Aeroporto, il cargo cresce. Polo logistico nell’area stadium?

Progetto da 70 milioni del colosso Gse. D’accordo Provincia e Regione, no del comune di Castenedolo
Il progetto del polo logistico nell'area stadium - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il progetto del polo logistico nell'area stadium - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dopo anni nel limbo, qualcosa sembra davvero muoversi al D’Annunzio di Montichiari. Il 2020 si è chiuso con un più 27,8% di merce trasportata, sfiorando le 40mila tonnellate a fronte di uno scenario nazionale in picchiata (-23,7%). Lo scalo bresciano ha iniziato bene anche il 2021, grazie a Dhl e all’e-commerce: nei primi due mesi quarto aeroporto cargo nazionale, raddoppio delle merci avio (+108%) e consolidamento dei carichi postali (+1,7%).

La vocazione cargo richiede però investimenti. Alcuni in capo alla Catullo, che ha avviato l’iter per un piano industriale da 101 milioni. Altri in capo ai privati, per realizzare nelle aree attorno allo scalo servizi e infrastrutture. Dhl, ad esempio, a fine 2019 ha aperto un punto logistico alla Fascia d’oro.

Ora arriva la proposta di Confluence, srl specializzata nello sviluppo di parchi logistici. La società fa capo all’azionista di maggioranza Gse Group, società francese acquisita dalla compagnia tedesca di costruzioni Goldbeck. Una realtà che fattura 3,6 miliardi l’anno, con 7.700 collaboratori, che nel 2019 ha realizzato il polo logistico di Mesero, nel Milanese. Qualche giorno fa i rappresentanti di Confluence hanno scritto al Comune di Castenedolo, alla Provincia di Brescia e alla Regione dicendosi interessati a realizzare una piattaforma nell’area dove, vent’anni fa, doveva nascere lo Stadium Global Center.

«Confluence - spiegano dalla società - sta pianificando lo sviluppo strategico della logistica aeroportuale, a supporto dell’attività cargo, in forte crescita nell’ultimo biennio». Si parla di un investimento da oltre 70 milioni di euro, con oltre 100 assunzioni. Se tutto andrà bene, i lavori potrebbero iniziare a inizio 2022 e l’attività partire nel 2023. Il progetto non avrebbe un unico cliente ma accoglierebbe «diversi operatori di mercato». E potrebbe svilupparsi anche su aree limitrofe. Prima però Confluence vuol sapere se sull’area è possibile realizzare un polo logistico.

Per Provincia e Regione sì, per il Comune no. Questo perché nel Piano territoriale d’area (Ptra) di Montichiari su quel lotto si può realizzare solo quello che è funzionale allo sviluppo del D’Annunzio (e il polo logistico lo è). Ma nel Pgt del Comune quell’area era stata trasformata in agricola. «Questo è un momento decisivo per il D’Annunzio - spiega il vicepresidente della Provincia Guido Galperti -. L’interesse attorno allo scalo sta crescendo. Il progetto del gruppo Gse credo vada valutato molto seriamente».

E i contrasti tra Ptra e Pgt? «Il Ptra è uno strumento sovraordinato. Ma la questione va chiarita in fretta. Bisogna accelerare, serve un tavolo con la Regione e i Comuni per aggiornare il Piano, la cui prima stesura è del 2011, e individuare cosa serve davvero allo sviluppo del D’Annunzio».

Il sindaco di Castenedolo, Pierluigi Bianchini, però, frena. «Abbiamo già avuto tre-quattro interlocuzioni per quell’area. Abbiamo sempre detto no. Non crediamo in un suo sviluppo logistico: comporterebbe un elevato consumo di suolo senza portare benefici al Comune. Nel Pgt è un’area agricola. Una variante urbanistica la valuteremo solo in futuro, non ora. E non per la logistica, ma per altri servizi: commerciali, alberghieri, terziario. Qualcosa che possa garantire un’entrata al Comune». E lo sviluppo del D’Annunzio? «Sono vent’anni che ne sento parlare. Io non ne sarei felice: per noi ci sarebbero solo i disagi...».

Toccherà alla Regione cercare di mettere ordine. «Gli strumenti di pianificazione urbanistica non possono parlare lingue differenti - spiega l’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi -. Questa è un’opportunità per Montichiari. Credo che il piano d’area debba prevalere. Ma è vero che va fatta chiarezza: serve un tavolo tra Regione, Provincia e Comuni per aggiornare il Piano d’area». Non solo. Rolfi pensa anche a un lavoro su scala più vasta. «Con l’assessorato al Territorio e quello dello Sviluppo economico - spiega - stiamo lavorando a una legge sulla logistica in modo che la nascita di queste piattaforme non sia disordinata e casuale. Il suolo agricolo è prezioso, serve una pianificazione. I poli logistici vanno fatti dove servono, in primis vicino agli scali aeroportuali. Questo deve essere un criterio cardine». Si vedrà.

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