«Con le nuove norme più clandestini e più criminalità»

Così il presidente della Corte d'Appello Castelli all'inaugurazione dell'anno giudiziario sul tema immigrazione e protezione internazionale
Un momento dell'inaugurazione dell'anno giudiziario al Palagiustizia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Un momento dell'inaugurazione dell'anno giudiziario al Palagiustizia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
AA

«Il sistema che abbiamo creato sul fronte della protezione internazionale, al di là dei barconi e dell'accesso al Mediterraneo, non funziona». A dichiararlo, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno giudiziario, il presidente della Corte d'Appello Claudio Castelli nel suo intervento.

«Non funzionava prima, con i tempi che si erano dilatati, producendo clandestini in tutti i casi in cui le domande venivano respinte. Gli Sprar e le procedure di integrazione riuscivano a controllare e aiutare le persone, ma una volta respinte definitivamente le richieste dopo anni li condannava alla clandestinità» ha aggiunto Castelli.

«L'attuale situazione con la modifica normativa recente è molto peggiore perché l'abolizione degli Sprar in tutta la fase predecisoria vorrà semplicemente negare a decine di migliaia di persone i diritti fondamentali, ma anche sotto il profilo della sicurezza e del controllo del territorio vorrà dire perdere contatto con le decine di migliaia di persone che non avranno alcuna scelta diversa dalla clandestinità. E la clandestinità, non l'essere straniero, è criminogena».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia