Bus, corse a rischio se i conducenti sono senza Green Pass

In vista dell'obbligo per i lavoratori dal 15 ottobre, le aziende chiedono al governo una deroga alla privacy per organizzare il servizio
Studentesse salgono su un autobus di linea in città - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Studentesse salgono su un autobus di linea in città - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Dal 15 ottobre il Green pass sarà obbligatorio per tutti i lavoratori, autisti degli autobus compresi. La strada dell’applicazione di questa regola nel settore dei trasporti pubblici, però, è ancora piena di «ingorghi»: le aziende della mobilità, attraverso Astra, Anav e Agens, hanno chiesto una deroga alla legge sulla privacy che consenta loro di domandare al personale viaggiante di comunicare preventivamente se non sarà in possesso del Green pass in modo da programmare con il necessario anticipo i turni e garantire così il servizio.

Al momento, però, una risposta del Ministero dei Trasporti non c’è stata. La preoccupazione, quindi, è concreta. Anche nella nostra provincia. Lo ammette Brescia Trasporti: «Se un autista verrà trovato sprovvisto di Green pass all’atto dell’ingresso in sede si potrà, in tutta fretta, trovare un sostituto e far partire il servizio forse solo con un poco di ritardo». Ma se l’autista senza certificazione verde «venisse individuato da un nostro controllore mentre già si trova in linea (e questo può accadere, poiché molti conducenti non prendono servizio in sede ma lungo la linea), il problema sarebbe ben più grave: bisognerebbe fermare il servizio, lasciare gli utenti in attesa e far arrivare un nuovo conducente, e tutto questo richiederebbe ovviamente tempi lunghi del tutto incompatibili con le esigenze di regolarità e puntualità del trasporto pubblico».

Le preoccupazioni

Ecco quindi la necessità delle società di trasporti di sapere in anticipo se il dipendente avrà o meno il Green pass (e quando scade). Punto, questo, che necessiterebbe di una deroga alle norme sulla privacy e che ad oggi non è stato chiarito né dal Garante né dal Ministero. Il settore, insomma, è al palo, in attesa di informazioni. Ce lo conferma Mauro Ferrari, segretario della Filt Cgil di Brescia: «Le aziende non sono pronte, aspettano le linee guida. Non si tratta di una cosa da poco: c’è di mezzo l’organizzazione del lavoro. Si stima che il 20% degli autisti, per vari motivi, non sia stato vaccinato».

Cosa dicono le aziende della mobilità bresciane

Il collega sindacalista Davide Bertolassi, Rsu di Brescia Trasporti, aggiunge che «il problema principale riguarda, appunto, la programmazione dei turni, e non tanto i controlli che possono avvenire in azienda a cura, nel nostro caso, del personale esterno che già rileva la temperatura». A tal proposito il gruppo Brescia Mobilità ci fa sapere di essersi già attrezzato «per effettuare, nel rispetto della norma, il controllo del Green pass all’atto dell’ingresso al lavoro dei dipendenti (conducenti, operai, impiegati), individuando soggetti preposti e opportunamente nominati. Questo vale per Brescia Trasporti, Metro Brescia e Brescia Mobilità». Arriva, che invece si occupa del trasporto pubblico locale extraurbano, riferisce soltanto che «applicherà per gli autisti quanto previsto dalla normativa. Attualmente la società è ancora in attesa di chiarimenti dal Governo». «Nei prossimi giorni le aziende comunicheranno chi e come eseguirà i controlli - aggiunge Mario Bresciani, segretario provinciale della Fit Cisl -. I protocolli sono in fase di definizione».

Difficile prevedere i disagi

Dal canto suo l’Agenzia del Trasporto pubblico locale (Tpl) conferma i timori: «Ad oggi, non sapendo quanti autisti potrebbero non essere in regola con il Green pass, è difficile prevedere eventuali disagi - osserva il direttore Massimo Lazzarini -. Visto che il personale non è sicuramente in eccesso un alto numero di richieste di aspettativa potrebbe rappresentare un problema. Allo stesso modo se una mattina, per un motivo o per l’altro, ci trovassimo con 100 autisti in meno su 1.000-1.200 il sistema andrebbe in crisi. Le preoccupazioni, insomma, ci sono e sono date, appunto, dall’incertezza dei numeri». Relativamente al trasporto scolastico arriva una segnalazione da Rino Polloni, presidente del Consiglio di Desenzano: «È inutili prevedere ingressi scaglionati nelle scuole, se poi mancano i pullman per venire a prendere i ragazzi. In tanti rimangono a piedi. Servono ulteriori autobus».

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