Bozzoli, Souad e Ziliani: tre casi di omicidio senza cadavere

Nel 2015 Mario Bozzoli, nel 2018 Souad Alloumi, oggi Laura Ziliani. Tre inchieste per omicidio volontario e occultamento di cadavere, una approdata a processo, l’altra già definita in primo e secondo grado, e la terza solamente agli inizi. Storie diverse, ma unite da un elemento, tutt’altro che secondario: in tutti questi casi di cronaca nera della nostra provincia manca il cadavere.
Il caso Bozzoli
La vicenda di Mario Bozzoli può essere divisa in due tempi. Nel primo gli inquirenti erano convinti che non fosse mai uscito dalla fonderia di Marcheno. E quindi grande attenzione era stata data al forno. Nel secondo tempo di questo infinito giallo, con le indagini avocate dalla Procura generale, la convinzione è un’altra. «Bozzoli è stato portato fuori dall’azienda e caricato sull’auto del nipote Giacomo».
Come è stato ucciso? Non si sa. Dove è stato portato? Nemmeno. E sull’auto del grande accusato? Nessuna traccia. Risultato, il nipote Giacomo sta affrontando davanti alla Corte d’Assise il processo con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere.La storia di Souad Alloumi
Souad Alloumi è invece la ragazza di origini marocchine sparita da casa sua in zona via Milano la notte tra il 3 e 4 giugno 2018. Le telecamere sul retro di un bar la inquadrano mentre entra nell’appartamento in mansarda. Poi arriva l’ex marito con i due figli. La donna non ripasserà più davanti alla telecamera. I bambini lo faranno il pomeriggio del giorno dopo alla ricerca della mamma. L’ex della donna, Abdelmjid El Biti, viene invece inquadrato la notte stessa. Sudato e affaticato mentre trascina un borsone. «C’erano dentro le lenzuola da lavare» dirà in interrogatorio. Dal borsone si vede però spuntare quella che sembra la sagoma di un ginocchio.
L'ex vigilessa scomparsa a Temù
E poi c’è Laura Ziliani, dipendente comunale a Roncadelle, ex vigilessa a Temù, paese dell’alta Vallecamonica da dove svanisce nel nulla lo scorso otto maggio. È vedova, il marito è morto travolto nel 2012 da una valanga, ha tre figlie e un compagno. Ed è appassionata di montagna. «È uscita di casa attorno alle sette per andare a fare una passeggiata» fa mettere nero su bianco in denuncia la figlia maggiore. L'ipotesi è quella dell’incidente.
Il 23 maggio viene ritrovata una scarpa, ma resta un mistero dove sia finito il corpo. I soccorritori complessivamente percorrono 2500 chilometri tra i boschi di Temù. Senza risultato. La scorsa settimana si registra una svolta. Gli inquirenti non cercano più una donna caduta in montagna durante una passeggiata, ma una donna uccisa. Nel registro degli indagati finiscono due figlie di Laura Ziliani, la minore e la maggiore, e il fidanzato di quest’ultima. L'ipotesi di reato è omicidio volontario e occultamento di cadavere in concorso.Tre casi, tre gialli e una certezza: il corpo della vittima non c’è.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
