A lanciare le molotov «soggetti vicini ad una destra anomala»

Così il procuratore Francesco Prete, che si dice soddisfatto per l'esito dell'inchiesta: «Restituisce tranquillità alla comunità»
I fiori deposti dalla delegazione dei sindacati al centro di via Morelli nel punto in cui fu scagliata una delle molotov - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
I fiori deposti dalla delegazione dei sindacati al centro di via Morelli nel punto in cui fu scagliata una delle molotov - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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«Siamo soddisfatti, è un risultato che restituisce tranquillità alla comunità che intende contrastare la pandemia con i metodi che la scienza ci indica».

Così il procuratore di Brescia, Francesco Prete, commenta l’arresto dei due presunti responsabili del lancio delle molotov contro il centro vaccinale di Brescia avvenuto il 3 aprile.

«Sono soggetti vicini ad una destra anomala, non inquadrabile in schieramenti già noti» ha spiegato il procuratore che ha poi aggiunto: «Il gip ha accolto la nostra contestazione del reato di terrorismo con finalità eversiva nel senso che l’atto è stato commesso contro l’impronta che lo Stato ha dato per la gestione della pandemia».

Secondo le indagini, prima dell'attacco Pluda aveva anche postato sul profilo Facebook la frase «se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma "la paura" e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni».

L'obiettivo - secondo gli investigatori - era di «bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione ed alimentando il clima d'incertezza del particolare momento storico, e reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento».

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