Come i murales e l'arte urbana stanno cambiando Brescia

Dal Link Urban Art Festival all'archivio online dei graffiti: la mappa e le biografie degli artisti che trasformano le periferie
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Il bambino con la pistola d'acqua, le donne palestinesi, il soldato di spalle che lascia il campo di battaglia e se ne va. E poi i muri di via Battaglie marchiati dai graffiti femministi, le pareti che rimbalzano la lotta di sinistra - «La mentalità aziendale è un cancro da estirpare» -, i tag vecchi tante vite davanti al cinema Eden. Il Carmine è di sicuro uno dei quartieri storici di Brescia che può vantare una tradizione di street art di più lunga data. Ma negli ultimi anni anche il resto della città ha iniziato a conoscere questa forma d’arte, in particolare il muralismo, che un tempo era fuorilegge e oggi è diventata un mezzo potente per rilanciare le periferie.

Da Sanpolino al Villaggio Sereno, da via Milano a San Bartolomeo, artisti italiani e stranieri stanno riempiendo di colore muri ciechi e abbandonati, portando cultura dove cultura non c’era. Il merito va sia a progetti indipendenti come il Link Urban Art Festival dell’associazione True Quality, che dal 2016 ha portato più di 30 artisti noti a livello internazionale nei quartieri cittadini, sia alle singole iniziative di enti come Comune di Brescia e Assoartigiani. Ed è grazie a loro, ma anche a tutti i writers in libertà, che oggi si può pensare di scoprire Brescia partendo dai grandi murales.

Che cosa si intende per arte urbana (che è diversa dai graffiti)

Spesso confusa con il graffiti writing, l’arte urbana o street art è una pratica difficile da definire in modo univoco anche a detta degli stessi protagonisti. Si riferisce a un’arte nata a metà degli anni Settanta negli Stati Uniti e in vari paesi europei, che ha come elemento principale il fatto di essere realizzata sulla strada e che, al contrario dei graffiti, vuole raggiungere un’audience molto vasta. Per questa ragione chi fa arte urbana si avvale, spiega l'enciclopedia Treccani, di forme culturali e artistiche di estrazione popolare che abbiano riferimenti espliciti al luogo in cui si opera. I graffiti invece si rivolgono principalmente alla cerchia di chi fa graffiti e conosce quel linguaggio.

I generi dell’arte urbana

Dell’arte urbana fanno parte diversi generi, come la stencil art, la sticker art, la poster art e il muralismo urbano. Il successo planetario dell’arte urbana è stato raggiunto grazie all’attenzione mediatica ottenuta da Banksy nei primi anni Duemila.

  • Alcune delle opere più recenti di Banksy
    Alcune delle opere più recenti di Banksy
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    Alcune delle opere più recenti di Banksy
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    Alcune delle opere più recenti di Banksy
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    Alcune delle opere più recenti di Banksy
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    Alcune delle opere più recenti di Banksy

In seguito l’arte urbana è stata molto sfruttata anche a livello commerciale e promozionale. Negli ultimi anni l’arte urbana ha catalizzato l’attenzione delle istituzioni, che oggi sono fra i più grandi sostenitori del muralismo urbano, che consiste nella realizzazione di rappresentazioni pittoriche a vernice, spray o altri materiali su grandi pareti, facciate cieche di edifici o ampie superfici di altre strutture.

Il festival del muralismo

Nel 2016 a Brescia parte la prima edizione di Link Urban Art Festival, una proposta inedita dell’associazione culturale True Quality, nata per sostenere la creatività urbana. Negli anni la rassegna (autofinanziata o supportata da alcuni sponsor con il patrocinio del Comune di Brescia) ha coinvolto 37 artisti, locali e di fama nazionale e internazionale, che partendo dai piloni della metro di Sanpolino hanno progressivamente iniziato a cambiare il volto di altri quartieri, San Bartolomeo, Lamarmora, il Villaggio Violino e il Villaggio Sereno. E con questi, anche la percezione dei bresciani rispetto all’arte murale.

  • Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
    Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
  • Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
    Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
  • Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
    Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
  • Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
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  • Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
    Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
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    Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
  • Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
    Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival
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    Artisti urbani all'opera alla metro di Sanpolino per Link Urban Art Festival

«Fino al Duemila c’era una forte repressione dei graffiti a Brescia. Si dipingeva illegalmente, poi ottenemmo dal sindaco Corsini le pareti degli ex magazzini di via Dalmazia – racconta Giovanni Gandolfi, tra i fondatori di True Quality –. Negli anni, per non far morire l’onda creativa della città, abbiamo dato vita all’associazione». Un esperimento riuscito, che in questi anni ha promosso vari laboratori e ha permesso di costruire relazioni solide con le realtà di quartiere. «Per noi è sempre stato fondamentale coinvolgere gli abitanti delle zone dove operiamo – continua Gandolfi –, anche per trasmettere il valore culturale dell’arte urbana, che vuole dare un contributo positivo ai luoghi delle comunità». L’ultimo Link Urban Art Festival si è concluso a fine giugno e ha visto tra i protagonisti Camilla Falsini, Emanuele Poki, Luca Zamoc e Luogo Comune. Negli anni scorsi si sono alternati Vera Bugatti, 108, Vesod, Saddo.

La mappa dal centro alle periferie

Ce ne sono molti di più, ma seguendo le iniziative più recenti proponiamo qui una selezione di 11 opere distribuite in vari quartieri della città. Nel grafico sono segnate le vie dove si trovano i murales, con la legenda che può aiutare a costruirsi il proprio itinerario alla scoperta dell'arte urbana. Per farsi un'idea di quali sono, basta guardare le fotografie in cover a questo pezzo che mostrano i vari murales numerati secondo l'ordine presentato nella legenda della mappa.

Chi sono gli artisti urbani passati per Brescia

Non c’è un percorso strutturato per diventare artista urbano. Tutti quelli che hanno lavorato a Brescia, invitati negli anni a Brescia da True Quality per il Link Urban Art Festival, Comune di Brescia e associazione Techne, hanno esperienze, studi, progetti diversi. In comune hanno la dedizione all’arte urbana, che ciascuno reinventa secondo il proprio estro in vari punti del mondo. Cliccando sulle card è possibile leggere brevi biografie degli artisti. Sotto l'elenco dei nomi con il link ai siti o alle pagine Instagram.

  1. Luca Zamoc (il Maglio)
  2. Luogo Comune (Solchi)
  3. Vera Bugatti (Aut Aut, Vita Artigiana, Tempus Edax Rermu)
  4. Emanuel Poki (Senza Titolo)
  5. Jupiterfab (Noi siamo l'Italia, Il tesoro)
  6. Camilla Falsini (Mostro Gentile)
  7. Vesod (ERA)
  8. 108 (Senza Titolo)
  9. Saddo (Strong Women)

Riqualificare per integrare: il caso via Milano

  • I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
    I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
  • I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
    I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
  • I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
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  • I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
  • I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
    I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
  • I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino
    I murales in via Milano di Jupiterfab e degli studenti della Romanino

Tra i posti più in via di trasformazione in questi anni, via Milano è sicuramente in cima alla lista. La strada della Caffaro, della multietnicità, delle iniziative culturali dal basso, scelta anche da ristoranti come il Laboratorio Lanzani, è anche sede di due murales dedicati al tema dell’integrazione. Li firma Jupiterfab, nome d’arte di Fabrizio Bianchini, che nel 2017 ha iniziato un progetto chiamato «Immigrazione e integrazione», in collaborazione con il Comune di Brescia, insieme agli studenti della scuola media Romanino. Tre anni fa l’artista e i ragazzi hanno realizzato «Noi siamo l'Italia» il primo dipinto sul muro, 50 metri per 6, dedicato ai nuovi bresciani, cioè i figli di genitori immigrati nati e cresciuti in città. Si trova nell'area in fondo alle Case del Sole. In via Milano 134/A, a fine giugno lo stesso gruppo ha portato a termine «Il tesoro», tassello conclusivo del progetto, che ritrare cinque ragazzini di etnie diverse mentre tengono in mano una cartina dell’Italia.

L’archivio dei graffiti bresciani

E se un giorno si decidessero di ridipingere tutte le pareti e andassero perduti disegni e scritte ai quali siamo affezionati? Se l’è chiesto anche un writer, che ha deciso di passare direttamente all’azione creando il primo archivio online dei graffiti bresciani. Il sito si chiama Graffiti Archivist Brescia ed è un progetto work in progress di recupero dei disegni sui muri dalla fine degli anni Ottanta al 2011. L’idea è di Marco Bonadei, «Bone», artista della seconda generazione che negli anni ha collezionato moltissime fotografie di graffiti e ha deciso di condividerle con il resto della città. «Ho creato il sito nel 2018, ma il lavoro grosso è partito a marzo 2020 durante il lockdown – racconta Bonadei, che nei primi anni Duemila ha contribuito a fondare l'associazione Brixia Fame –. È un patrimonio culturale di cui si stanno ormai perdendo le tracce. Avevo tante foto a disposizione, e non appena ho iniziato a pubblicarle tanti hanno cominciato a invarmene altre. E quindi di fatto è diventato un progetto collaborativo». Su Graffiti Archivist Brescia ci sono 1653 immagini, raggruppate in timeline per autore, ognuno con la sua scheda. «La community di writer bresciana è piccola, ma sarebbe bello se tanti avessero voglia di contribuire all’archivio» commenta Bonadei. Per inviare segnalazioni e materiale, sul sito c’è una pagina dedicata.

Un museo diffuso per la Capitale della Cultura 2023

C’è ora il sogno più grande di creare davvero un percorso alla scoperta di Brescia seguendo i murales. E l’occasione più naturale si prospetta nel 2023, quando la nostra città e Bergamo diventeranno Capitali italiane della Cultura. «Ci piacerebbe creare un museo diffuso e gratuito dove ci sono i nuovi murales – anticipa Giovanni Gandolfi di True Quality –. Se Brescia vuole proporsi in un contesto europeo, deve per forza considerare un movimento affermato a livello internazionale come l’arte urbana. Siamo già in contatto con alcune associazioni bergamasche con cui ci piacerebbe fare una proposta condivisa per il 2023».

L’idea piace anche alle istituzioni, che già da qualche anno stanno promuovendo il muralismo nelle periferie. «Brescia sta diventando un polo attrattivo degli artisti urbani, che contribuiscono a nutrire la vita culturale di zone comunemente considerate più isolate – dice la vicesindaca e assessora alla Cultura Laura Castelletti –. Siamo molto contenti di queste iniziative e anche in futuro ci riproponiamo di sostenerle come valore aggiunto per i bresciani e per chi visita la nostra città».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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