Conto alla rovescia per la nuova legislatura: gli obiettivi dei 12 parlamentari bresciani

La nostra provincia esce indenne dal parlamento ridotto, con la conferma di cinque senatori e l'elezioni di sette deputati
La sede della Camera dei deputati
La sede della Camera dei deputati
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Questione di ore. Poi si insedierà il nuovo Parlamento e prenderà avvio la 19esima legislatura. Il primo compito di deputati e senatori sarà eleggere i presidenti di Camera e Senato che, stando all'andamento delle precedenti legislature, sono sempre stati scelti tra le fila dei partiti di maggioranza. 

Fra le novità della legislatura, la principale riguarda il numero di rappresentanti nelle rispettive aule di Palazzo Madama e Montecitorio: quello che va a insediarsi è infatti il primo parlamento «in forma ridotta», ossia frutto della riduzione dei parlamentari voluta dal referendum del 2020. I deputati scendono da 630 a 400, mentre i senatori saranno 200 anziché 315.

In questo articolo, cliccando sui nomi dei singoli eletti, potrete accedere alle interviste in cui deputati e senatori bresciani illustrano quelli che sono i loro obiettivi per questa legislatura.

La Camera

Per nulla scalfita dal nuovo Parlamento in formato mini sul fronte numerico, ma decisamente stravolta nella sua fisionomia politica. Esauriti gli ultimi conteggi dell’effetto flipper di una legge elettorale che sembra ormai non essere più figlia di nessuno, è questo - in estrema sintesi - il ritratto della pattuglia bresciana composta dai nuovi (o rinnovati) onorevoli, pronti a prendere posto alla Camera dei deputati.

Quello territoriale non è un dato da sottovalutare se si pensa che su sette deputati, ben tre sono seduti in Consiglio comunale del capoluogo: Simona Bordonali per la Lega, Giangiacomo Calovini per Fratelli d’Italia e Fabrizio Benzoni per Azione. La Lega è passata da sei a due rappresentanti alla Camera (Simona Bordonali e Paolo Formentini), il Movimento 5 stelle è stato azzerato e di fatto rimpiazzato dal Terzo polo (con Fabrizio Benzoni), Fratelli d’Italia ha guadagnato due seggi (Almici e Casasco), il Pd, come Forza Italia (considerando anche il Senato) ha pareggiato i conti con Girelli.

Ora tutti gli occhi sono puntati sulle Commissioni: mancano ancora le nuove regole sulla scia del taglio dei parlamentari, ma non si esclude che possa rimanere intatto l’assetto attuale, con una diminuzione dei soli rappresentanti che ne prenderanno parte. I desiderata sono stati espressi e non sono casuali: tutti vogliono poter incidere in chiave territoriale. E non è certo un caso.

Il Senato - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il Senato - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Il Senato

Il taglio dei senatori oltre ad aver costretto ad accorpare le commissioni le renderà composte da maggioranze molto fragili. Basteranno delle assenze per rendere il processo legislativo molto faticoso oltre che rischioso per la maggioranza (per questo motivo potrebbero esserci anche pochi ministri scelti tra i senatori). In questo quadro allora si capisce quanto siano preziosi e quanto pesino politicamente i cinque senatori bresciani: siano essi i due in opposizione Alfredo Bazoli (Pd) o Mariastella Gelmini (Azione-Iv) o i tre della maggioranza di centrodestra Stefano Borghesi (Lega), Gianpietro Maffoni (Fratelli d’Italia) e Adriano Paroli (Forza Italia).

E questo se consideriamo il fatto che potrebbero avere anche incarichi parlamentari di un certo peso: Paroli potrebbe tornare nel Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa e nella Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. Bazoli sembra destinato alla commissione Giustizia, mentre Borghesi potrebbe tornare alla Affari Costituzionali di cui è già stato anche presidente.

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