Abiti, bici, mobili di «Poco conto» per aiutare i senza tetto

L’associazione Perlar apre un mercatino dell’usato con laboratori per smontaggio e riparazione
Un gruppo di volontari nella sede dell'associazione Perlar in via Corsica - © www.giornaledibrescia.it
Un gruppo di volontari nella sede dell'associazione Perlar in via Corsica - © www.giornaledibrescia.it
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Cose di «Poco conto» per importanti gesti di solidarietà. Vestiti, oggetti, giochi, mobili, biciclette donati da privati. Tutti articoli usati, rigenerati e rimessi in vendita. Un hub del riuso contro lo spreco e lo scarto, un’occasione di lavoro e impegno per i senzatetto.

«Poco conto» è la nuova iniziativa di Perlar (Per la relazione), un’associazione che aiuta i senza fissa dimora. Una trentina di volontari attivi più altre decine di sostenitori: in grande maggioranza giovani fra i 16 e i 35 anni. «Poco conto» aprirà i battenti nei locali di un immobile in via Viotto 24, a pochi metri dal «Riparo», la sede di Perlar in via Corsica 249.

Il progetto

I volontari stanno sistemando gli spazi. Si prevede di cominciare l’attività a fine aprile-primi di maggio. Esposizione, vendita (ci sarà anche un sito on line), ma anche laboratori per lo smontaggio e la riparazione, e corsi di formazione. «Non è tanto una operazione commerciale - spiega Matteo, uno degli operatori - quanto sociale». L’educazione al riuso, si diceva, ma soprattutto il coinvolgimento dei senzatetto. «Con alcuni - prosegue Matteo - verrà attivata una collaborazione. In cambio di una prestazione manuale occasionale, quantificata in denaro, avranno un rimborso equivalente in capi di vestiario. Potranno essere valutati anche altri compensi in natura». Non solo. «Con altri senza tetto - continua Matteo - saranno invece attivati tirocini lavorativi in accordo con i servizi che conoscono la persona e ne seguono la presa in carico».

L’immobile in via Domenico Viotto che ospiterà l’hub del riuso - © www.giornaledibrescia.it
L’immobile in via Domenico Viotto che ospiterà l’hub del riuso - © www.giornaledibrescia.it

Il posto

Lo spazio affittato dall’associazione è molto ampio. Oltre cinquecento metri quadrati fra l’esposizione al piano terra e i due spazi interrati per i laboratori e le attività connesse. L’ingresso e il parcheggio di «Poco conto» saranno dalla parte di via Rodi, sul retro dell’Istituto Golgi, a fianco del parco Pescheto. Non a caso. I promotori, infatti, intendono organizzare incontri ed eventi proprio nel parco. Un altro obiettivo del progetto è allargare la partecipazione dei giovani. La stessa Perlar, del resto, è nata come occasione di impegno specifico per loro.

L'appuntamento

Giovedì 10 marzo, alle 18, nella sede di «Poco conto» in via Domenico Viotto si terrà un primo incontro aperto per spiegare il senso dell’iniziativa. Ci saranno anche alcune testimonianze sull’attività dell’associazione. Il motto di «Poco conto» è «Niente e nessuno resti indietro», che abbraccia uomini e cose. Un richiamo al fatto che nella nostra società «molti beni vengono scartati come rifiuti - affermano gli operatori di Perlar - e molte persone emarginate». È prevista anche la collaborazione di enti e gruppi sociali e ambientali per diffondere la cultura del riuso.

L'associazione

Perlar è nata nel marzo del 2016 per costruire relazioni con i senza fissa dimora. Il fulcro della sua attività è la gestione del centro diurno «Il Riparo» nei locali del Comune, in via Corsica 249, il sabato, la domenica e i giorni festivi dalla 14.30 alle 17.30. Un luogo di incontro, per parlare, riposarsi, guardare la tv, passare del tempo in compagnia, bere un tè. L’anno scorso le aperture sono state 109. Negli anni pre Covid la presenza media era di una sessantina di persone, adesso siamo sulla quarantina. Duecento le persone incontrate da quando Perlar ha mosso i primi passi.

Vengono promosse anche iniziative collaterali. Ad esempio, delle gite estive con gli utenti del centro diurno oppure il progetto «Civica dimora». Quest’ultimo ribalta la logica usuale, mettendo i senzatetto al servizio della comunità. L’anno scorso otto fra loro, in sintonia con altre realtà di volontariato, hanno svolto azioni a favore della collettività, ricevendo in cambio buoni pasto, una bicicletta, l’abbonamento all’autobus, vestiti. Una esperienza positiva di cittadinanza attiva. Anche questa una cosa non di «Poco conto».

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