Basta veleni, pronti a sfilare in migliaia contro l'inquinamento

I gruppi ambientalisti chiedono che A2A abbandoni subito il carbone per l'alimentazione dell'impianto di Lamarmora
BASTA VELENI: STOP AL CARBONE
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All’ombra della centrale di Lamarmora il gruppo «Basta veleni» lancia un nuovo, forte appello in nome dell’ambiente e della salute delle persone. Il tavolo composto da circa 70 associazioni del territorio ha indetto per il 27 ottobre una nuova grande manifestazione lungo le vie della città, con l’obiettivo di ripetere il successo del corteo del 10 aprile 2016, quando in centro si riversarono 10 mila persone.

«Alla pagina inquinamento del vocabolario della nostra provincia non manca nemmeno una voce - sottolinea il consigliere provinciale Marco Apostoli -. Chiediamo l’adesione di tutti per dire basta all’avvelenamento della nostra terra, dell’acqua, dell’aria». La prima tappa del percorso di avvicinamento al 27 ottobre, con la manifestazione che verosimilmente ricalcherà il percorso del 2016 (dal parco Gallo a piazza Vittoria), è stata, appunto, ieri mattina davanti alla centrale di Lamarmora di A2A in via della Ziziola, sulla quale «Basta veleni» ha da tempo ingaggiato una dura battaglia.

«L’impianto è stato progettato per essere policombustibile quindi per alimentarlo si potrebbe fin da subito utilizzare il metano invece che il carbone - afferma Cesare Giovanardi -. Abbiamo saputo del progetto di riqualificazione avanzato da A2A ma non vogliamo aspettare altri 4 anni, perché intanto l’aria di Brescia viene continuamente avvelenata».

Secondo «Basta veleni» con questa soluzione si eviterebbero circa 1.300 chili di biossido di azoto emessi, riducendo al contempo di due terzi l’anidride carbonica rilasciata. «Il problema è che l’azienda non vuole abbandonare il carbone perché semplicemente costa meno del metano - attacca Giovanardi -, e il Comune, che vive solamente grazie ai dividendi di A2A, non dice nulla. La politica in questa città la fa l’azienda». A continuare l’affondo nei confronti della Loggia è Marino Ruzzenenti: «Il sindaco ha l’obbligo di tutelare la salute dei cittadini e dovrebbe imporre il funzionamento a metano».

 

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