Case «green», 70mila edifici da efficientare con le nuove classi energetiche europee
La svolta «green» delle case potrebbe tradursi in un vero salasso per circa 70mila famiglie bresciane, numero comunque più contenuto rispetto a quello stimato qualche mese fa. La nuova direttiva, che obbliga a migliorare la classe energetica degli edifici approvata dal Parlamento Ue fa discutere e genera inevitabile apprensione proprio perché tocca la casa, bene rifugio per eccellenza dei bresciani.
La normativa prevede che gli edifici residenziali debbano raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030 e la D entro il 2033. Gli immobili della pubblica amministrazione (uffici comunali, scuole, palestre...) devono arrivare alla classe E entro il 2027 e in D entro il 2030. Non solo, dal 2028 tutte le nuove costruzioni dovranno essere a «zero emissioni» (per il pubblico dal 2026).
La nuova classificazione
Cartina di tornasole della normativa sarà però il nuovo sistema di classificazione degli edifici che verrà adottato dall’Unione Europea e che - a quanto risulta - non si baserà sul solo fabbisogno energetico dell’edificio, ma soprattutto sul consumo di energia della casa. Ad ogni lettera, dalla A alla G, corrisponderà un consumo medio annuo di kilowattora per metro quadro. La classifica si può riassumere in questo modo: consumi quasi nulli (classe A a zero emissioni), consumi molto bassi (B), consumi quasi buoni (C), consumi da migliorare (D), consumi non adeguati (E), consumi elevati (F), consumi insostenibili (G).
Ma quanti potrebbero essere gli edifici coinvolti nella nostra provincia? La diatriba è aperta. Secondo la direttiva - ci spiegano i tecnici di Ance Brescia - solo il 30% degli edifici residenziali in Italia (e non il 74% come frettolosamente annunciato nei mesi scorsi) dovrebbe adeguarsi agli standard minimi di prestazione energetica. Inoltre una quota significativa di questi è «esente»: ad esempio gli edifici storici o protetti e quelli non usati più di quattro mesi l’anno.Degli oltre 250mila immobili residenziali quelli da riqualificare sono circa 70mila, 150mila in meno rispetto alle stime di qualche mese fa.
La fotografia
Secondo una stima di Ance Brescia con la classificazione in vigore oggi nel nostro Paese sono circa 87mila gli edifici residenziali del Bresciano che si trovano in classe G (di questi 5.753 si trovano in città); poco più di 60mila quelli che si trovano in classe F (56.549 in provincia, 4.004 in città); oltre 40mila le residenze in classe E (2.264 in città); ad oggi appartengono alla classe D 24.286 abitazioni.
Sempre secondo Ance Brescia, il 7,5% degli immobili nel Bresciano è in classe A: di questi 4.943 sono in A4, 4.202 in A3, 4.448 in A2, 4.941 in A1. E gli immobili collegati alla rete di teleriscaldamento A2A? Attualmente risultano nelle classi energetiche più alte (in base al «fattore di energia primaria» che negli anni scorsi aveva creato non pochi problemi all’applicazione delle agevolazioni del Superbonus), ma - alla luce dei nuovi criteri di classificazione della direttiva europea basati sui consumi medi annui di un immobile - potrebbero scivolare nelle posizioni più basse.
Un piano per il Paese
L’adeguamento di un immobile si traduce nella sostituzione di infissi e caldaie, nella realizzazione del cappotto termico e nell’installazione dei pannelli fotovoltaici. Operazione da salasso per le famiglie. «È chiaro che la transizione non può pesare solo sulle spalle dei cittadini - spiega il presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi -. La direzione e gli obiettivi indicati dalla direttiva europea per un grande piano di riqualificazione energetica degli edifici è quanto mai indispensabile nel nostro Paese, ma occorre farlo in modo coscienzioso. La nostra non è un’opposizione alla misura, quanto più alla sua fattibilità. Regole cadute dall’alto non possono adattarsi alle diverse caratteristiche, situazioni e necessità di paesi così diversi fra loro. Occorre individuare il giusto percorso che ci possa consentire di adattare le previsioni alla realtà italiana».
Il testo è ora fase di revisione, ma già a giugno 2023 potrebbe entrare in vigore.
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