delle dimissioni: Bodini e le infermiere questa primavera - © www.giornaledibrescia.it
    Simone Bodini: dopo il coma, i postumi del Long Covid
  • Simone Bodini con il padre poi deceduto, al quale ha inconsapevolmente attaccato il virus - © www.giornaledibrescia.it
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  • Simone Bodini con l'assessore regionale Alessandro Mattinzoli: sono stati compagni di stanza al Civile - © www.giornaledibrescia.it
    Simone Bodini: dopo il coma, i postumi del Long Covid
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Un anno fa, in questi giorni, Simone Bodini, 53 anni, stava pensando su quale salita andare con la sua bici da corsa per smaltire i pranzi e le cene di Natale e Capodanno. «Facevo 70-80 chilometri alla volta, stavo bene, ero in salute». Un tranquillo signore di mezza età. «Senza alcuna patologia pregressa» ci tiene subito a specificare affinché il suo racconto che segue non venga ancora strumentalizzato dai soloni che sul Covid pensano di averle sentite tutte, tendendo a minimizzare.

Capo reparto in una grossa azienda bresciana che propone soluzioni in ambito elettronico, tessile e di illuminazione a Led, verso fine febbraio comincia ad avvertire che nel suo fisico c’è qualcosa di diverso dal solito.

Sintomi. «Arrivavo a casa la sera sempre stanchissimo e il 24 febbraio comincio ad avvertire un po’ di febbre, mai però sopra 37,5. Da giorni si parlava del coronavirus, c’era appena stato il primo caso a Codogno, ma io non pensavo assolutamente di aver contratto questa malattia. La stanchezza però aumenta, i dolori al petto, la difficoltà a respirare. Faccio il tampone: positivo. Avviso subito papà, 82 anni, diabetico, del quale mi stavo prendendo cura con la badante. Un mio abbraccio, quando ovviamente non sapevo nulla del virus, gli è stato fatale. Mentre ero ricoverato al Sant’Anna, lui era al Civile. Se n’è andato a metà marzo quando io ero in coma».

Giorni drammatici. Sì, in coma. Il Covid ha avuto su Simone un’aggressività terribile. «Sono rimasto in coma per due settimane. Di quei giorni ricordo allucinazioni come luci in fondo a una stanza, ombre nere che mi inseguivano e io per scacciarle cercavo d’inseguire loro. I medici hanno detto che il mio cervello in pratica è come se non avesse dormito per quindici giorni. Mi hanno anche tracheotomizzato (foto e video sono documentati sulla sua pagina Facebook, ma vi avvertiamo che per chi è impressionabile la visione è sconsigliata, ndr), sono vivo per miracolo».

Con Simone Bodini convive ora il senso di colpa per la morte del papà, ma dalla vigilia di Natale anche l’ansia di essere alle prese con quello che i dottori hanno definito Long Covid. «Sono i postumi - racconta da un letto del Civile in Neurochirurgia - di questa terribile malattia. Nei mesi scorsi mi sono sottoposto a visite, esami e a una rieducazione che stavo sostenendo anche nei giorni scorsi. Avevo capito che c’erano stati dei danni neurologici: difficoltà a ricordare, a volte anche a far uscire le parole giuste, ma non pensavo di tornare a lottare con questa bestia. La vigilia di Natale mi sono alzato con un mal di testa tremendo, io che in vita mia non ho mai sofferto di questi dolori. Mi hanno sottoposto ad altri esami e mi hanno detto che c’è un sanguinamento al cervelletto, mi hanno detto anche il nome della ghiandola che è in sofferenza, ma ora francamente non lo ricordo. La situazione è chiara: o si riassorbe questo ematoma o dovranno operarmi alla testa».

Un calvario che non finisce più. Che Simone sta cercando di combattere, per come gli è possibile, con dei post a tratti anche ironici come quello della festa virtuale di fine anno nella quale ha dato un ruolo a medici, infermieri e strutture come se si trovasse in una discoteca. «Di solito era mio padre, infermiere professionale, che passava i Natali e gli ultimi dell’anno in Ospedale. Se ripenso alla mia gioventù mi tornano in mente dei flash con quei giorni nei quali lui non era in famiglia. Quest’anno è toccato a me». La figura del padre ritorna ossessiva nei ricordi che la mente concede a Simone Bodini. L’uomo che un anno fa faceva 80 km in bicicletta e che oggi teme per la seconda volta, nel giro di pochi mesi, per la sua vita.

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