Assalti ai bancomat, due bresciani arrestati in provincia di Verona

Sono in carcere in custodia cautelare. Alcuni dei mezzi usati per commettere i reati sono stati ritrovati a Gavardo
Carabinieri della compagnia di Caprino Veronese- Foto Carabinieri © www.giornaledibrescia.it
Carabinieri della compagnia di Caprino Veronese- Foto Carabinieri © www.giornaledibrescia.it
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Due bresciani, un quarantaseienne e un quarantanovenne entrambi pluripregiudicati, sono stati arrestati ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Caprino Veronese con l’accusa di aver assaltato due bancomat nella provincia di Verona. Si trovano ora in carcere in custodia cautelare.

L’operazione è stata portata a termine dopo una complessa attività investigativa iniziata dopo l’assalto con un escavatore, poi ritrovato a Gavardo, alla Banca Popolare di Verona a San Pietro in Cariano e in seguito alla Bpm di Sant’Ambrogio di Valpolicella.

Gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno ricostruito che i due pregiudicati, approfittando della attività lecita che svolgevano alle dipendenze di una azienda del settore terziario della sponda bresciana del lago di Garda, avevano la possibilità di eseguire meticolosi sopralluoghi e scegliere con cura gli obiettivi, dopo aver pianificato le vie di fuga.

I due furgoni muniti di braccio meccanico usati per portare via i bancomat, entrambi rinvenuti dai carabinieri di Gavardo, sono stati rubati in Provincia di Trento qualche giorno prima dei due colpi e poi nascosti in prossimità degli istituti bancari, mentre le due ruspe servite per sfondare le vetrate e sradicare le casse automatiche dai muri sono state rubate in due cantieri di Volargne di Dolcè.

All’identificazione dei due i carabinieri sono giunti analizzando ore e ore di riprese dei sistemi di videosorveglianza dei comuni della Valpolicella, individuando la vettura «pulita» che accompagnava i mezzi rubati quando venivano posizionati prima delle azioni. I successivi servizi di osservazione e pedinamento e la conseguente analisi dei tabulati telefonici delle utenze dei sospettati hanno consenito di raccogliere elementi della loro presenza sui luoghi del delitto. Infine, le sembianze fisiche dei due indagati corrispondevano a quelle degli autori del reato, benchè i furti siano stati effettuati col volto coperto.

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