Bomba alla Polgai, si batte la pista anarco-insurrezionalista

Per gli inquirenti sarebbe legata al contesto anarco-insurrezionalista la matrice dell'atto intimidatorio della Polgai
BOMBA, I FILMATI NON AIUTANO
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Le immagini non aiutano. Impossibile trarre elementi utili all’indagine dai pochi secondi di nastro in cui si vede un uomo mettere a terra davanti alla sede della Polgai di via Veneto in città, la borsa contenente la pentola a pressione carica di polvere pirica poi esplosa.

E’ la conclusione alla quale sono arrivati gli investigatori dopo un vertice in Procura alla presenza del sostituto procuratore Alberto Rossi. Le immagini non sono nitide, troppo distante la telecamera che ha ripreso 13 minuti prima dello scoppio l'istante in cui è stato posizionato l’ordigno rudimentale. Gesto intimidatorio che nessuno ancora ha rivendicato. Ma le indagini si concentrano sul mondo anarco-insurrezionalista

Un «atto intimidatorio, di vendetta da parte di qualcuno che non gradisce il rispetto della legalità e delle regole» ha detto il capo della Polizia Alessandro Pansa. “Atto – ha aggiunto – messo in atto da qualcuno che vuole protestare contro l'azione che la Polizia sta conducendo a Brescia». 

Una forma di intolleranza agli arresti, alle denunce e alle condanne degli ultimi mesi nei confronti del mondo antagonista? E’ un’ipotesi sulla quale sta lavorando la Digos di Brescia. Sempre più probabile che chi ha agito abbia effettuato prima un sopralluogo, e che sapesse forse che le telecamere avrebbero ripreso, ma non trasmesso direttamente sui monitor di una centrale operativa. E che quindi l’azione sarebbe stata impossibile da fermare.

 

 

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