«Anche tra le macerie della guerra spunterà il fiore della vita»

Nella domenica di Pasqua il pensiero del vescovo Pierantonio Tremolada va ancora una volta alla tragedia della guerra in Ucraina
  • La messa pontificale in Duomo, celebrata da mons. Tremolada
    La messa pontificale in Duomo, celebrata da mons. Tremolada
  • La messa pontificale in Duomo, celebrata da mons. Tremolada
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Tra le macerie il fiore di una vita. Nella domenica di Pasqua il pensiero del vescovo Pierantonio Tremolada va ancora una volta alla tragedia della guerra in Ucraina, l'inumano conflitto è stato al centro di tutte le celebrazioni della Settimana Santa.

«La festa di Pasqua di quest'anno è infatti ferita dalla guerra, una guerra atroce, che avviene a poca distanza da noi nel cuore dell'Europa - dice il vescovo nel suo messaggio per la Pasqua -. Notizie e immagini che ci turbano profondamente. Fatichiamo ad aprire ogni giorno il giornale e ad ascoltare le notizie. La devastazione domina nei racconti e nei filmati. Ci siamo improvvisamente resi conto di che cosa sia veramente la guerra: qualcosa di mostruoso, di folle, di vergognoso e di sacrilego. Massacri dei civili e fosse comuni, giovani soldati uccisi su entrambi i fronti, donne e bambini in fuga, edifici sventrati dalle bombe, città irriconoscibili, una scia di sangue e di lacrime».

La gioia cristiana

Nella domenica di risurrezione le campane comunque suonano a festa. «Non è un affronto a tanto dolore. Il loro suono gioioso è stato preceduto dal lungo silenzio del sabato santo e dal grido di dolore del venerdì santo. La tragedia del male che deturpa il mondo è totalmente assunta dalla passione del Signore ed è sanata dalla sua risurrezione. Nella visione cristiana della storia, la risurrezione di Gesù è la risposta di Dio alla sfida della morte, al suo oscuro potere. La gioia cristiana è fondata sul Vangelo, sulla lieta notizia di una umanità rigenerata dalla potenza del bene».

Perché «anche tra le macerie di una guerra insensata spunta caparbiamente il fiore della vita redenta. L'accoglienza e la solidarietà, la disponibilità a soccorrere e a condividere: ecco il fiore che spunta sulle rovine di questa tragedia».

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