Centro profughi a Flero, il sindaco: «Decisione dall'alto, ma gestione Croce Rossa è garanzia»

Pietro Alberti replica alla scelta non condivisa, ma rispetto alla quale fornirà tutta la collaborazione del caso
DOPO LA RANDACCIO ECCO FLERO
AA

«Nessun margine di trattativa. La decisione assunta dalla Prefettura di Brescia di trasformare un capannone di via Lana a Flero in un centro di accoglienza e smistamento per profughi e stranieri dopo l'ipotesi della caserma Randaccio ci è giunta sul capo anticipata solo ieri, da una chiamata del Prefetto per rispondere ad altri problemi di vicinato e convivenza legati ad un Cas che la Prefettura stessa ha voluto a Flero in via 25 aprile con 32 ospiti».

 

Il sindaco Pietro Alberti replica così alla notizia che a Flero viene aperta la struttura di smistamento degli stranieri ospiti in Italia. «Il fatto che la struttura sia gestita da Croce Rossa è per me una garanzia, non di meno credo che per rispondere alla mia comunità è importante sapere che sull'iniziativa non c'è stato modo di interagire. Non siamo il capoluogo Brescia, non abbiamo valenza contrattuale, il capannone è di proprietà statale, il Prefetto agisce in rappresentanza del Governo. Detto questo cosa si poteva fare? Vigileremo per il rispetto delle regole come facciamo per via 25 aprile. In quel caso per noi l'abitabilità era di 17 persone e non di 32 e lo abbiamo fatto presente. Ora si è aggiunta una raccolta di firme per i disagi degli schiamazzi. Il Prefetto verrà a fare un sopralluogo settimana prossima e noi ci saremo. Significheremo il nostro disagio per una scelta non condivisa, ma che accettiamo per spirito di rispetto istituzionale. Non condividere una scelta non vuol dire non rispettarla, dunque così faremo. Ma la nostra attenzione su numeri e situazioni in divenire resterà alta. Nel rispetto delle regole e della nostra comunità».

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia