Al via la legislatura: gli eletti bresciani a Roma per il nuovo parlamento

La scena è quelle delle grandi occasioni della politica italiana. Mucchi selvaggi di cameraman attorno ad un’unica persona, spesso seconda o terza linea di partito. E dalle sue parole si ricostruiscono improbabili operazioni parlamentari. Mentre il cielo romano annuncia maltempo in arrivo. «E se piove cosa metto domani?» chiede una neo eletta mentre si fa scattare una serie di foto in posa fuori da Montecitorio. Benvenuti nella Capitale che oggi saluterà il nuovo Parlamento frutto del voto del 25 settembre. I bresciani erano già tutti a Roma ieri. Tranne Giampiero Maffoni che prenderà un volo stamattina alle sette per rispondere alla convocazione in Senato alle dieci e trenta.
I parlamentari bresciani
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La scelta dei presidenti delle due camere
«Non abbiamo indicazioni per il voto del presidente. Mi affido a Salvini che starà individuando i migliori ministeri da affidare ai nostri migliori esponenti» spiega Bordonali. Poi telefona a Ettore Rosato, di Italia Viva, che oggi presiederà le prime sedute alla Camera. «Si voterà alle 10, alle 14 e alle 19 mi ha confermato». Sullo sfondo si intravede Maurizio Casasco, eletto per Forza Italia e che come presidente di Confapi ha l’ufficio al terzo piano di un palazzo proprio davanti a Montecitorio. È anche lui al telefono. «Ciao Giulio, ci vediamo domani» e riattacca. «Era Tremonti, mi ha detto che arriva domattina alle nove». Anche in casa Forza Italia nessuna indicazione di voto. Fretta. I nomi di La Russa alla guida del Senato e di Molinari per la Camera non sono un mistero. «Il Capo dello Stato deve ancora conferire l’incarico, ma già il governo è sostanzialmente costituito dal premier in pectore, l’emergenza impone questa velocità» spiega Casasco. «Le tensioni tra alleati? Sono discussioni fisiologiche all’interno della maggioranza». Anche Giangiacomo Calovini, Fratelli d’Italia, ammette che dal partito non sono ancora arrivate indicazioni per il primo voto del nuovo Parlamento. «Nella chat di partito è stato dato appuntamento prima delle dieci e sapremo.
L'opposizione
Ci sono comunque tutte le condizioni per trovare l’accordo con gli alleati anche in vista del Governo». È una presa d’atto invece quella di Giantonio Girelli. «Dispiace che Giorgia Meloni non riesca a lasciare all’opposizione una delle due presidenze come aveva annunciato in campagna elettorale» sottolinea il deputato del Pd dopo la prima visita a Montecitorio con il compagno di partito Alfredo Bazoli, eletto in Senato, a fargli da guida. I dem non hanno dovuto far passare la notte per sapere cosa votare in aula. «Scheda bianca» assicura Girelli che ha partecipato all’incontro del segretario Letta con tutti gli eletti. C’era anche Carlo Cottarelli, quasi spaventato dal muro di telecamere che gli sbarrano la strada. «Non ho nulla da dire» taglia corto. «Io in corsa per la Regione Lombardia? Non ci penso neanche». Sorride e se ne va. Mentre due gabbiani fanno la guardia all’ingresso della Camera. Anche questa è Roma.
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