Arrestati per le molotov: «Volevano sabotare le vaccinazioni»

Per gli inquirenti i bresciani finiti in manette, negazionisti e no vax, avrebbero potuto colpire ancora. Fontana: «Non hanno intimidito nessuno»
MOLOTOV SU CENTRO VIA MORELLI; DUE ARRESTI
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Negazionisti e no vax. Incensurati, ma determinati a «bloccare e sabotare» la campagna vaccinale. È il profilo dei due soggetti finiti in manette con l’accusa pesantissima di «atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi (art. 280 bis c.p.) e porto e detenzione di armi da guerra» perché considerati gli autori del duplice lancio di molotov contro l’hub vaccinale di via Morelli, nella notte fra il 2 e il 3 aprile scorsi.

A loro i Carabinieri del Ros e i colleghi del Comando provinciale, coordinati dal sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi e dall’aggiunto Silvio Bonfigli, sono arrivati anzitutto grazie all’analisi minuziosa delle immagini registrate dai vari sistemi di videosorveglianza in funzione nella notte della vigilia di Pasqua a ridosso dell’area Spettacoli viaggianti in cui sono allestite le tensostrutture del centro vaccinale.

Proprio quelle che Paolo Pluda, 52 anni di Brescia, e Nicola Zanardelli, 51, di Monticelli Brusati, intendevano danneggiare con i due ordigni incendiari realizzati artigianalmente. Pesantissime, per gli inquirenti, le conseguenze che il loro atto avrebbe potuto generare, come del resto lasciano intuire le immagini dello scoppio delle due bombe: «L’incendio alimentato dagli ordigni - non propagatosi all’intero padiglione solo per la resistenza ignifuga della tensostruttura e per altre cause fortuite - era potenzialmente idoneo a causare danni devastanti alla struttura nella quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino nonché altro materiale infiammabile, danni che avrebbero potuto ripercuotersi negativamente sulla campagna vaccinale anti Covid-19».

Non solo. A pochi metri dal punto centrato dalla sola delle due molotov andata a segno, sfilavano i cavi di alimentazione dei congelatori in cui erano conservate le dosi vaccinali: perdute quelle stoccate, l’ammanco avrebbe portato a ritardi e caos nelle fasi successive della somministrazione.

I preparativi delle molotov registrati dalle videocamere di sorveglianza di un distributore di carburanti - © www.giornaledibrescia.it
I preparativi delle molotov registrati dalle videocamere di sorveglianza di un distributore di carburanti - © www.giornaledibrescia.it

I militari dell’Arma hanno individuato attraverso le immagini di videosorveglianza anche le fasi preparatorie dei due rudimentali ordigni, con gli autori dell’attentato fermi a un distributore di carburante. Il primo ad essere stato identificato – sulla base a quanto pare del rilievo di un numero di targa – è stato Paolo Pluda. Le sue pagine social hanno rivelato agli investigatori il profilo di un soggetto convintamente no vax e negazionista, al punto da essere pronto ad attaccare le istituzioni per la gestione della pandemia.

A Zanardelli gli investigatori sono giunti scandagliando i contatti di Pluda: stessa matrice ideologica quella emersa dall’analisi dei profili social, stessa determinazione a reiterare anche gesti simili. Ad evidenziare quest’ultima, secondo gli inquirenti, è un post pubblicato su Facebook da Pluda proprio poche ore prima dell’attentato: «Se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma, “la paura”, e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni».

Gli approfondimenti investigativi hanno condotto i Carabinieri ad eseguire nelle scorse ore perquisizioni tra Brescia e Verona, città quest’ultima in cui proprio Pluda il 27 febbraio aveva preso parte a una manifestazione no vax («Riprendiamoci la nostra vita!») organizzata dal Movimento «3V». Tra i partecipanti, la deputata del Gruppo Misto, espulsa dal M5S, Sara Cunial. Molti dei partecipanti alla manifestazione non indossavano la mascherina. Una foto di Pluda, che davanti al Municipio veronese indossa un cartello con lo slogan «Stop dittatura sanitaria», è stata pubblicata sul suo profilo Facebook.

Quale sia il contesto ideologico in cui è maturata la decisione è ancora difficile da dire nel dettaglio. Il procuratore capo di Brescia, Francesco Prete parla di «soggetti vicini ad una destra anomala».

Sono stati i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil questa mattina, recandosi a salutare gli operatori impegnati nelle vaccinazioni anche il Primo maggio, festa dei lavoratori, a commentare per primi la notizia, con plauso unanime per Procura e Carabinieri, giunti alla svolta nelle indagini in meno di un mese. Ma con il passare delle ore, a loro si è unito il ministro della Difesa Lorenzo Guerini: «Ottima operazione quella dei Carabinieri del Ros a tutela della sicurezza nel territorio. La campagna vaccinale in corso è la via verso la normalità per questo va protetta e garantita. Il 29 aprile sono state somministrate 508.158 dosi di vaccino, la cifra più alta mai registrata finora. Questo arresto, avvenuto in pochissimo tempo, conferma le straordinarie capacità investigative dei Carabinieri, che si confermano presidio della legalità nel territorio, e della Magistratura, che ringrazio per l'incessante attività» ha concluso il Ministro».

Sul fronte della Regione, è stato il governatore Attilio Fontana a manifestare l’apprezzamento per l’esito dell’inchiesta: «Avrei preferito che le ricostruzioni portassero ad una bravata, invece fu terrorismo no-vax. E se dalle evidenze investigative emerge che volevano sabotare la campagna vaccinale intimidendo la popolazione, ebbene, il loro gesto non ha intimidito nessuno. L'adesione è volontaria». Dai banchi del Consiglio regionale, infine, è la bresciana Viviana Beccalossi a commentare i fatti di giornata: «Un'ottima notizia. Grazie al lavoro delle forze dell'ordine il segnale è chiaro: non c'è spazio per i deliri no vax, a maggior ragione se questi pseudo virologi da tastiera non si limitano ad esternare le loro idee strampalate sui social, ma arrivano addirittura a mettere in atto azioni criminali come quella di Brescia».

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