Col caro energia è corsa dei bresciani alla stufa: su i prezzi, scarseggia la legna

Un bancale costa fino a 280 euro. Il rivenditore: «Chi ordina un modello ora lo riceve in primavera»
Calore. Le stufe (soprattutto a legna) hanno registrato un boom di vendite
Calore. Le stufe (soprattutto a legna) hanno registrato un boom di vendite
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Il camino «secca troppo l’ambiente», la legna «sporca il parquet e riempie il garage», la stufa «non si addice all’arredamento che abbiamo scelto». In passato ci si poteva permettere di essere schizzinosi o pigri, adesso non più: anche chi non voleva saperne di virare su fonti di riscaldamento alternative, ora, fatti due conti, ci pensa due volte prima di premere il pulsante di accensione della classica caldaia. Lo dimostra la corsa (nazionale e pure bresciana) all’acquisto di camini e stufe a legna e a pellet. Corsa, supportata da incentivi economici statali e regionali, che, insieme alla ormai note difficoltà internazionali di reperimento di materie prime e componenti vari (ghisa, alla ceramica, ai microchip...), ha allungato di alcuni mesi i tempi d’attesa dei nuovi ordini e ha fatto schizzare tutti i prezzi alle stelle.

Tanto lavoro

Ne sa qualcosa Simone Bottanelli, titolare della Bottanelli Stufe di Capo di Ponte. «Ho avuto un boom di richieste soprattutto di stufe a legna perché, seppur in generale questo combustibile scarseggi e abbia prezzi ritoccati all’insù, qui da noi in montagna in qualche modo si riesce ancora a trovare». La vendita è impennata e ora «le ho esaurite tutte - ammette -: chi ordina adesso una stufa a legna la riceve tra aprile e maggio, se invece tentenna e non la prenota subito non l’avrà nemmeno il prossimo autunno». Discorso diverso, invece, per quelle a pellet: «Le ho, sono riuscito a fare una scorta».

Rispetto ai caloriferi Bottanelli sostiene che le stufe garantiscano «un risparmio del 30-40% e un caldo più avvolgente, che ricorda i raggi del sole». Questo anche se i prezzi dei combustibili sono aumentati: «Un bancale di legna da circa 9 quintali - racconta - da queste parti può arrivare a costare 250-280 euro, mentre in tempi normali il suo prezzo si aggirata attorno ai 140-150 euro. Col pellet sta andando ancora peggio: per un sacco da 15 chili che prima costava sui 5 euro o anche meno ora si spendono persino 12-15 euro».

I rincari, come si può immaginare, interessano anche le stufe. La Ecocalor di Brescia spiega che i prezzi medi oscillano «dai duemila ai quattromila euro. Le richieste sono aumentate del 50%. Noi in magazzino attualmente abbiamo sia stufe a legna, sia a pellet. Vendiamo anche la legna, il pellet invece deve arrivare a giorni».

Dall’estero

Alessandro Giarelli è un importatore di legna e pellet che fa base a Ceto. «Quest’anno - racconta - ho tantissimi clienti nuovi. Quelli storici aspettano ad acquistare nuovo pellet con la speranza che il prezzo cali, ma non posso assicurare loro che succederà. Io lo importo da Paesi come Austria, Lettonia, Lituania e Polonia. C’è stato un periodo, parlo dei mesi scorsi, in cui non si trovava, ora invece va leggermente meglio. Anche con la legna ci sono delle difficoltà: io la faccio arrivare dalla Romania e le alte richieste hanno reso complicato reperirla. Chi abita dalle nostre parti, in montagna, invece, cerca di arrangiarsi».

Quante stelle

Come si sa, gli impianti a biomassa legnosa sono tra le maggiori fonti di emissioni di polveri sottili (Pm10) e per questo il loro utilizzo è soggetto a limitazioni. In un vademecum diffuso nei giorni scorsi la Regione precisa che un impianto già installato (stufa o camino) per poter essere utilizzato deve avere almeno 3 stelle (su un massimo di 5). Ma se è l’unica fonte di riscaldamento della casa «fino a ottobre 2024 può essere acceso anche se ha meno di 3 stelle». Idem se ha «un rendimento energetico almeno del 75% se alimentato con legna o dell’85% se alimentato con pellet». I nuovi generatori di calore a biomassa legnosa, invece, per essere installati «devono essere classificati almeno come 4 stelle». Attualmente, si legge sempre nel vademecum, un bando regionale da 12 milioni di euro mette a disposizione degli «incentivi che possono aggiungersi ai contributi nazionali (quali il conto termico) arrivando a coprire fino al 95% dei costi sostenuti». Le richieste possono essere presentate fino al 15 settembre del prossimo anno.

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