Caffaro, sotto sequestro 7 milioni ai vertici dell'azienda

Il provvedimento a carico dei vertici di Caffaro Brescia Srl indagati per disastro ambientale. Chiuse le indagini anche su cromo e mercurio
CAFFARO, SEQUESTRATI 7 MILIONI
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Nuovi sequestri alla Caffaro Brescia. Il gip del tribunale di Brescia Alessandra Sabatucci ha accolto la richiesta della Procura e ha disposto il sequestro preventivo di oltre sette milioni di euro dai conti degli attuali vertici di Caffaro Brescia che sono indagati per disastro ambientale.

Si tratta dell’equivalente della spesa - la cifra esatta è pari a 7.762.410 euro -che per gli inquirenti i vertici dell’azienda da avrebbero dovuto spendere per adeguare gli impianti. A febbraio scorso una parte dello stabilimento Caffaro era stato posto sotto sequestro perché per chi indaga continua ad inquinare. «Il sequestro - chiarisce al riguardo una nota diffusa dal Comando provinciale della Guardia di Finanza, che ha dato esecuzione al provvedimento - è stato eseguito in via diretta nonché per equivalente, in particolare acquisendo le quote di partecipazione societaria nella diretta disponibilità degli indagati».

Era stato nominato un custode giudiziario che garantisce il mantenimento attivo della barriera idraulica che limita il passaggio dei veleni nella falda cittadina. Con il sequestro della Caffaro, il gip di Brescia Alessandra Sabatucci aveva applicato la misura interdittiva del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese nei confronti di Donato Antonio Todisco, presidente del consiglio di amministrazione e attuale co-amministratore di fatto della Caffaro Brescia S.r.l., Alessandro Quadrelli, rappresentante legale dell'impresa, e Alessandro Francesconi, consigliere delegato alle tematiche ambientali nonché direttore dello stabilimento.

Contestualmente oggi il sostituto procuratore Donato Greco e l’aggiunto Silvio Bonfigli hanno chiuso l’inchiesta che riguarda l’inquinamento da cromo e mercurio. Oltre agli otto indagati noti da tempo, tra cui l’ex commissario straordinario Moreni, nel registro degli indagati è stato aggiunto anche il nome di una dirigente del Comune di Brescia settore Ambiente.

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